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Alle dieci di sera però, dopo aver mangiato insieme nella caffetteria, mi ha quasi spinta dentro il taxi. Nei venti minuti in macchina ho rivisto posti che pensavo non mi mancassero, e una volta arrivati nel Tateville ho quasi sorriso. Casa. Un posto sperduto in mezzo alla Foresta Nazionale, appena fuori Phoenix, circondato da infinite punte verdi. Sulla via principale ho abbassato la testa per non rischiare di vedere qualche volto famigliare. La metà delle attività è degli Angels MC, qualcuno, ridendo direbbe che sono proprietari di tutta la città. Forse è vero adesso, non lo so più. Le conversazioni con papà erano molto vaghe, mai del club e mai di lui.

La macchina inchioda davanti a casa, scendo inspirando l'aria gelida di febbraio, e la fisso attraverso la nuvola bianca del mio respiro. È buia e deserta, senza la moto davanti. Un tempo, il giardino era più curato, la luce sopra la porta accesa, per me, quando tornavo tardi da qualche festa o discoteca.

Stringo le chiavi in tasca e faccio il giro, passo vicino al garage, per vedere anche lo stato del giardino sul retro. Non sto temporeggiando, voglio solo vedere se ci sono i miei fiori. Sul retro qualche filo d'erba c'è ancora, così come anche gli alberi in fondo e i vasi colorati che ho piazzato nelle aiuole. È tutto buio però, e silenzioso come il davanti, con la staccionata grigia e piegata, una vergogna in confronto a quella del signor Nelson.

Il freddo comincia ad entrarmi nelle ossa, mi giro verso il portico pensando di entrare dal retro e quasi urlo. Per un attimo, mi sembra di vedere mia nonna, babushka, seduta sulla sedia bianca sotto la finestra. Tremo da testa a piedi e stringo i denti. Hai davvero bisogno di dormire Elena. Stritolando le chiavi e la maniglia del mio bagaglio a mano torno verso la porta principale. Col cavolo che entro da dietro, non dopo averla vista. Smettila non l'hai vista! Mi tremano le mani, ma riesco ad entrare sbattendola e richiudendola a chiave; per tenere fuori il freddo, è ovvio, perché la casa è calda. Accendo tutte le luci: del soggiorno, della cucina e del corridoio e mi siedo sul divano per riprendere fiato.

Non è cambiato niente, anzi è più spoglia di prima. Manca qualche foto mia e qualche trofeo di danza, ma la foto e la croce d'argento di babushka sono ancora lì, tra i miei romanzi e le sue Bibbie. Dal bagaglio tiro fuori la scatola di legno, scura e quadrata, e la metto sul tavolino davanti a me. Mi fa venire di nuovo i brividi e allora decido di rinchiuderla nel cassetto della biblioteca a muro, sotto la TV. Rialzandomi vengo faccia a faccia con gli occhi verdi della foto, mi fissano senza sorridere.

"Non portamelo via." Sussurro insieme ad altre preghiere prima di fare il segno della croce.

"Forza." Respiro profondamente e comincio a fare le scale. Un interruttore alla volta. La sua stanza è la prima, accendo l'ennesima luce e fisso il letto fatto. La foto di noi due sul muro sopra i cuscini, e quella di Mindy sul comodino. Si stringono e si baciano con passione li, la moto dietro, durante una delle solite gite in mezzo alla natura. Mi piange il cuore e mi piego in due sulla porta perché ho bisogno di aria.

"Stai bene?"

"Che cazzo?!" mi tengo stretta il petto cercando di calmare il cuore impazzito. "Cosa ci fai qui?!" in mezzo al corridoio illuminato, Snipe mi fissa con indosso solo i boxer, la faccia mezza addormentata e i capelli biondi spettinati. È magnifico. È un déjà-vu.

"Ci vivo."

"Ma... Non te ne sei mai andato?"

"No." Un'altra cosa che papà si è dimenticato di dirmi. "Lui è solo, io anche, quindi che senso aveva?"

"È ora che tu ti trasferisca allora."

"Perché stai così bene sola?" mi indica col braccio buono le luci accese. È più grosso di come me lo ricordavo, tutto muscoli, con l'aggiunta di altri tatuaggi sul braccio sinistro, e sul petto. I capelli sono lunghi, e ha la barba. Dovevo controllare che non ci fosse prima di farmi spaventare dai fantasmi. Nel tentativo di non fissarlo troppo mi guardo intorno e mi accorgo che la porta della mia stanza è aperta.

Tutto o nienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora