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RICCARDO POV
Sono un coglione, lo so.
Anzi no, non è vero, sono solo fragile, e per qualche assurdo motivo ora non mi ricordo la persona che l'ultima volta mi aveva aiutato.

Sono in un letto di ospedale, fortunatamente, tutto intero, e senza aver causato nessun danno.
Eppure so di aver fatto del male a qualcuno, qualcuno che ora sarebbe deluso di me, ma non mi viene in mente nessuno, perché nessuno si è mai preoccupato di come stessi o di cosa facessi.
I dottori hanno detto che potrei avere dei vuoti di memoria che non si sa quando potrebbero tornare.
In teoria credo vada tutto bene.

Mi suona il telefono.
È Mike.
<<Ehi, mi hai fatto preoccupare.>> dice sospirando.
<<Scusa bro, come vanno le cose lì?>> sicuramente sarà entrato e spero di poterci riuscire anche io.
<<Se vuoi sapere di Fede, era preoccupatissima.>>
<<Fede?>> chiedo confuso. Chi è? E come mai era preoccupata? È una ragazza che mi viene dietro ed è così insignificante da non ricordarmela nemmeno? Sono messo bene.
<<Non ti ricordi di lei?>> è scioccato.
<<Dovrei? Sento che qualcosa non va, ma non penso sia una ragazza, voglio dire, io non mi innamoro.>> è così vero? Non sono innamorato? Ma quale amore, magari è solo una nuova amica, ma si sa, io non so nemmeno cosa significa amare.
<<Credo che tu debba schiarirti le idee.>> dice per poi attaccare.
Perfetto, ecco come passare il tempo, scervellandomi per una ragazza che nemmeno conosco, almeno, così ricordo io.

L'ho chiamata e la sua voce mi ha provocato così tanti brividi, da dover chiudere il discorso ed attaccare. Sembrava quasi una conversazione con la mia ex, l'unica cosa, è che questa Fede mi ha fatto impazzire con due frasi.

Domani torno a Roma, sono pronto, devo entrare, far vedere a tutti quanto valgo.

Dopo una notte insonne, una giornata passata sul letto, e un viaggio per Roma, sono distrutto.
Arrivo in albergo, dove non c'è quasi nessuno, salgo in camera e poso le mie cose.
Poi un piccolo particolare mi fa riflettere, Mike porta mutande da donna e reggiseni? Per non parlare dei vestiti che non sono di certo il suo stile. Non voglio credere di averlo lasciato solo qualche giorno e di ritrovarlo impegnato con qualcuna della scuola.
Mi stupisce sempre quel ragazzo.
Scendo giù nella hall e subito una ragazza si avvicina a me tutta agitata.
<<Riccardo? Oddio come stai?>> la ragazza dai capelli neri e il fisico senza dubbio di una ballerina, mi guarda sorridente.
<<Bene.>> dico cercando di non farle notare la mia mancanza di memoria sul suo nome.
<<Non parliamo dalla sera al locale, mi sei mancato.>> dice continuando a sorridere. Le vocine nella mia testa mi suggeriscono un nome: Giulia.
<<Mi dispiace Giulia.>> alla peggio se sbaglio il nome sono giustificato.
<<Tranquillo, recupereremo il tempo perso, dopo tutto abbiamo un bel rapporto vero?>> in realtà non lo so, suppongo di si, non ricordo.
<<Ora devo andare, è stato bello rivederti.>> mi invento questo bellissimo complimento, più falso dell'amore di mia madre, e me ne vado.

Dentro agli studi, i professori mi danno il bentornato, insieme a qualche mio compagno, felice di vedermi.
Alla fine la vedo.
Una ragazza che appena ha incrociato il mio sguardo è scappata.
È quella Federica?
Chi lo sa.
Voglio chiarire, sapere chi è questa ragazza, e il perché di questa sua reazione.
Oppure posso andarmene da quella Giulia che sembrava molto più disposta ad aiutarmi, e diciamoci la verità, era veramente carina.
Potrei darmi anche io da fare come Mike.
Prendo una decisone saggia.
Andare a dormire.

Amici? No, innamorati. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora