-Capitolo 10:Doppio ricordo -

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Ormai erano le due di notte quando si rimisero in viaggio con l'auto nera della spia russa, mentre Ray sempre a distanza continuava a seguirli, se l'avrebbero vista tutto il suo piano sarebbe saltato, non poteva permetterselo.
Li pedinò per tutta la notte, e mentre i due dormivano appostati ne approfittò per intrufolarsi all'interno del centro commerciale, si cambiò mettendosi una felpa nera  con il cappuccio, dei pantaloni blu degli occhiali da sole,  un cappello con la visiera, rindossò anche le armi e ritornò all'esterno appostandosi all'inizio in una fitta boscaglia buia poco più lontana dal parcheggio.
Salì su un albero e si sdraiò sopra un lungo ramo, da lì avrebbe potuto sorvegliarli senza dare nell'occhio.
Inevitabilmente Ray si addormentò esausta della nottata.

Stalingrado, Siberia. Maggio 1945.
La ragazza si sentiva strana in presenza del suo istruttore, aveva ricordi non completi di quel sergente. Faceva di tutto pur di passare più tempo del dovuto con lui, se necessario sbagliava anche gli esercizi che gli assegnava durante gli allenamenti, sentiva una sensazione calda e densa propagarsi dal cuore sino al cervello quando era in sua presenza, la faceva stare bene.

<<Per oggi può bastare >>disse il soldato esausto dell'intenso pomeriggio.

<<Grazie >>sussurrò in russo Ray mentre si congedava . Fu scortata dalle guardie e fu portata nella sua stanza,rigorosamente sorvegliata giorno e notte, Alian non poteva permettersi di lasciarla scappare e fallire, l'Umbrella Corporation, se necessario lo avrebbe cercato per mari e monti,così come l'H.Y.D.R.A.
Si fece una doccia e si addormentò pesantemente,quella sera per la prima volta iniziò a sognare ricordi quasi completi del suo passato con il bel soldato, ovvero il suo insegnante dall'identità vagamente misteriosa.

Brooklyn, New York. Febbraio 1943.
I due ragazzi si svegliarono, ancora assonati dalla notte d'amore precedente, all'alba di quel mattino di metà febbraio, stuzzicati dai raggi del pallido sole biricchino, che quella mattina aveva deciso di ricordargli con malincuore che Bucky sarebbe dovuto ripartire insieme a Steve e gli altri commandos per la Germania, a distruggere l'ultima sede dell' H.Y.D.R.A .
Ray svegliò dolcemente il suo fidanzato, si mise la sua camicia azzurra e andò in cucina a preparargli il caffé.
Poco dopo il bel giovane fece capolino nella stanza con la divisa da sergente.
La ragazza lo guardò, gli andò incontro con passi tranquilli e li sistemò la cravatta gialla e gli diede un bacio augurandogli il buongiorno.

Qualche ora dopo arrivarono a casa di Stark da dove sarebbero partiti con l'aereo privato progettato da lui.

<<Fai buon viaggio e mi raccomando non farti sparare addosso. >>disse la ragazza prendendogli il viso tra le mani e gli lascio un dolce bacio dal sapore di addio.

<<Ci proverò >>disse sorridente per poi ribaciarla.
Steve gli affiancò aspettando che lo salutasse. Lo abbracciò, quel gesto valeva più di mille parole.

<<Stai attento anche tu e stagli sempre vicino, proteggilo. >>disse mentre si staccava dal contatto
del suo migliore amico.

<<Puoi contarci. >>le disse il Capitano sorridente.
Poco dopo Peggy e Ray salutarono gli uomini e tornarono ognuna nel proprio appartamento.

La ragazza si svegliò aprendo di scatto gli occhi, mentre respirava affannosamente all'interno della stanza buia dell'organizzazione russa.

Contemporaneamente alla sé stessa dei suoi ricordi si svegliò indolenzita dal sonno passato sul ramo dell 'albero, non proprio comodo.
Si accorse, scorgendo da lontano che anche gli altri due si erano svegliati dopo la nottata di inseguimenti.
Decise di scendere dall'albero e senza farsi vedere li seguì all'interno del centro commerciale.

To be continued...

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