2° CAPITOLO

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Il suono della sveglia interruppe il mio dolce sonno.

Odiavo alzarmi presto la mattina, ma dovevo andare a scuola. Dopo essermi abituata alla luce, mi alzai a fatica dal letto, dirigendomi in bagno. Feci una doccia veloce e mi resi presentabile. Non misi trucco, non amavo presentarmi con tre chili di quella robaccia in faccia; ero dell’idea che se sei bella, lo sei anche senza. Che poi io non mi sono mai definita bella, ero semplice, normale. Non ero la classica ragazza a cui i ragazzi sbavano dietro. Ero una ragazza come le altre. Venivo chiamata ‘biondina’ o ‘bionda’ dai ragazzi più grandi, per via dei miei capelli biondi lunghi appena sotto le spalle. Alcuni mi chiamavano ‘occhioni belli’ per via dei miei occhi azzurri e grandi, ma oltre a questo ero normale, e piena di difetti. Labbra sottili, e pelle troppo chiara. Credetemi se vi dico che non abbronzo mai, sono come Vinny di Jersey Shore, ho la ‘malattia’ di non abbronzarmi. Il mio fisico? Non era perfetto, avevo una leggera pancetta, ma non troppo accennata, questo tutta colpa delle abbuffate che facevo con il biondo, Niall, lui come me amava mangiare di tutto, sempre e comunque, dovevamo sempre mangiare. Ma oltre quella pancetta imbarazzante, i vestiti, mi calzavo giusti, certo non utilizzavo tubini, ma un classico jeans e maglia leggermente attillata non mi pesava.

Controllai l’orario, e iniziai a vestirmi.

Presi un pantalone bianco, maglia e felpa e una scarpa a caso. Non ero un’amante della moda, anzi tutt’altro, certo mi presentavo bene davanti alle persone, ma ero una ragazza a cui piaceva mettere il jeans al posto della gonna. Scarpa da ginnastica, ai tacchi, e via dicendo.

Afferrai la cartella e uscì velocemente da casa, ero in leggero ritardo.

La mattina era solito ritrovarsi sotto casa di Zayn, il mio migliore amico, per poi andare tutti insieme a scuola.

Come sempre arrivai in ritardo.

‘più in ritardo no? Cos'è stai diventando ribelle?’ domando Harry, soffiandomi in faccia il fumo della sigaretta. Lo sapeva che odiavo l’odore del fumo.

Sbuffai ‘fottiti Styles’ ringhiai al riccio.

‘buon giorno tesoro.’ Mi saluto, Zayn, con un bacio sulla guancia.

‘buon giorno.’ Salutai tutti i presenti, evitando il riccioluto, tra noi due non c’era un ottimo rapporto. ‘ dai muoviamoci che siamo in ritardo.’ Scherzai. Feci ridere i presenti, tutti tranne Harry.

‘bella battuta Mendler.’ Ironizzo ‘sai se la mattina muoveresti quel culo che ti ritrovi…’sorrise malizioso.

‘chi ti ha detto di aspettarmi, coglione?’ attaccai il riccio

‘a chi hai detto coglione?’ domando avvicinandosi a me.

Niall si mise tra noi sospirando ‘non è possibile che litigate a quest’ora, finitela.’ Feci una smorfia per poi girarmi, e incamminarmi verso scuola.

Lo detesto, io odio Harry Styles, e sarà sempre così.

La scuola che frequentavo era abbastanza ampia, sembrava quasi una scuola americana. Avevamo una squadra di football, dove ne facevano parte i ragazzi, ma Liam , nell’ultimo periodo, si era ritirato per problemi di salute. Sinceramente io di football non ci capivo nulla, anzi ammettiamolo: io e lo sport non parliamo la stessa lingua. Del resto ‘educazione fisica’ era l'unica materia che avevo con un sei tirato, tutto grazie alla teoria avevo quel voto; oppure capitavano, frequentemente, delle volte in cui Louis, o Zayn, mi aiutavano durante la pratica, ma non sono mai riuscita a ‘toccare’ un voto più alto del sei.

Come in qualsiasi posto in cui c’era una squadra di calcio, football, o di qualsiasi sport, non potevano mancare le cheerleader, una più stupida, e viziata, dell’altra. Zayn, e anche Harry, ovviamente, se l'erano girate tutte, o quasi, come il resto della scuola tralasciando quelle che definivano ‘impossibili’ cioè: brutte, grosse, o tope da biblioteca.

Destined to be togetherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora