7° CAPITOLO

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Suonai.

Dopo un paio di minuti arrivo lei ad aprirmi la porta.

Era visibilmente debole, il viso aveva perso colorito, tendete quasi al bianco.

Non riusciva a reggersi in piedi. Mi avvicinai a lei, prendendola in braccio.

‘andiamo in camera.’ sussurrai, dolcemente.

Mi sentivo diverso con lei, da quel pomeriggio a casa mia, quando ci baciammo.

Ero cambiato, non so se in meglio o in peggio, ma volevo che lei stesse sempre bene.

Volevo farla sentire protetta.

Niky ne aveva passate tante nella sua vita, tutta colpa del padre. Mi ricordo quando arrivava a scuola con i lividi, e tu rimavi li a guardarla, ma non potevi realmente fare nulla. La sua più grande fortuna, o sfortuna, fu l’ultima volta che Albert, il padre, la picchiò, la madre si rese conto con chi fosse sposata, e senza pensarci due volte lo allontanò dalla loro vita.

Volevo la sua felicità, ma sapevo che io non ero in grado di dargliela.

Sono troppo freddo, e introverso, per poterle dare amore.

Entrammo nella camera da letto, l'appoggiai dolcemente sul letto coprendola con una coperta.

Baciai la sua fronte, scottava.

‘come ti senti?’ domandai, sedendomi accanto a lei, sul letto.

‘morire.’ esclamò, chiudendo gli occhi.

Risi ‘tranquilla è solo un po’ di febbre, tra poche ore tornerai ad insultarmi.’ costatai, ridendo.

‘ci tengo molto a te, sei importante.’ ammise.

Rimasi a fissarla, mentre le sue parole mi tartassavano la testa.

Non pensava realmente quelle cose, lei continuava a ripetermi che mi odiava.

‘perché sono importante?’ domandai, cercando di trovare una risposta a tutte quelle domande che, mi ronzavano in testa.

Niky sorrise ‘lo sei sempre stato.’ mormoro, affondando il viso sul cuscino.

Non risposi, ero stato preso alla sprovvista.

Lei che mi aveva sempre detestato, da qua a quattro anni fa, e adesso vengo a scoprire che per lei sono sempre stato importante. Ammetto che in passato avevamo un bellissimo rapporto di amicizia, era come la mia migliore amica, ma in cuor mio avevo una cotta per quella ragazzina, forse qualcosa di più.

Cambio tutto appena iniziammo le superiori. Nessuno ha una colpa, perché non litigammo, ne nulla, ci allontanammo e finimmo per non parlaci più, tranne quando ci insultavamo.

Mi alzai dal letto, ma venni bloccato dalla presa della bionda.

‘rimani qua, con me.’ mi imploro. Annui accarezzandole il viso, per poi sdraiarmi al suo fianco.

La strinsi a me, abbracciandola.

‘Harry… ho sonno.’ annuncio, appoggiandosi al mio petto.

‘dormi piccola, al tuo risveglio sarò qui.’ mormorai, lasciandole un bacio tra i capelli.

Mi sentivo un cretino ad averla chiamata in quel modo. Piccola. Manco fosse la mia fidanzata.

Non dovevo chiamarla in quel modo, lei non è nulla per me, non provo più niente.

I miei sentimenti li ho cancellati anni fa, è un capitolo completamente chiuso.

Ho scopato con lei, ho avuto ciò che volevo, ma alla fine ero una contraddizione naturale.

Destined to be togetherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora