Voi sapete cosa c'è dopo la morte?
Certe persone credono ci sia il paradiso, altre l'inferno, c’è chi pensa che t'incarni e chi come me pensa che non ci sia nulla. Non sono mai stata religiosa e ho un preciso pensiero sull’argomento. Non credo in Dio e non credo che dopo la morte ci sia qualcosa, una volta aver perso la vita non senti più nessun tipo di sentimento, non vedrai nulla e non potrai toccare. Non c'è un mondo parallelo dove la persona amata ti aspetta, dove lui sarà sempre con te che ti guarda e ti guida nella strada giusta. Tutto ciò che ti insegnano serve solo per compassione ‘è andato in un luogo migliore’ si, ma come pensi che io stia bene se quella persona non è più in vita?
Quando succedono queste disgrazie la gente si imbarazzata, sa che in momenti come questi non c’è una cosa giusta da dire, si ha anche paura delle reazioni che può provare la persona, in questo caso io.
Da quel pomeriggio passarono tre giorni, ancora una volta mio padre riuscii a stravolgermi la vita e farmi sentire una completa merda. Interrompendo le vacanze, tornammo a Londra in fretta e furia. Riuscii a rovinare l’estate ai miei amici e alle loro ragazze. Loro non mi abbandonarono nemmeno un secondo, non gli ringraziai mai abbastanza.
«Siamo qui riuniti per la morte di un nostro fratello, padre di...» Il prete iniziò il suo monologo. La chiesa era stracolma di parenti e amici di papà, vedo dolore negli occhi colmi di lacrime di mia madre, tutti sono addolorati ma dai miei occhi non scorre una lacrima, non riesco a piangere.
«Papà è morto…» La sua voce risultava spezzata, era scoppiata a piangere.
Mi bloccai, non capendo la situazione «Torno a Londra.» Non seppi cosa dire e non riuscii a confortare mia madre. Chiusi la chiamata e mi accasciai a terra, scossa e incredula. Harry, d'impulso, mi prese tra le sue braccia e lo guardai negli occhi: erano lucidi. Vederlo in quelle condizioni mi fece male, era come un'accoltellata dritta al cuore. Lui riusciva a stare male per mio padre, io no.
La cerimonia andò avanti. Mi chiesero se volessi dire qualcosa, dare un omaggio a mio padre; ma rifiutai. Non avevo nulla da dire, non sapevo cosa dire e come comportarmi. Tenni lo sguardo dritto e sentii un fastidio agli occhi.
«Niky, tuo padre era molto malato dovuto al troppo bere. Aveva un cancro al quarto stadio e lo sapevamo, entrambi, da quando glielo diagnosticarono.» Fece una pausa «Quattro mesi fa circa.».
«Per questo eri da lui almeno due volte a settimana?».
«Si.».
Fissai la bara, contenente mio padre, andare sotto terra. Non l'avrei più rivisto. Sò perfettamente che la mia infanzia fu rovinata da lui e dalle sue mani che abusarono di me, picchiandomi. Non era un santo e mai lo sarebbe stato. Ma ciò che feriva di più erano i suoi costanti ‘sono cambiato’ ‘ti voglio bene’ le sue luride bugie.
‘Hai mentito alla carne del tuo sangue, hai alzato le mani a quelli che giuravi di amare. [...] Non ricordi sono la tua bambina?’ Le parole della Lovato riuscivano a capirmi più di chiunque altro al mondo.
Lui mi mentii così tante volte che alla fine gli credetti ogni singola volta, ma quando aprii gli occhi vidi solo il mostro che in realtà era. Forse era per questo che non riuscivo a piangere? Harry, disse che sto cercando di auto convincermi che questa non è la realta, pensa che io un giorno di questi scoppi e che stia male realmente. Sapevo che ebbe perfettamente ragione, quel giorno, ma era la mia difesa personale. Prima o poi scoppierò: il dolore che porto dentro era ed è tutt’ora troppo grande, ma fingere risultava facile. Renditi forte e sorridi.
«Perché nessuno mi disse che era malato? Perché nascondermelo?».
«Tesoro, io, noi avevamo pensato che fosse la cosa giusta…».
«Giusto avete pensato solo a voi stessi. Non pensate mai, nemmeno per un secondo, che forse io avevo diritto di saperlo?! Non ero in ottimi rapporti con lui, ma avevo diritto di saperlo e di salutarlo un'ultima volta. Cazzo ti faccio un applauso e anche a lui!».
«Niky...».
La mia paura più grande era cambiare e tornare a essere la ragazza infelice di un tempo. La paura di non essere più forte e di cedere si fece largo in me.
Rimasi tutto il tempo mano nella mano con Harry, mi staccai da lui solo per lasciare una rosa bianca sulla tomba per andare via senza far ritorno.
Uscimmo dal cimitero e vidi mio zio, fratello di mio padre, avvicinarsi a me «Niky tieni. Questa lettera l'ha scrisse tuo padre, prima di… Mi implorò di dartela.» Parlò a fatica, porgendomi una busta.
***
C’erano quei momenti in cui volevi esiliarti dal mondo, non parlare più con nessuno e pensare a te stessa e alla tua vita. Questo era un momento di quelli, volevo stare da sola con i miei pensieri e con le mie paure. I sensi di colpa di fecero largo in me, nemmeno ‘addio’ gli dissi. Rigirai la lettera di mio padre, ero terrorizzata, ma l’aprii:
«Cara Niky,
Sei cresciuta e io ho rovinato tutto. Ti ho rovinato la vita, non meritavi un padre così. Eri la figlia perfetta, ma io questo non l’ho mai visto fino a ora.
Se starai leggendo questa lettera, bambina mia, io non ci sarò mai più.
Come ben sai ero malato, ti ho omesso questa malattia, perché ti ho fatto troppo male in passato e non meritavi altro dolore. Non mi considero nemmeno un padre per tutto il male che ti ho causato, sbagliai in principio con te. Vorrei solo che tu superassi tutto questo senza stare male.
Non ti chiederò mai il perdono, non me lo merito. Non merito nulla da te. Avevo una figlia, una moglie che amavo e ho rovinato tutto con il mio bere continuo e con le botte che ti provocavo.
Sono stato cattivo e la vita mi ha ridato tutta la cattiveria indietro. Merito di essere morto, mi merito che mia figlia mi odi e di esser morto da solo, ma volevo spendere queste parole per chiederti scusa.
Ti ho reso la vita un dolore unico. Non sei mai stata un errore per me, quello che parlava era la parte accecata dall’alcool, non io. Accetta le mie scusa e sorridi, bambina mia.
Con amore, papà.
ps. ti vorrò sempre bene, anche se sono tre metri sotto terra e se non sarò presente.
Ricordati che ti amo.»
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Destined to be together
Fanfiction«La ami, ma non riesci ad ammetterlo a te stesso.» - Mi scrutò attentamente, allontanandosi di qualche centimetro dal mio viso «Cosa vuoi che faccia?» Sfiorò con il suo naso il mio, facendo scontrare i nostri corpi. Gli morsi il labbro inferiore «B...