RICCARDO POV
Sono un cretino, e il bello è che ormai non so nemmeno più quando parte la modalità 'Riccardo stupido', tanto l'ho accesa così tante volte.
Federica è scappata vai senza dire nulla, eppure stava andando tutto così bene. Mi ha salvato da quella Giulia che in mezz'ora mi ha raccontato tutta la sua vita, e poi, improvvisamente si è irrigidita, giurerei di averle visto gli occhi lucidi.
Vedo Andreas in lontananza e gli chiedo se ha visto Fede. Mi dice che è andata in bagno.
Non potrei entrare, però per lei, farò un'eccezione. La sento singhiozzare da qua e mi si spezza il cuore. Ripenso a quello che avrei potuto fare o dire, ma non mi viene in mente niente di così orribile da farla scoppiare così.
Busso alla porta del bagno in cui si è rinchiusa.
<<Fede aprirmi.>> dico nel tono più dolce possibile.
<<Riccardo ho bisogno di stare sola.>>
<<No Federica, non è vero. Hai bisogno di qualcuno. Apri questa porta.>>
Quando apre la porta me la ritrovo davanti, col trucco colato, i capelli spettinati, le guance e gli occhi arrossati. Entro e mi chiudo la porta alle spalle. L'abbraccio forte. La stringo e la coccolo tra le mie braccia. Ho un senso di protezione verso questa ragazza, sarà forse per la sua poca altezza che trasmette dolcezza, o per la sua tenera età, o per la sua storia e il suo dolore, non so. Io non sono così, ma nel giro di tre gironi, ho bisogno di starle accanto.
<<Riccardo..>>
<<Shhh...Sfogati con me.>> la incoraggio.
Vedo che non riesce ad aprirsi.
<<So del tuo amico.>> dico accarezzandole i capelli. Lei si stacca e mi guarda dritto negli occhi.
<<Come fai a sapere di Nico?>> non riesco a capire se è arrabbiata o solo sorpresa.
<<Ho guardato la tua esibizione. Non avevo intenzione di ascoltare, ma ero curioso di sentirti cantare.>> accenno un sorriso.
<<Perché non sei rimasto?>> mi sarei aspettato tutto tranne questo.
<<Pensavo non volessi parlarne.>>
<<Ed è così.>> dice secca.
Resto a fissarla senza dire niente, ma poi è lei che inizia a parlare.
<<Solo Nico mi chiamava Paper, era il mio nomignolo che lui adorava. Tagliente e fragile allo stesso tempo, come la carta. >> si stava aprendo con me. Come mi è venuto in mente di chiamarla così, mi maledico mentalmente in tutte le lingue possibili ed immaginabili.
<<Scusami Fede, non volevo.>> dico spostandole i capelli dal viso. <<Da ora sarai la mia piccola Fede.>> non gli do nemmeno il tempo di rispondere, le prendo la mano e l'accompagno fuori.La accompagno fino a casa.
Durante il viaggio si è addormentata,così quando arriviamo decido di non svegliarla. La prendo a mo di principessa e suono al campanello. Sua madre in un primo momento si spaventa, credendo fosse svenuta o cose così.
<<Signora mi chiamo Riccardo, sono un'amico della scuola. Si è addormentata in macchina e non volevo svegliarla, è tutto okay.>> sembro quasi un bravo ragazzo educato. Non è da me.
<<Grazie davvero, sei stato gentilissimo.>>
Chiedo di poterla portare in camera sua, e così faccio. La poso sul letto e le rimbocco le coperte. Poi le lascio un dolce bacio sulla fronte e resto a guardarla per un secondo. Solo ora mi accorgo di quanto sia bella.
<<È tardi, dovresti andare. È pericolo viaggiare a quest'ora.>> la madre mi distrae dal mio stato di trans.
<<Ha ragione. Buonanotte.>>
Esco e salgo in macchina per tornare in albergo. Ad accogliermi c'è un Mike e un Andreas curiosi. Mi fanno paura.<<È cotto.>> dice Andreas.
<<È proprio andato.>> dice Mike.
<<Non è vero.>> dico io.Dopo un'ora passata a discutere finalmente ci addormentiamo.
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Amici? No, innamorati.
FanfictionUn'amore nato in una scuola. Un'amore che travolgerà due caratteri così diversi, ma così vicini.