3° CAPITOLO

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Spensi la televisione,

stropicciandomi gli occhi con le mani messe a pugno.

Il mal di testa mi stava uccidendo, mi serviva un’aspirina. Non usavo molti medicinali, usavo solo anti dolorifici per mal di testa, oppure per i crampi dovuti al ciclo.

Apri la cartella, recuperando il libro di letteratura per poi metterlo nella borsa. Tra meno di mezz’ora dovrò essere a casa sua, e la voglia di andarci è nulla.

Misi la borsa sulla spalla sinistra e usci di casa. La suoneria del mio cellulare mi fece sobbalzare, facendomi cadere le chiavi per terra. Presi il telefono dalla tasca dei pantaloni, era mia madre.

‘pronto?’ risposi alla chiamata.

‘tesoro, sono io, la mamma.’ Ma va? ‘come stai? Tutto bene? È successo qualcosa?’ domando a raffica.

Anche se era una madre assente, era molto premurosa ‘mamma tutto bene.’ Raccolsi le chiavi e chiusi la porta d’ingresso.

‘sicura?’ domando con voce graffiata.

‘mamma’ la richiamai ‘mi senti?’ domandai cercando di sovrastare i rumori, ma invano.

‘tu.tu.tu.’ imprecai, era saltata la linea. Sbuffai rimettendo il telefono in tasca, molto probabilmente non avrei sentito mia madre per un mese buono!

Casa Styles non distava molto dalla mia. In meno di quindici minuti mi trovai sotto casa sua, presi coraggio suonando il citofono.

Per mia (s)fortuna non rispose nessuno. Contrassi la mascella, Harry mi aveva pure dato buca per un compito di scuola. Ma quanto poteva essere idiota?

Sicuramente in questo istante sarà con qualche ragazza a scopare, come suo solito. Quel ragazzo mi faceva proprio ribrezzo, ma veramente tanto.

Mi girai, dando le spalle alla porta d'ingresso, scesi i gradini e mi incamminai per tornarmene a casa.

‘te ne vai di già?’ la sua voce irritante mi blocco ‘non abbiamo ancora fatto nulla.’ Mi girai trovandolo appoggiato alla porta. Aumentai il passo verso di lui, ero furiosa.

Gli puntai il dito ‘sei un defic…’ mi bloccai quando notai, Harry, con un solo asciugamano legato alla vita e il corpo completamente bagnato. Che visione celestiale.

‘sei già senza parole?’ rise lui ‘pensa quando vedrai il mio amico la sotto.’ Si indico l’intimità.

‘mi fai ribrezzo.’ Harry rise più forte, per poi spostarsi per farmi entrare in casa.

Casa sua era come me la ricordavo, con mobili antichi e sempre luminosa. Era una villa posta su due piani, di sopra c'erano le camere, sotto cucina, salotto e salone per mangiare. Mi avvicinai al muro, c'era una foto che attirò la mia attenzione. La guardai attentamente e mi ricordai di conservare anch’io quella fotografia, fu scattata alle medie, e ritraeva me e lui abbracciati. Che bei tempi, quando non litigavamo, e ci volevamo bene. Avevo un po’ di malinconia.

Dei rumori provenienti dalle scale, mi distrassero, ovviamente era lui. Harry si era cambiato indossando una tuta e una canotta. Niente male.

‘incominciamo?’ domandai guardandolo. Il riccio annui sussurrando un ‘si’.

Dopo un paio d'ore sui libri, decidemmo deciso insieme di fare la ricerca su William Shakespeare, un classico. Era forse uno dei poeti inglesi più bravo che esistesse nella storia, e stranamente piaceva anche a Styles. Scrivemmo all'incirca cinque pagine, a mano, di ricerca ed eravamo esausti, così decidemmo di fare una pausa, per poi continuare un altro giorno, ma l'idea di tornare da lui non mi andava a genio.

Destined to be togetherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora