20. Caught in the grey

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Luciano era tornato a casa verso la fine della giornata.

Si era fatto davvero molto tardi. L' ora di cena era passata da un pezzo, ma questo era veramente l' ultimo pensiero di Luciano.

Lui continuava a chiedersi il motivo per cui Marco avesse portato Seira da lui.

Lo voleva davvero capire.

Lei.. aveva forse bisogno di lui?

Del suo incoraggiamento?

Della sua presenza?

Delle sue parole?

Lui era consapevole di essere l' unico in grado di calmarla.

Continuò a pensare mentre si stava preparando per andare a dormire.

E se avesse avuto una crisi con Marco e lui l' avesse portata da lui per farla stare meglio?!

CHE STUPIDO!

Non le aveva spiccicato neanche una sillaba. Si sentiva tremendamente in colpa.

Vide che l' orologio segnava le 2:00 AM.

Provò a chiamarla al cellulare, ma partì immediatamente la segreteria.

L' aveva spento..

Fu così che gli venne in mente una cazzata.

Uscì dalla propria stanza e si diresse in quelle della madre e del fratellino per controllare se stessero dormendo entrambi.

Ovvio che fosse come immaginava, quei due dormivano come ghiri.

Tornò nella propria stanza, si cambiò velocemente e prese le chiavi di casa e del motorino per recarsi immediatamente da Seira.

Con molta cautela, uscì di casa e portò il motorino un po' più lontano da casa sua, per evitare di svegliare la madre con l' accensione del motore.

Fatto ciò, salì e corse via.

Dopo pochi minuti riuscì ad arrivare al parcheggio dell' ospedale.

Non ci mise molto, la strada era completamente vuota e potette, così, sfrecciare per le varie vie, superando di gran lunga i limiti di velocità.

Suo padre doveva sicuramente essere a casa.

Sarebbero dovuti essere presenti solo alcuni infermieri e dottori, non di più.

Non passò direttamente dalla porta principale, ma da una sul retro di cui possedeva ancora la chiave.

Senza fare rumore, riuscì ad arrivare al piano della stanza 117 senza troppi problemi.

Fu ancora più arduo, però, arrivare alla stanza senza farsi vedere da nessuno.

Quando fu sicuro di avere via libera, andò presso la stanza e vi entrò.

Come si aspettava.. Seira non era sotto le coperte.

"Seira.. sono io" pronunciò il ragazzo
"..vuoi uscire da sola dall' armadio o devo aiutarti a farlo?".

Come si aspettava, non ricevette risposta.

"Non avere paura. Se esci, farò il bravo. Se ti dovesse girare la testa, me ne andrò subito, promesso".

E di nuovo nessun rumore ruppe il silenzio tombale che regnava in quella stanza.

Si diresse verso le ante dell' armadio e le aprì, rivelando il piccolo corpicino di Seira.

Pareva una piccola bambina, anche perché era molto più bassa di Luciano.

𝑺𝒉𝒉! ─ 𝑳𝒖𝒄𝒊𝒂𝒏𝒐 𝑺𝒑𝒊𝒏𝒆𝒍𝒍𝒊Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora