-Capitolo 24:Dolci ricordi e partenze-

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Stalingrado, Siberia. Febbraio
1945.
Ray stava facendo degli addominali mentre il soldato le teneva le ginocchia piegate, salde al pavimento con un braccio,appoggiato in orizzontale, aveva in mano un libro scritto in russo e lo leggeva ad alta voce distraendo la ragazza dai dolori dovuti allo sforzo.
La  boccolata si tirò su di scatto e tirò via il libro dalle mani del soldato che era distratto dalla lettura.

<<Ehy! Ridammelo! >>disse il soldato.

<<Prima devi prendermi. >>disse la ragazza alzandosi e iniziando a correre, mentre il Soldato la inseguiva unendosi alle sue risate.
Si fermò davanti ad un vicolo cieco e indietreggiò fino a toccare il muro con la schiena mentre Bucky si avvicinava a lei,la osservava, pervaso da un ricordo di tre anni prima, la stessa scena si era ripetuta alla Stark Expo, la stava per baciare.
Si avvicinò al suo viso, poggiandole una mano sulla guancia mentre con il pollice le accarezzava uno zigomo, Ray lo guardava con gli occhi grandi e blu che la facevano sembrare una bambina.

<<Ti amo >>le sussurrò dolcemente Bucky .

<<Anche io >>rispose Ray chiudendo gli occhi beandosi del tocco delicato del sergente che si affrettò a posarle un dolce ma passionale bacio sulle labbra, la ragazza lasciò andare il libro che scivolò a terra.
Lui la costrinse ad agganciarsi con le gambe al suo bacino mentre la castana  gli tirava leggermente i capelli colta dal piacere del momento.
Finirono di nuovo nella camera di Bucky, dove fecero l'amore per tutta la nottata,era rimasta a dormire lì,fu la notte in cui concepirono il loro figlio mai nato. Il loro non era sesso, perché a svestirsi e a farlo ne erano capaci tutti, il loro era un amore profondo, aveva resistito tutto quel tempo e avrebbe continuato a farlo.Loro vivevano di piccoli e semplici momenti, in cui ogni minimo sfioramento,anche se un'insignificante dettaglio, per loro valeva molto.
Si erano rapiti l'un l'altra, ormai si appartenevano,erano dipendenti l'uno dall'altra, non riuscivano a stare lontani per più di un minuto. Erano così simili eppure così diversi.

La ragazza boccolata si svegliò di buon ora, si fece una doccia lasciandosi scivolare di dosso tutti quei pensieri, doveva concentrarsi, era la sua prima missione come membro degli Avengers, avrebbe dovuto dare il meglio di sé.
Si mise un completo intimo pulito, e si rivestii con la tuta che gli era stata fornita da Fury, tirando la zip fino al solco del seno sodo , era come quella di Natasha, solo che era blu scuro con delle striature argento che partivano dai lati delle spalle e finivano alle caviglie, ai piedi degli stivali del medesimo colore, appena rialzati dove all'interno nascondeva dei pugnali col manico dello stesso colore della tuta.
Caricò anche due glock nere, una la mise dentro la fondina e l'altra l'agganciò alla cinturina appena sotto la fodera, dove si celava l'ultima arma da taglio, poi dietro alla schiena grazie alla placca calamitata che aveva in mezzo alle spalle, ci agganciò una mitralietta nera e carica.
Si legò i capelli in una coda alta che poi intrecciò chiudendola alla fine con un elastico trasparente e uscì da camera sua per raggiungere i suoi compagni, avrebbe fatto squadra con Steve, ormai suo partner fisso, ma non il migliore, quello lo era stato solo il suo bel soldato.

To be continued...

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