Il suono di una risata mi sveglia e mi ci vogliono attimi prima di capire il perché. È una donna! Si sente ancora, un po' più soffuso di prima e mi costringe a rendermi conto di ciò che mi accade intorno. Il mio cuscino si muove, sale lentamente per poi ritornare giù e il leggero tamburino che arriva dall'interno mi rilassa, calma i miei sensi. Sono pronta a riaddormentarmi ma un rumore di pentole rimbomba dal corridoio, e mi costringe ad aprire gli occhi e ad alzare la testa. Devo pulirmi la bocca perché ho sbavato, mi capita qualche volta quando sono troppo stanca o troppo rilassata, solo che stavolta vorrei morire per l'imbarazzo, perché ho sbavato su di lui.
"Che schifo." Mi dice sfregandosi un occhio fissando la saliva che ha in mezzo al petto. Mi pulisco l'angolo della bocca e con la faccia in fiamme provo a strofinare via la bava con l'angolo del lenzuolo. Il diavolo mi fissa ridendo e penso di volerlo soffocare col cuscino.
"Ti ho solo fatto un favore!" dico strofinando più forte levandogli anche qualche filo chiaro che ha sopra il cuore eppure non smette di sghignazzare. "Ti ho rinfrescato!" Ringhio tirandogli una pacca e per la prima volta mi fermo a fissare da vicino l'aquila che ha sul pettorale destro, le striature di inchiostro nero risaltano nella luce che filtra da dietro le tende. Ha le ali spiegate e sembra stia per prendere il volo, tiene tra gli artigli un ancora, mi fissa e allungo le dita provando ad accarezzare le sue piuma finte.
"No." Dice stritolandomi la mano nella sua, sembra teso adesso, forse quasi arrabbiato, ma mi tiene li cosi, senza muoversi. I suoni che mi hanno svegliata rimbombano ancora, arrivano dalla cucina, mi giro e guardo la porta confusa.
"È Mindy!" dico entusiasta liberando la mia mano provando sollevarmi. Gli sono quasi sopra, non ci ho poggiato solo la testa ma anche metà del corpo e un'intera gamba, e non so come ma siamo riusciti a creare un bozzolo col lenzuolo bianco. "Che ore sono?" chiedo cercando di liberarmi dalla stoffa che ho attorno alla vita e alle gambe.
"Quasi le dieci." Risponde senza muoversi di un centimetro anche quando provo a spingerlo. Si limita a spostarmi alcune ciocche dalla faccia, gioca coi miei capelli sciolti e noto solo ora il mio elastico attorno al suo polso, ma li avevo legati ieri, no? E poi mi torna in mente: il brunch! Sono in ritardo per il brunch se papà sta già facendo colazione! Scatto dal letto liberandomi dal lenzuolo solo per metà, mi segue anche quando sono in piedi, per metà fisso sotto il suo corpo; il pezzo finale mi fa quasi lo sgambetto e perdo l'equilibrio sulla porta del bagno. Scivolo e batto forte le ginocchia contro le piastrelle. Non faccio nemmeno in tempo ad imprecare o a sdraiarmi in posizione fetale abbracciando le mie membra ferite, che mi prende di peso e mi mette seduta accanto al lavandino, in mezzo alle sue cose da bagno.
"Ahia." Mi lamento mentre mi sposta le gambe, mi afferra il ginocchio e lo fissa da vicino. Il bagno è illuminato solo dalla luce della finestrella sopra la doccia, la chiazza rossa sul mio ginocchio destro però, è ben visibile. Piccole goccioline di sangue ora scivolano in giù e il rossore attorno preannuncia il colore giallo e viola che avrò i giorni a seguire. Mi sono fatta male io, ma è lui ad avere il respiro pesante, l'ombra negli occhi è tornata e stacca quasi il cassetto vicino alla gamba sinistra nel tentativo di prendere la scatolina bianca del kit medico. "Greg." Dico piano ma vengo ignorata, mi medica senza dire una parola, qualsiasi sorriso o ricordo degli attimi prima, completamente svaniti. Cura la mia ferita come se fosse una questione di vita e di morte, glielo lascio fare e dopo aver messo anche il cerotto resta fermo, piegato in avanti con le braccia vicine a me, la testa bassa. Mi ero dimenticata che gli dà fastidio il sangue.
"Gregory." Provo ancora piano, accarezzo leggermente anche i disegni che ha sul braccio. "Sto bene." Sussurro abbassandomi, provo a guardarlo negli occhi che ora tiene ben chiusi, si sta concentrando sul respiro.
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Tutto o niente
RomanceDopo due anni, Elena è costretta a tornare nella città natale ad affrontare i suoi demoni e l'uomo che le ha spezzato il cuore. Snipe, V.P. degli Angels M.C., è disposto a tutto pur di riaverla. *** "Voglio questo. Ho sempre voluto solo questo." Tra...