13° CAPITOLO

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‘Niky non metterti dei jeans, o una tuta, per favore.’ mi supplicò mia madre.

La mattina stessa era tornata dal viaggio di lavoro. Ma sapevo che presto o tardi sarebbe dovuta ripartire di nuovo. Non le davo una colpa, era un archeologa e a lei piace quel lavoro.

Chi ero io per non farle fare ciò che amava?

Non le ho mai rinfacciato nulla, si non è stata una madre presente, ma non mi è mai mancato nulla. È l’unica famiglia che mi è rimasta, oltre i miei amici, non ho zii, nonni o cugini. Mio padre, se posso considerarlo tale, è stato presente nella mia vita, ma me l’ha segnata in peggio.

Quando mia madre tornò, mi chiese se stavo bene, come potevo dirle che qualche sera prima mi stavano per violentare? Odiavo essere la vittima della situazione, quindi meno persone sapevano, meglio era per me.

‘cosa devo mettere?’ urlai, per farmi sentire dal camera da letto.

‘vestiti bene.’ urlò di rimando.

Sbuffai entrando nella cabina armadio. Mi guardai attorno prendendo dei pantaloni neri eleganti; abbinai una camicetta, larga, bianca. Recuperai un cardigan nero, e ai piedi utilizzai delle ballerine classiche.

Più vestita meglio di così.

‘sono pronta.’ avvertii mia madre, arrivando in soggiorno.

Si portò una mano sul petto ‘vedi che se vuoi, ti vesti bene?!’ domandò retorica, prendendo le chiavi di casa.

Alzai le spalle ‘ti aspetto in auto’ Presi di corsa la borsa, uscendo di casa.

Per arrivare all’abitazione di Harry, a piedi, ci saranno almeno dieci minuti, in macchina un po’ meno.

Amavo il fatto che con i ragazzi, abitavamo tutti vicini.

***

‘suona te, io prendo il dolce.’ annui, suonando il campanello di casa Styles.

Sentii il classico rumore della serratura, finche la porta non si spalancò.

Anne, la madre di Harry, mi fece accomodare all’ingresso; tutta la famiglia si presentò davanti ai miei occhi, eccetto un componente, quello di cui mi interessava di più.

‘Harry?’ domandai, a sua sorella.

Mi indicò le scale ‘è in camera, vai pure a chiamarlo.’ le sorrisi, indirizzandomi verso la sua stanza.

‘Gemma ti prego non adesso, lasciami stare!’ la voce esasperata del riccio, mi fece rabbrividire.

Presi fiato ‘devo andare via?’ domandai alla porta. Non passarono neanche quindici secondi, poiché la porta si spalancò; mostrandomi un ragazzo bagnato, con un solo asciugamano legato in vita. Paradiso.

‘se ti disturbo…’ mi morsi il labbro, quando l’occhio cadde sui suoi addominali, poco scolpiti.

Scosse la testa ‘tu non mi disturbi mai.’ rise.

Mi fece accomodare nella sua stanza, mentre lui si ritirò con i vestiti nel suo bagno personale. Camera sua era perfetta, più pulita di quella di una ragazza. Guardai verso la scrivania, anch’essa era in perfetto ordine, mi sedetti sulla sedia. Incuriosita guardai i vari quaderni del ragazzo. Trovai vari disegni, ma soprattutto ritratti. Spostai una pila di libri, trovandoci sotto un quaderno rosso, lo aprì:

Ogni pagina riportava un testo di una canzone, erano tutte firmate da Harry; alcune parlavano d'amore, e altre su avvenimenti accaduti. Mi piacevano molto.

Sentii una pressione sulle spalle, prima che delle braccia mi avvolsero in un abbraccio.

‘non credevo fossi così curiosa.’ mi prese in giro, Harry.

Destined to be togetherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora