10° CAPITOLO

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Mi sentivo una stupida.

Erano passate due settimane dalla mia festa di compleanno, due intere settimane ad essere ignorata da Harry.

Senza volerlo era diventato il mio chiodo fisso. Lo avevo sempre in mente, come ora. Solitamente la filosofia mi distraeva sempre, invece in questo caso era solo d’impiccio.

Continuavo a pensare alle sue parole:

‘Harry il cazzo. Lasciami stare. Sai che ti dico? Adesso vado da Katie e me la scopo fino a domani mattina, poi passerò ad un'altra, e ancora un'altra. Non mi cercare, è finita.’

Il senso di colpa pervase il mio corpo più di una volta.

All’inizio credevo di non aver fatto nulla di male, invece sapevo di essere in torto.

Harry per tutta la serata era stato carino con me, non mi aveva mai lasciata; rifiutò le ragazze che gli si avvicinavano, per me. Io alla fine, avevo ballato con uno sconosciuto, e mi sono vantata di aver il suo numero, davanti a lui. Era deluso da me: quando tornammo a scuola, il lunedì successivo, Jake mi rubò un piccolo bacio, sempre davanti ai suoi occhi. Solo quel giorno lo vidi guardarmi con disgusto, e delusione.

‘signorina Mendler, mi sembra al quanto distratta, che ne dice di distrarsi in corridoio?’ la professoressa mi sbatté fuori dall’aula, di male in peggio. Recuperai velocemente i miei effetti personali, e sgattaiolai fuori dalla classe. Mi resi conto solo in quel momento, che durante la lezione Harry non c’era.

Non era un grandissimo studioso, si impegna in determinate materie, invece in altre no.

Sbuffai iniziando a girare per i corridoi. Presi le scale per dirigermi nel secondo plesso della scuola.

Sarei andata nel bagno femminile, lì c’era un ampio davanzale per sedermi.

Dopo circa cinque minuti arrivai al bagno, era completamente dall'altra parte della scuola.

Strinsi la bretella dello zaino, aprendo la porta. Strabuzzai gli occhi, quando vidi una coppia, mezza nuda.

La ragazza era seduta, con le gambe aperte, sul davanzale; invece lui, privato della maglia, giaceva in mezzo alle sue gambe. I sospiri e i gemiti, mi stava facendo ribrezzo.

‘esistono le camere.’ sbraita, facendo un passo avanti.

Il ragazzo si fermò nei movimenti, girandosi di scatto. Harry e Katie. Mi bloccai letteralmente, incapace di reagire. Ricollegai tutto, la lezione l’aveva saltata per lei.

Il riccio si staccò da lei ‘Niky, posso spiegarti tutto.’ si tirò su i pantaloni, girandosi.

Deglutì, vedendolo raccogliere la maglia, avvicinandosi a me.

‘tranquillo, non devi spiegarmi niente. Buona continuazione!’ sentii gli occhi pizzicarmi, non mi sarei mai fatta vedere piangere da due persone del genere, un briciolo di pudore ce l’avevano?

***

Iniziai a correre, arrivai in palestra, perché l'ora dopo sarebbe stata ginnastica. Mi sedetti sugli spalti e iniziai a piangere. Il mio viso diventò completamente rosso, mi mancava l'aria e mi sentivo morire. Stavo tirando fuori tutte le sensazioni, emozioni che avevo dentro dal giorno della festa. Il pianto diventava sempre più forte, isterico. Cercavo di smettere, ma sembrava impossibile.

Vibrò il telefono, era un messaggio. Harry, ovviamente.

'dove sei? Dobbiamo parlare. '

quel messaggio complico la situazione, non volevo parlare con lui. Non in quello stato, non c'è l'avrei fatta.

Destined to be togetherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora