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RICCARDO POV
Sono andato dal dottore, come promesso.
Ha detto che il mio problema potrebbe essere causato da uno stato di disagio e ansia per me stesso, quindi questo mio rimuovere determinati ricordi è causato dal fatto di eliminare le mie emozioni derivate da essi.

Meccanismo psichico di difesa inconsapevole. Poi ha continuato, parlandomi di Sigmund Freud e delle sue scoperte.

Insomma ho capito che è tutta colpa mia, come al solito, e che devo "sconfiggere le mie paure".

Il destino ha deciso però di farmele sconfiggere subito.

Federica è seduta sulle scale dell'albergo da sola.

Mi avvicino, dopotutto io ci so fare con le ragazze, perché mi faccio tutti questi problemi? Riccardo muovi quelle gambe e avvicinati, ah, mi raccomando, vedi di parlare.

<<Ehi Fede.>> ho usato un tono dolcissimo che quasi vomito prima io che lei.

<<Riki.>>

I nostri sguardi si incontrano, tipo saette o cose così.
Per uno come me che crede nel colpo di fulmine questo è un colpo al cuore.

<<Io mi ricordo di te, voglio dire, so che avevamo legato.>>  la vedo alzarsi in piedi di scatto.
Vorrei tanto sapere a cosa pensa, ma non fa che guardarmi e studiarmi, se solo non sapessi che è impossibile, giurerei di essere arrossito.

<<Riccardo stai arrossendo?>> come non detto.
La sua risata, è la cosa più bella che abbia mai sentito.

<<Forse.>> dico poi sorridendo a mia volta.

Cavolo, perché dimenticarmi di questa sensazione?
2 minuti passati con lei e già sono su un altro pianeta. 

<<Ci siamo conosciuti al mio provino.>> inizia.
Una scena di me in albergo che la ignoro, si fa spazio nella mia mente.

<<Non in albergo?>> dico senza pensarci.

<<Ti ricordi?>> la speranza nei suoi occhi mi fa venire una voglia matta di mentirle, ma non lo farò.

<<Ho un immagine di me che ti ignoro.>>

<<Perché infatti è successo.>>

<<Davvero?>> l'unico motivo che mi avrebbe spinto ad ignorarla è sicuramente mia madre.

<<Si. Il giorno dopo, però, mi hai salvato, hai salvato il mio futuro.>> è persa in quel ricordo che sembra così bello.

<<Ho chiesto ad una ragazza di entrare al tuo posto, mi sono presentato, e sono rimasto ad ascoltarti. È così vero? Dimmi che è così.>>

I suoi occhi si illuminano dopo le mie parole.

Corre verso di me e mi salta letteralmente addosso, tipo scimmietta o koala.
Io ovviamente, con la mia agilità, la prendo e la tengo stretta, è stato tutto molto naturale, come se il mio corpo non aspettasse altro che il contatto con il suo.

Non so il tempo che è passato mentre la tenevo sospesa e la stringevo sempre di più.
Potrebbero essere passati minuti come ore.
Quando lei scende mi sento completamente vuoto, più che altro svuotato, in un secondo.

<<Riccardo scusa se non ti sono stata vicino, è che mi sentivo colpevole, o arrabbiata, dato che non ti ricordavi proprio di me.>>
abbassa lo sguardo, come se i suoi piedi fossero diventati la cosa più bella da guardare.

<<Fede, non so perché sia successo, ma insieme la supereremo, e io voglio sapere il motivo che mi lega tanto a te.>>

La vedo sorridere, e sento il sorriso formarsi anche sulle mie labbra.

<<Riccardo, ora devo andare, ma magari possiamo vederci e parlare.>>

Io annuisco e la saluto con la mano.

È stato bello, veramente un bel momento.

Ma tutte quelle cavolo di emozioni che ho provato mi spaventano, forse è questo il motivo del non voler ricordare.
Perché se io mi sforzassi un po', sarei in grado di ricordare come è successo oggi.

Lei ha bisogno di amore e di tante attenzioni.
Io non sono in grado, non lo sono mai stato.
L'amore a casa mia, non esiste.

Amici? No, innamorati. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora