19. I didn't want to lose you by what I've done

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Marco voleva rendersi utile in tutti i modi possibili, così si recò alla porta di quella famosa stanza.

Quando era arrivato in quell' ospedale, quasi tutti l' avevano avvertito della presenza di una certa paziente incurabile, senza speranze e soprattutto.. senza un futuro.

Gli infermieri di quel piano, però, gli avevano anche raccontato che per un periodo, anche se molto breve, ci fossero stati dei miglioramenti e che fossero davvero quasi arrivati al traguardo.

Ma lei non avrebbe mai potuto farcela da sola, date le sue condizioni. Doveva aver per forza ricevuto un aiuto da qualcuno.. e Marco voleva conoscere questo qualcuno capace di curare casi irrisolvibili.

Voleva capire cosa ci fosse di tanto speciale in questo ragazzo e, soprattutto, capire come fosse in grado di controllare un caso come Seira.

Ma quando si rese conto che di mezzo ci fosse l' amore, comprese che per davvero Luciano potesse essere l' unico in grado di starle accanto nel modo migliore.

Ma purtroppo il loro cammino era stato ostacolato. Caddero.. senza riuscire più ad alzarsi.

Questa volta, però, Marco poteva rivelarsi utile.

Questa volta avrebbe fatto in tempo a salvarli.

Bussò alla porta e, come immaginava, non ricevette alcuna risposta.

Decise allora di entrare prima di dirigersi direttamente al grande armadio accanto alla porta.

La ragazza, nascosta lì dentro, cercò di non far aprire nessuna delle due ante, ma Marco era decisamente più forte di lei.

La prese in braccio, senza ricevere alcuna obiezione.

Solo quando lui si avvicinò alla porta la ragazza si irrigidì, cercando di nascondersi.

Uscì dalla porta e si diresse verso l' ascensore, vicino alla sala d' attesa, al cui interno era ancora seduto Luciano.

Nel momento in cui Seira capì di essere quasi vicina a lui, iniziò a dimenarsi, spaventata dall' idea di incrociarlo.

"Tranquilla. Non ho intenzione di portarti da lui".

Seira si calmò visibilmente, nascondendo il proprio viso tra il collo e la spalla dello psicoterapeuta.

E Marco potette sentire il proprio collo inumidirsi. La ragazza aveva gli occhi lucidi ed era sul punto di piangere.

Una volta giunti al tetto dell' ospedale, Marco fece adagiare la ragazza su un lettino posto lì fuori, sotto una piccola tettoia.

Si sedette poi accanto a lei.

Quel giorno splendeva un sole davvero meraviglioso.

"Oggi è proprio una bella giornata".

.....

"Fa davvero caldo e il sole è davvero meraviglioso. Mi ricorda tanto il sole che spaccava le pietre del mio paese".

.....

"Questa è una giornata in cui bisognerebbe evitare di chiudersi in un armadio".

.....

La ragazza aveva portato le ginocchia al proprio petto già da tempo, ma da qualche secondo aveva cominciato a dondolarsi su se stessa.

"Vuoi cominciare a picchiare anche me?".

"N-No..".

"Ce l' hai fatta finalmente a parlare".

.....

𝑺𝒉𝒉! ─ 𝑳𝒖𝒄𝒊𝒂𝒏𝒐 𝑺𝒑𝒊𝒏𝒆𝒍𝒍𝒊Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora