-Introduzione-

2.6K 95 3
                                    

Era tardo pomeriggio e vagava ormai da ore nella desolata Raccoon City. I vestiti imbrattati di sangue e un mal di testa che non le dava pace. Indossava dei pantaloncini di jeans con sotto delle parigine che tenevano ben saldi ai lati delle cosce una pistola e un pugnale, sopra la canotta grigia zuppa di sangue e ai piedi degli stivali col tacco che le arrivavano fino al polpaccio, custodendone all'interno, un pugnale ai lati delle gambe.
Ricordava di chiamarsi Ray, da quanto aveva letto sul fascicolo rubato qualche ora prima, all'alveare dell'Umbrella Corporation, aveva dovuto uccidere tutti gli agenti presenti e per fortuna era riuscita a contenere il virus T, evitando così che si diffondesse.
Era riuscita a procurarsi uno zaino, in cui ci aveva messo i preziosi documenti e due pistole con la loro scatola di proiettili .
Era stata addestrata duramente, divenendo una delle donne più letali del mondo,sapeva sparare e combattere come il più spietato dei killer,ma non sapeva che l' H.Y.D.R.A. , la bramava da molto tempo, più di ogni altro individuo al mondo. Aveva il costante ricordo di un soldato, di cui non ricordava il nome, che gli ronzava nella testa, aveva pochi ricordi della sua vita.

I capelli castani e mossi, sporchi di sangue, le si appicivano al viso mentre camminava nella silenziosa città in cerca di un auto.

Una divisa beije, le gambe lunghe e la corporatura slanciata,le labbra sottili e gli occhi azzurri, il mento distinguibile da una fossetta nel centro, i capelli corti e scuri, portati ordinati con un sottile strato di gelatina, coperti dal capello da soldato. Se lo ricordava così il suo sergente , non realizzava minimamente chi fosse, ma a giudicare dal bacio che la marchiava a fuoco nel suo ricordo,dovevano aver avuto dei precedenti, le sorrideva mentre aspettava il treno e vedeva le labbra sottili mimarle un "Ti amo" , prima che l'uomo salisse sul mezzo.
Il ricordo finiva così, ogni volta.
Aveva solo alcune memorie di sé e delle poche persone che conosceva, solo il bel sergente viveva nella sua testa .
Si avvicinò ad un auto abbandonata di colore blu, non doveva dare troppo nell'occhio, aprì la portiera sedendosi sul sedile di guida, sentendo il sole bollente picchiare sul tetto della macchina e sulla stoffa dei copri sedili, le chiavi erano ancora nel quadrante, le girò mettendo in moto mentre si allacciava la cintura e partì con destinazione Whashington D.C .
Non aveva soldi; perciò avrebbe dovuto guidare per quattro ore fino a New York, inoltre la gente sarebbe scappata terrorizzata vedendo i suoi vestiti macchiati dal sangue. Raggiunse la destinazione quando ormai era sera inoltrata, scese dalla macchina e con un agilità e la furtività degna di un felino, si intrufulò dentro ad un negozio di vestiti, senza far scattare l'allarme.
Si cambiò velocemente la maglia e uscì dal negozio con l'intenzione di apostarsi nel bronx, per quella notte avrebbe dormito in macchina, se ci sarebbe riuscita e l'indomani mattina sarebbe andata a cercarsi un lavoro per permettersi una stanza di un motel o un piccolo appartamento, non troppo lussuoso.

To be continued...

A thousand lifesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora