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Mi sono riposata, cambiata e levata di dosso il profumo di fiori finti e cari. E quasi sera e sento il bisogno di risolvere le cose, di chiedere scusa cominciando dal mio amico silenzioso. Sospiro guardandomi allo specchio, è così che dovrei essere sempre: coi capelli sciolti, i jeans corti e la maglietta scura che mi scopre una spalla. Sono un Angel, che mi piaccia o no, non sarò mai come vorrebbero loro, non so nemmeno se voglio esserlo. Prendo la borsa col computer, la scatolina col telefono nuovo che non abbiamo fatto in tempo ad aprire e guido la Volvo fino al club. Parcheggio e il profumo di grigliata, le risate e il fumo mi accolgono subito. Ogni sera è cosi, spendono il tempo insieme e non perdono mai l'occasione per divertirsi; saluto chi incontro all'ingresso, vicino al bar e con lo sguardo cerco Boston. Sono sorpresa nel vedere anche Mindy, è in braccio a papà dietro ad un tavolino isolato, vicino alla sala biliardo; si baciano ignorando gli altri e non riesco a non sorridere. Li saluto contenta e l'abbraccio forte senza farla alzare, godo un po' per l'imbarazzo che le colora le guance di rosso, i ruoli si sono invertiti ma sono felice di vederla qui. Mi sembra che le cose tra di loro siano accelerate, che l'avermi conosciuta abbia consolidato un qualcosa che c'era già. Papà mi dice che il Novizio è da qualche parte fuori a leggere i suoi libri ed è così che lo trovo, seduto ad un tavolino fuori, isolato sotto una luce appesa. Legge e sottolinea il mio vecchio libro di scienze e stringe le labbra quando mi vede avvicinarmi. Mi ci piazzo davanti e stringo più forte la maniglia della borsa computer.

"Mi dispiace." Dico con tono deciso e sembra sorpreso. Mi siedo sulla panca davanti a lui e gli spingo davanti il computer e il telefono che tiro fuori dalla borsetta. "Avevi ragione." Continuo quando non mi rivolge ancora la parola. "Siamo comunque amici, si?" sembra strano anche a me, ma sembra che abbiamo davvero legato, l'ho persino cercato oggi quando sono salita da sola nel taxi. Non pensavo che mi avrebbe mancato il suo stalking. Accende il computer e riprendiamo da dove siamo rimasti e quando mi sembra che abbia capito mi sposto accanto a lui e lavoriamo sul telefono. Facciamo un po' di selfie e penso di vederlo quasi sorridere quando gli mostro la pagina Facebook di Stef. Sembra entusiasta quando mi invia il primo SMS con una faccina sorridente, e poi una risata cristallina da qualche parte alla mia sinistra mi fa battere il cuore più veloce. Linda è vicina ad un albero è sembra al settimo cielo, Sniper appoggiato al braccio sopra la sua testa le sussurra qualcosa all'orecchio tenendo una birra tra le dita. Mi fa male la pancia e mi rigiro verso Boston mandando giù la saliva, li guarda anche lui prima di sospirare.

"Ci ho guadagnato un colloquio." È l'unica nota positiva della giornata e non è nemmeno grazie a Thomas, ma a Lizzie. Mi ha chiamata poco dopo essermene andata per dirmi che in un'azienda che conosce cercano una segretaria, a lei sono bastate un paio di ore per capire di cosa avevo bisogno, a lui invece importa solo di sé stesso. Boston fissa a denti stretti Greg dietro di me e sono certa che lei faccia a posta a ridere così forte, io invece fisso lo schermo che s'illumina quando Stef risponde al suo Ciao, sono Boston. "Ho litigato anche con lei." Gli racconto il mio pomeriggio mentre le invia la stessa faccina sorridente e sembra deluso, lo sono anch'io. "Cosa fanno ora?" chiedo senza girarmi quando lo vedo stringere i pugni dopo l'ennesima occhiata, si baciano mi risponde prima di sfiorarmi con le dita il braccio. Le mie spalle scendono imitandomi il cuore che si ferma nello stomaco e abbasso la testa sospirando. "Sa di Thomas." aggiungo, come se servisse a giustificare la situazione, hai rovinato tutto penso tra me e me. Ma cosa c'era da rovinare?

"Vuoi andare da Stefani?" mi chiede lui e il mio cuore urla si, mentre la testa dice no.

"Non prima di aver lasciato Tommy." Rispondo fissandogli le sopracciglia alzate. "Vede altre quando non ci sono vero?" la rapidità con cui evita i miei occhi me lo conferma, non che ci volesse un genio a capirlo. Dentro me lo sapevo già, e non lo biasimo, non ho mai specificato che siamo esclusivi e non mi ha più sfiorata. Mi sento più leggera perché mi ha reso le cose facili.

Tutto o nienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora