12. I rise from my scars

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"Abbassa la cresta con me, brutta stronza!" esclamò di rimando l'altra ragazza, indignata.

Seira si girò per l'ennesima volta in direzione di Luciano, sperando di vederlo tornare al tavolo, ma purtroppo lo vide ancora intento ad aspettare che i loro ordini fossero pronti. Capì che in quel momento non poteva contare sul suo aiuto e che quindi sarebbe dovuta riuscire a contrastare la propria mente con soltanto le proprie forze. Fece due bei respiri profondi per cercare di sciogliere la tensione, rilassò le braccia, fino a quel momento tenute rigide, e provò a restare calma.

"Sei fortunata a non conoscermi, s-sai?" le rispose con un tono e un sorriso abbastanza terrificanti.

"Ma chi ti credi di essere?!".

"Se tu avessi soltanto la minima idea di che cosa sono in grado di fare, staresti già scappando a gambe levate".

"Questo lo dici tu!".

"No, lo dicono tutti quelli che sono scappati a gambe levate prima di te".

"Non crederti superiore a me, perché non lo sei. Non lo sei e non lo sarai mai. Conosco Luciano da fin troppi anni e, fin'ora, l'unica cazzata vera e propria che gli ho visto fare è stata quella di permetterti di entrare a far parte della sua vita".

Purtroppo alla mente di Seira non era sfuggita una singola parola, aveva sentito tutto. Quella stupida ragazzina da strapazzo doveva solo prostrarsi ai suoi piedi, implorando il suo perdono, non doveva di certo permettersi di dire quelle cose con quella maledetta sfacciataggine.
La mente di Seira non era affatto una tipa tollerante, anzi, era fin troppo permalosa e soprattutto.. molto vendicativa. Durante tutto l'arco di tempo in cui era stata insultata da quella ragazza sconosciuta, la mente di Seira mandava soltanto uno stimolo al suo cervello, un messaggio semplice e conciso: "Devi ucciderla!".

"Uccidi quella stronza!" ordinò.

"NO!" gridò.

"UCCIDILA! ADESSO!" ripetè con maggiore autorità.

"Io non voglio farlo!".

"Sei davvero convinta di non volerti sbarazzare di una mocciosa che sta cercando di rubarti Luciano?".

La sua mente era proprio una stronza. Nessun'altro conosceva Seira meglio di lei, per questo motivo sapeva sempre quali mosse doveva fare per guidare le azioni Seira a suo piacimento, senza neanche farla obbiettare più di tanto. Conosceva ogni suo punto debole, perciò era convinta di andare sul sicuro quando metteva in gioco la possibilità di perdere Luciano.

"Non devi avere più niente a che fare con Luciano, hai capito?!".

"T-Tu non.. non puoi darmi ordini~".

"Falla fuori, adesso!!".

La sua mente continuava ad impartirle lo stesso ordine attraverso impulsi elettrici che le arrivavano dritti alla cellula nervosa, ma erano talmente tanto severi e decisi che, ogni volta che le veniva impartito nuovamente quell'ordine, sembrava che quest'ultimo liberasse una scarica elettrica all'interno della cellula nervosa, dando vita a forti ed istantanee emicranie. Non duravano molto, ma si ripetevano con costante frequenza e mano mano diventavano sempre più potenti e dolorose.

Nel locale regnava un grande fracasso, ciononostante l'urlo che emise Seira riuscirono a sentirlo tutti. Era stato del tutto inaspettato e quasi disumano, non c'era una singola persona all'interno del locale che non ne fosse rimasta terrorrizzata.

Seira si era portata le ginocchia al petto, nascondendoci la testa in mezzo, mentre premeva i palmi delle mani sulle tempie, cercando di alleviare in qualche modo il dolore.

𝑺𝒉𝒉! ─ 𝑳𝒖𝒄𝒊𝒂𝒏𝒐 𝑺𝒑𝒊𝒏𝒆𝒍𝒍𝒊Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora