27° CAPITOLO

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L’insonnia mi stava uccidendo, andavo avanti così da quando lessi la lettera di mio padre che conservai con orgoglio nel mio cassetto.

Passarono due mesi dall’accaduto e tra pochissime ore suonava la sveglia per il primo giorni di scuola: ultimo anno.

Ripensando a quest’ultimo periodo, se non fosse stato per i ragazzi, sarei rimasta completamente sola. Mi mancava mia madre, mi mancava essere un adolescente come gli altri, senza nessun tipo di preoccupazione, e mi mancava la mia migliore amica, Carly. In questo periodo la cercai molto, ma non rispose mai a una mia chiamata o a un mio messaggio. Sparita e per lei non contavo più nulla. Tagliò i ponti con tutti, senza degnarsi di dare una spiegazione a nessuno. In compenso creai un bel rapporto con Eleanor e Danielle, essendo le ragazze attuali di Louis e Liam, ma non frequentando il nostro istituto non avrei avuto il loro appoggio. Sapevo che da sola non ce l’avrei mai fatta, mi serviva una figura femminile dove posso contare sempre.

I pensieri vagavano nella testa. Ripensavo a tutto ciò che è andato perso, assieme al cuore. A volte mi chiedevo come esso riuscisse ancora a battere, dopo tutte le lacerazioni e le delusioni che ricevette. Mi sento spesso dire ‘nel mondo c’è qualcuno messo peggio di te’ quindi penso e mi dico: se loro non si arrendono, perché dovrei farlo io? Mi promisi di non arrendermi e di lottare fino alla fine.

Tutto ciò l'ho capii grazie agli uomini più importarti della mia vita, Harry e Zayn, il ragazzo che amavo e il mio migliore amico. Solo con entrambi riuscii ad aprirmi e parlare liberamente, mi chiusi in me stessa con tutti, tranne che con loro. Quando dicevo ‘va tutto bene’ sapevano che mentivo e quando sorridevo sapevano che era solo una maschera, ma quando ero con loro tutte le mie maschere, i miei ‘sto bene’ scomparivano.

Ammettevo di aver ancora voglia di scappare come successe un mese e mezzo fa…

«Voglio andarmene!» Portai la valigia lungo le scale e decisi di affrontare mia madre.

Il giorno dopo doveva partire per un viaggio importante «Cosa vorresti fare?» La sua acuta mi fece tremare «Vuoi scappare? Fai pure, ma ricordati che le persone non ti aspetteranno per sempre! Rischi di rimanere sola e di perdere tutti.» Strinsi al petto la lettera che scrissi per il mio ragazzo «Harry, poi? Davvero lo lasceresti con una lettera, dicendogli che tornerai quando lui stesso saprà che non sarà cosi? Ti credevo più combattiva.».

Non capii fin dall’inizio il discorso di mia madre, ma quando mi calmai e rimasi sola a pensare capii quanto avesse ragione. E come già promisi: non sarei più stata la Niky di prima che scappava e aveva paura, avrei stravolto me stessa.

***

Pov. Harry

Quella fottuta sveglia mi fece sobbalzare sul letto e con gran fatica mi alzai.

«Harry, sei sveglio o devo buttarti giù dal letto?» Sentii la voce di mia madre fuori dalla porta e sbuffai.

Indossai i jeans e la canotta nera e aprii la porta «Sono in piedi, mi vedi?» Passandomi una mano sul viso, sbadigliai.

«Sei in ritardo! E’ la quarta volta che ti chiamo!» Sgranai gli occhi e guardai l’orario: Niky mi avrebbe ucciso.

Mi innamorai di quella ragazza così in poco tempo che mi sorpresi io stesso. In passato non l’amai realmente, era più un infatuazione, ma questa volta ero più cotto che fritto.

Festeggiammo da poco i nostri cinque mesi di storia insieme e non potei essere il ragazzo più felice su questa terra. L’amavo e anche se sbagliai in passato, sapevo che non l avrei mai più fatta stare male. Lei era il mio ossigeno.

Parcheggiai nel vialetto e vidi la mia ragazza pronta per scuola, sotto la tettoia per ripararsi dalla pioggia.

Corse verso l’auto e salii «Già che c’eri potevi arrivare tra un’ora, no?» Si allacciò la cintura, nervosa. Odiava profondamente la pioggia, come me.

Destined to be togetherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora