Gli occhi castani del ragazzo incontrarono i miei, e serrai la mascella contrariato della posizione di Jessica, che era ancora stretta tra le sue braccia. Non si era ancora voltata, ma appena alzò il capo verso Shawn, decise di girarsi e vedermi.
<<Bieber>>, iniziò a chiamarmi.
<<Mendes>>, mormorai guardandolo minaccioso.
<<Cosa vuoi ancora? Non vedi che siamo occupati?>>, alzò il sopracciglio irritandomi sempre di più. Annuì semplicemente e, mentre me ne stavo per andare, un qualcosa mi trattenne. Mi voltai di scatto, e aprì finalmente la bocca.
<<Lo vedo bene, ma sai, non durerà>>, gli sorrisi beffardo, per poi andarmene.
Tornato a casa, mi buttai sul divano e fissai il soffitto, ormai era diventata la mia attività quotidiana preferita. Mi torturavo la mente ogni volta che ero solo, non ce la facevo... volevo abbandonarmi alla droga e agli effetti che mi regala, oppure potevo bere qualche liquore, per dimenticare almeno momentaneamente ciò che sentivo. Il cuore mi faceva un male atroce, e quell'immagine era rimasta indelebile nella mente. Deciso, mi alzai e presi la prima bottiglia a tiro, e me la scolai bevendo direttamente dalla bottiglia, era piena e mentre il mio esofago bruciava insieme allo stomaco, mi sentì sollevato. Mi ubriacai, e senza pensarci troppo, chattai con Coldheart dicendole tutto ciò che pensavo, non ricordo cosa rispondeva, ma doveva aver capito che non ero in me. Uscì con la macchina, correvo come un pazzo e cantavo a squarciagola varie canzoni pop, mentre cercavo di evitare eventuali pedoni. Vidi una persona in lontananza, e mi pareva di riconoscere il ciuffo di Shawn. Premetti sull'accelleratore, puntai il voltante verso di lui, si accorse del mio intento e iniziò a correre, evitandomi. Spensi l'auto nel bel mezzo della strada e, goffamente, mi avvicinai verso di lui. Era veloce, ma riuscì a precederlo e lo presi per il colletto della maglia, gli regalai un pugno in pieno volto e un paio di schiaffi per guancia. Non volevo necessariamente esagerare, volevo solo sfogarmi un po'. Quando stavo per tornare all'auto, mi chiamò.
<<Che cazzo vuoi?!>>, sbraitai voltandomi di scatto.
<<Calmati...>>, alzò le mani in segno di resa <<voglio... soltanto parlarti>>, mormorò.
<<A proposito di cosa? Del tuo meraviglioso rapporto con Jessica? Ma fammi il piacere!>>, gli urlai con rabbia.
<<No. Non si tratta di questo. So che mi odi a morte, ma devi ascoltarmi. Io... Amo Jessica. Voglio proteggerla ed aiutarla, ma tu e il tuo alter ego, non fate altro che peggiorare la situazione! Ti sei sfogato, no? Beh, ora lasciaci in pace. Te lo chiedo... Per favore>>, serró le labbra guardandomi dritto negli occhi.
<<Perché non facciamo che sia lei a decidere? Ne stai approfittando perché non si ricorda di me, in fondo>>, gli proposi.
<<Sai, è un bene che non si ricorda di te. L'avresti solo ferita di più, ma la povera ragazza ha battuto la testa e tu sei ancora qui per il semplice fatto che ti senti responsabile nei suoi confronti ma credimi, era meglio se varcavi la soglia di quella dannata porta>>, affermò con rancore.
Strinsi i denti. Avrei voluto seriamente pestarlo a sangue, ma mi trattenni grazie a quel briciolo di lucidità che avevo acquisito durante la pesante conversazione. <<Quindi, ricapitolando... Sarebbe meglio che dimentichi tutte le cose cattive che ha subìto grazie a me? E chi sei, tu? Il padrone della sua vita? Sei proprio un parassita... Fattelo dire. Non sapevo che arrivassi così in basso. Dì la verità, hai paura dei veri sentimenti di Jessica, vero?>>, mormorai con sorriso sornione.
Silenzio assoluto. Il ragazzo mi guardava sorpreso, e balbettava parole incomprensibili. Si stava arrampicando sugli specchi ed io, potevo dire la frase finale. <<Mi ama davvero, Justin. Lo vedo dal modo in cui mi guarda. Semmai, quello che è arrivato così in basso tra noi, sei tu>>, mi precedette con testardaggine. Ma forse, aveva ragione.
<<Magnifico. Fammi uno squillo allora, quando vi sposerete. Sempre ammesso che... ci arrivi all'altare>>, dissi stanco di quel dibattito inutile. Feci dietro front. Non l'avessi mai fatto...
Due mani mi avvolsero il collo, e lo strinsero così forte, che quasi persi il respiro; un attimo dopo, mi diede un calcio al polpaccio sinistro, atterrandomi e dopo qualche secondo, era sopra di me. Ero ubriaco ed impreparato, lui stava avendo la meglio; vedevo tutto sbiadito, offuscato e i polmoni volevano cedere, così come le ossa e tutti i muscoli. <<Se ti levo di torno, potrò conquistare del tutto la mia Jess, e portarmela a letto!>>, mi urlò schiacciandomi. Ero stanco in tutti i sensi, ma quella frase così piena di odio e sarcasmo la disgustai così tanto, da farmi forza e oppormi a lui. Gli diedi una gomitata sulla pancia così da allentare la presa e approfittarne. Mi liberai dalle sue grinfie, e ripresi fiato per poi dargli un gancio sinistro sotto la mascella.
<<Mi disgusti, Shawn. Credevo che quello che facesse schifo qui sia io, ma evidentemente mi sbagliavo>>, detto questo me ne andai guardandomi però le spalle, e salire sull'auto.
Sicuramente Jessica e tutti gli altri avrebbero saputo la notizia il giorno dopo, ed io non sapevo più come uscirne. Dovevo parlarne con lei, anche se si ostinava a respingermi. Andai all'ospedale, corsi nella sua camera fregandomene degli orari di visita. La sua stanza era vuota.
<<Dov'è?>>, chiesi spazientito a un'infermiere.
Era molto taciturno, e non faceva altro che allarmarmi ancora di più <<lei è... in sala di rianimazione. Ha avuto un alzamento di pressione, ed è svenuta di colpo. Forse, per i troppi ricordi accavallati>>, mi informò.
<<Altri ricordi?>>, domandai speranzoso.
<<Sì. Diceva spesso un nome... Justin. Diceva di amarlo>>, dichiarò guardandomi.
<<Fatemela vedere...>>, dissi, dopo qualche attimo una barella entrò nella stanza. Lei era sveglia, e mi aveva visto subito.
<<Ciao, Juss>>, mi sorrise stanca. <<Potete lasciarci soli, per favore?>>, chiese guardando con gentilezza i due.
<<Ma certo, però per poco tempo. Hai bisogno di risposo>>, rispose il più anziano.
Dopo aver chiuso la porta, restammo soli. La trovavo sempre bellissima, anche su un letto d'ospedale, ma non era il momento adatto per chiacchiere inutili. Dovevo sapere ciò che provava veramente verso Shawn, ma soprattutto, verso di me.
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Tumblr |Justin Bieber|
FanfictionJessica Albert, o meglio conosciuta come JessieLove, è una giovane diciottenne con una perversa passione per il sesso e le sue foto esplicite che pubblica scrupolosamente su il famoso social network Tumblr. Un giorno, Justin Bieber, deciderà di cont...