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Mi sveglio accanto a lui e lo fisso dormire. Non ho più capito niente dopo averlo visto ieri, ci siamo allontanati dagli altri e abbiamo parlato per ore, soli, guardando le stelle come un tempo. Mi ha baciata e stretta come se gli ultimi due anni non fossero mai esistiti e poi siamo entrati di nascosto nella sua stanza e ci siamo amati come l'ultima volta.

È stato uguale e diverso allo stesso tempo, è più muscoloso, forse anche più alto. I suoi capelli neri sembrano più lunghi e le sue mani più esperte. Il Tommy di un tempo non avrebbe bevuto, e non sarebbe mai andato alla discoteca sul lago, ma poi, l'Elena di due anni fa non sarebbe più andata a letto con lui. Eppure è l'unico che abbia mai amato, ed è tornato quando ne sentivo il bisogno, mi ha fatta sentire speciale, desiderata.

Mi alzo piano per non disturbarlo, ancora certa che non si sveglierà mai a quest'ora del mattino, sorrido quasi ripensando alle sue abitudini, ai nostri ricordi. Mi rimetto i vestiti e gli lascio un bigliettino col mio numero e accanto: ceniamo insieme stasera? Penso di riuscire ad uscire di casa senza farmi sentire, ma quando sto per chiudere la porta vengo faccia a faccia con sua madre.

"Eli! Che bello rivederti!" mi bacia le guance, restando un po' distante e faccio finta di non vedere come giudica il mio abbigliamento. Con loro ho sempre evitato di mettere magliette del club, ho sempre voluto essere presentabile, assomigliare alla signora che alle sei del mattino ha su la camicetta perfettamente stirata e uno chignon stretto in cima alla testa.

"Buongiorno Margaret." Cerco di non sembrare troppo in imbarazzo, dopotutto non stavo sgattaiolando fuori dalla camera da letto di suo figlio.

"Vuoi un passaggio?" mi chiede ed insiste quando provo a rifiutare, non mi hanno mai portata davanti a casa, mi hanno sempre lasciata all'angolo della strada, un po' perché lo volevo io, un po' perché non volevano fermarsi a parlare con papà. Il sentimento era reciproco, anche se non gliel'ho mai detto.

"Sai, è un bene che vi siete rivisti." Mi dice infine quando stiamo ormai andando. "Thomas ultimamente sta prendendo una brutta strada." Non chiedo spiegazioni. "Ora ha in testa quest'idea di andare in Europa." Sembra esasperata, io invece sono grata che sia tornato anche se solo per poco. "Magari riesci a fargli cambiare idea?" chiede speranzosa toccandomi la gamba. "Eravate una coppia cosi carina Eli, magari ha voglia di restare per te." non ho intenzione di chiedergli niente, non vede l'ora di partire, me lo ha già accennato ieri, e poi, non sono proprio sicura che voglio che resti.

"Posso provare." Mento, sorridendo controvoglia. Lei sembra più contenta, mi ero dimenticata di come riesce a farmi sentire a disagio con uno sguardo. Si ferma all'angolo della strada come al solito e le bacio la guancia come facevo un tempo prima di scendere, proprio mentre papà parcheggia davanti a casa.

Lei fa finta di non vederlo e torna indietro, lui mi sta fissando, azzardo un sorriso non corrisposto.

"È tornato Tommy." Dico con un filo di voce, la faccia rossa. Mi guardo le mani mentre apre la porta di casa e mi fa passare. Non aggiunge altro, va dritto alla caffettiera e l'accende, lo imito prendendo i piatti e cominciando ad apparecchiare. Ci muoviamo in sintonia, senza dire una parola. Tiro fuori l'insalata di patate e il prosciutto dal frigo e ci sediamo a mangiare. Fisso il terzo piatto e mi chiedo cosa sia meglio: che scenda o che non ci sia.

"Quando?" chiede infine con la bocca piena.

"L'altro ieri." Dico e si limita ad alzare le sopracciglia, la mia coscienza invece riempie i suoi silenzi non hai perso tempo eh? "Si ferma solo un po' di settimane e poi va in Europa." Sembra rilassarsi prima che aggiunga: "Mi ha chiesto se ho voglia di andare con lui."

Tutto o nienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora