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FEDERICA POV
Mi sveglio nel mio letto con ancora i vestiti di ieri sera addosso. Come cavolo sono finita qui? La mia mente ricollega tutto a Riccardo, e non posso fare a meno di sorridere.
Da oggi abbiamo 4 giorni liberi prima di registrare la puntata del 19 novembre, quella delle assegnazioni dei banchi.
Vedo una chiamata persa da Shady così la richiamo e decidiamo di vederci in hotel.
<<Papà mi accompagni all'hotel? Ti prego.>>
<<Si tesoro, ma andiamo subito. >>

Saliamo in macchina e mio padre mi guarda con aria interrogativa, così decido di iniziare un discorso da cui potrei non uscirne viva.
<<Papà devi dirmi qualcosa?>>
<<Chi è quel Riccardo?>> oh aiutoooo, lo sapevo che sarebbe uscito lui.
<<Un'amico.>> dico senza troppi ragionamenti.
<<Un'amico che ti accompagna a casa, ti prende in braccio che sembravi una principessa, ti rifà le coperte, ti lascia un bacio sulla fronte, e resta a fissarti 10 minuti, è un grande amico.>> sono senza parole. Riccardo ha fatto questo per me?
<<È stato a guardarmi mentre dormivo?>>
<<Era incantato. Secondo me non si è accorto che c'è stato un sacco. Tua madre pensava fosse pazzo, ma in realtà era lo stesso sguardo che Nico ti rivolgeva tutti i giorni.>> ride, ma si pente subito delle parole dette. Nico è un argomento che mi scuote e mi scuoterà sempre, non importa il tempo, è una ferita che non si può chiudere.
<<Tranquillo papà, è tutto okay.>> ora come ora, penso solo a Riccardo. Ho trovato un nuovo amico, ne sono felice. Se è come dice papà, lo sguardo di Nico è la prova che Riccardo tiene a me, ne ho proprio bisogno.

<<Ciao papi, ci vediamo dopo.>>
Entro in albergo e trovo tutti molto rilassati. Ci volevano questi gironi di pausa.
Saluto Mike, Vittoria, Shady e, a malavoglia, Giulia. Le cose vanno ancora peggio quando noto che Riccardo non c'è, volevo parlargli e ringrazialo.
<<Ciao Fede, sono Sebastian.>> un ragazzo alto dai capelli lunghi, si presenta. Dal fisico posso dedurre che sia un ballerino.
<<Piacere di conoscerti.>> gli sorrido.
<<Siamo in camera insieme.>> dice quasi in imbarazzo. Ora pensandoci bene, mi avevano detto che sarei stata con un ragazzo e una ragazza. Mettendo a confronto l'età, sono lui e Giulia. Fantastico. Io che odio le persone che parlano tanto, dovrò vivere con lei.
<<Ah ho capito, mi avevano detto di te.>>
<<Spero non sia un problema.>> che carino.
<<No assolutamente.>> dico avvicinandomi e abbracciandolo. Era nervoso, credo anche per la registrazione. Da quel che so, Andreas, un ragazzo che ha partecipato anche l'anno scorso, ha dovuto aiutarlo in un momento di sconforto. Sono felice che sia passato.
Lo saluto ed esco a fare una passeggiata.

Eccolo lì, che discute al telefono. È arrabbiato, si può vedere dalle vene che pulsano sul suo collo e dal viso arrossato.
Appena termina la chiamata mi avvicino per assicurarmi che stesse bene.
<<Riccardo tutto bene?>> dico toccandogli la spalla. Lui si gira di scatto. Ha gli occhi ignetati di sangue. È ubriaco, ubriaco marcio, di mattina.
<<Riccardo ma sei matto? Cosa stai facendo.>> si lo sto rimproverando.
<<Oh Federica fanculo.>> dice barcollando verso la macchina.
<<Dove hai intenzione di andare? Sei ubriaco, in macchina non ci sali.>>
<<Devo andare da quella stronza di mia madre.>> non so se essere arrabbiata per come ha definito sua madre o per l'essere ubriaco a quest'ora.
<<E tu chi sei per dirmelo?>> dice avvicinandosi minacciosamente a me.
<<Una ragazza che tiene a te.>> non ho paura, sono solo preoccupata per lui, dopo tutto non ci conosciamo così bene, non so come gestire la situazione.
<<Solo perché ti ho consolata dentro un fottuto cesso, in un fottuto locale, per quel tuo fottuto amico, non significa che ora hai qualche rapporto con me.>> a quelle parole il mio cuore si spezza. Completamente. Come può parlarmi così? Pensavo che fosse con me, dalla mia parte. Mi convinco che sia tutta colpa dell'alcool e che forse possa essere successo qualcosa di brutto. Mi convinco a non scappare.
<<Pensi che così facendo mi manderai via? Ti sbagli. Non ti lascio.>> dico prendendogli il braccio e trascinandolo dentro.
Tutti ci guardando in silenzio. Devo inventarmi qualcosa.
<<Mike, aiutami a portarlo in camera. Non si sente bene.>> spero non notino in che condizioni si trova.

<<Fede, ma che diavolo è successo?>> dice Mike preoccupato guardando l'amico ubriaco seduto sul letto.
<<Tralasciando la parte in cui mi insulta e mi ferisce, stava litigando al telefono. Quando sono arrivata era già così.>>
<<Non è la prima volta.>> dice sospirando. In tutto questo Riccardo si era addormentato come un bambino di 5 anni.
<<Mike che vuoi dire?>> sono preoccupata.
<<Lui e sua madre non vanno d'accordo, lei lo ha completamente abbandonato. In questi giorni Riki desiderava tanto una sua chiamata, evidentemente è finita male.>> sapevo che era successo qualcosa, quello di oggi non era il Riccardo che ho conosciuto.
<<Perché beve?>>
<<Perché odia soffrire.>>
Anche io odio soffrire, eppure non scappo mai, non riesco.
<<Ti dispiace se rimango un po' qui?>>
Dico sedendomi sul letto.
<<Tranquilla, vi lascio soli.>>
È davvero bello mentre dorme. Mi dispiace che stia soffrendo, non se lo merita proprio mentre vive il suo sogno.
Avrebbe potuto parlare con me, avremmo potuto confrontarci, invece a preferito rovinarsi.
Mi avvicino e gli sfioro la guancia.
Gli tolgo le scarpe e il giubbotto. Lo sposto un po', quanto basta da coprirlo con la coperta.
Lascio un tenero bacio sulla sua fronte, proprio come lui aveva fatto con me. In un secondo il suo braccio afferra il mio e mi ritrovo fa le sua braccia, sdraiata accanto a lui. Vorrei alzarmi, ma il mio corpo combacia perfettamente col suo. Io così piccola, lui così grande. Non so perché ma mi sento così al sicuro.
Mi addormento fra le sue braccia, nonostante sia mattina, il mio cervello è completamente andato in tilt.

Amici? No, innamorati. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora