11. Hold me tight

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Erano trascorse diverse ore da quando Seira si era finalmente calmata e il cuore di Luciano aveva ricominciato a battere regolarmente.
Si erano sdraiati sul letto, accoccolati stretti. Lei aveva appoggiato la testa sul petto del ragazzo, si faceva cullare dalle sue carezze, però il suo corpo era ancora un po' rigido, non era del tutto rilassata. Seira non voleva abbassare la guardia, temeva che se l'avesse fatto, la sua mente avrebbe potuto approfittarne per riprendere il controllo, per questo motivo si stava tenendo pronta a reagire in qualunque momento.

"È tutto a posto?".

"Certo piccolo principe, sta' tranquillo.." tentò di sviare l'argomento.

"Avanti, lo sai che me ne accorgo quando cerchi di mentirmi".

"Non c'è nulla di cui preoccuparsi, te lo giuro.." gli rispose, stringendo il tessuto della maglietta del ragazzo tra le dita.

Lui, con l'intento di tranquillizzarla, iniziò a baciarla. Amava quella ragazza e vederla soffrire così tanto lo faceva incazzare. Lei meritava tutto il meglio il mondo.. e lui sperava di esserlo per lei.

"Quanti ragazzi ci sono pronti ad amare Seira nel modo in cui veramente merita.." pensò.

Però lei era veramente felice con lui e se aveva bisogno di lui, Luciano sarebbe rimasto al suo fianco per sempre.

Però non riusciva a capire. Era sempre capace di superare le sue crisi, cosa mancava per farla guarire?

"Cosa ti dice quella voce?".

"Cosa?".

"La tua mente.. cosa ti dice?".

"No~ Luciano parliamo d'altro.." cinse i fianchi del ragazzo con le proprie braccia.

"Dovremo trattare questo argomento prima o poi, lo sai?".

"Lo so, ma ora non me la sento".

"E quando ne potremo parlare?".

"Non lo so..".

"Ti va di uscire?".

"Cosa?".

"Ma oggi non ci senti proprio?" rise.

"Fai domande che mi destabilizzano.." si giustificò.

"Okay, allora visto che ora ho la tua attenzione.. ti va di uscire?".

"Ma sei pazzo?!".

"Non che io sappia".

"Lo sai che non posso.. e poi siamo all'ultimo piano, ho già provato a scappare, non è possibile..".

"Invece puoi".

"Non è possibile..".

"Puoi uscire a patto che io non ti perda mai di vista e che al primo microbo sintomo si torni qui".

"Non ti credo~".

"Ho il permesso di mio padre e di Mirko. Ho dovuto insistere un bel po', ma alla fine ci sono riuscito".

"Ma io~".

"Ti ho portato dei vestiti. Mi sono permesso di~.. di comprartene dei nuovi".

"Ma no, piccolo principe non devi spendere i tuoi soldi per me".

"Io invece lo voglio fare. Dimmi se ti piacciono" disse, porgendole una semplice camicietta a tre quarti di lino rosa pastello, degli skinny jeans scuri che le arrivavano leggermente più su della caviglia e un paio di converse basse nere.

"Ma io~".

"Shh! Dimmi solo se ti piacciono".

"Vado a provarmeli" rispose, andandosi a cambiare in bagno.

𝑺𝒉𝒉! ─ 𝑳𝒖𝒄𝒊𝒂𝒏𝒐 𝑺𝒑𝒊𝒏𝒆𝒍𝒍𝒊Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora