La serata è passata velocemente.
<<Posso baciarti?>> chiedo.
Da quando Riccardo Marcuzzo si sente in imbarazzo a baciare una ragazza?
Forse è perché quella ragazza si chiama Federica Carta e potrebbe essere la donna della tua vita.
Non risponde solo perché le sue labbra si scontrano sulle mie con una voglia di avere di più, di smettere anche di respirare pur di avere un contatto.
I suoi baci sono la cosa più potente che ci sia.
<<Dobbiamo andare.>> tossisce Andreas.
Ormai è abituato ai nostri litigi, e ai nostri baci che vengono dopo.
<<Tu sei molto più bella di quel palo.>> sussurro al suo orecchio facendola ridere.
Saliamo in macchina e torniamo alla nostra amata casetta.
Domenica dobbiamo registrare già la quarta puntata e l'ansia che tutto questo possa finire da un momento all'altro, mi distrugge.
Cosa ne sarà della mia carriera? Inizierà? Sarò apprezzato finalmente?
Io amo i miei testi, e per quanto alla gente possano sembrare banali, non lo sono.
Sono miei esperienze, miei ricordi, espressi con il mio modo di fare e con tutto ciò che voglio trasmettere. Allegria, comprensione, confronto, riflessione, non so cosa arriva alla gente, ma qualcosa arriva.
<<A cosa stai pensando?>>
<<Niente di particolare.>> mi giustifico.
Non mi andava di trasmettere le mie preoccupazioni a lei, sopratutto perché è anche una di esse.
La perderò?
Staremo insieme anche fuori?
Ci accetteranno?
Io la amo, basterà.
<<Dormiamo insieme?>>
La sua voce esce con il tono più dolce che io abbia mai sentito.
Non so perché si senta in dovere di chiedermi queste cose, dopotutto abbiamo solo avuto un piccolo litigo per una causa anche troppo banale, quindi non riesco a capirla.
<<Pensavi che non avremmo dormito insieme? È già tanto che mi sta trattenendo dallo spogliarti.>>
Cazzo se mi sto trattenendo, ho una voglia matta di sentirla mia, ma finché saremo qui sarà impossibile.
Le sue guance sono tinte di rosso e sul mio viso non può che non sbucare un sorriso.
È una cucciolina.
Okay, ritiro tutto, mi vergogno di me stesso.
Mi avvicino riprendendo il controllo e allungo una mano per slacciarle il vestito.
Tiro giù la cerniera delicatamente e le sfilo il vestito.
Nella stanza inizia a fare abbastanza caldo, ma non mi interessa, voglio godermi questo piccolo momento perché di più non posso avere.
<<Riccardo dovresti fermarti.>> mi sussurra.
So che però vorrebbe il contrario, stiamo aspettando da un po' il nostro momento.
<<Federica, non riesco a fermarmi.>>
Le bacio il collo e la sento gemere sotto il mio tocco.
Oh cara Fede, non si torna indietro.
Prendo il suo viso fra le mani per baciarla ma lei mi precede.
Finiamo per cadere sul letto senza renderci conto che la passione si fa troppo forte.
<<Riccardo non qui.>> si alza di scatto ricomponendosi.
Rimango un po' deluso ma so che in fondo è giusto così.
<<Ti amo, e non penso ad altro, ma non adesso.>> mi sorride.
So che è la verità, non sono arrabbiato.
<<Ti amo anche io.>>
La tiro per un braccio rimettendola sul letto.
<<Almeno dormiamo insieme però.>> mi lamento.
Si distende appoggiandosi al mio petto. La stringo avvicinandola sempre di più. Voglio che la distanza tra noi sia inesistente.
<<Riccardo dopo il talent ti prego non lasciarmi.>> la sento sussurrare prima di vederla chiudere gli occhi .
Non la lascerei per nulla al mondo.
Siamo solo all'inizio della nostra bellissima storia.
Compreremo una casa, un cane, faremo un bambino, una bambina, ci sposeremo, vivremo insieme per sempre.
Un'amore così non posso lasciarlo scappare.
Lei ha saputo guarirmi. Non penso più di essere solo, mia madre e la mancanza di affetto non sono più un problema.
Federica ha riempito tutti i buchi che si erano creati, per esempio io bere dopo una delusione.
Ora grazie a lei se succede qualcosa so che scappare non è la soluzione migliore.L'amavo anche durante il pomeridiano, quando non mi ricordavo di tutte le cose successe prima di quell'incidente, ma comunque sapevo che lei era speciale.
Usciti da qui, saremo più forti del mondo.
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Amici? No, innamorati.
FanfictionUn'amore nato in una scuola. Un'amore che travolgerà due caratteri così diversi, ma così vicini.