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Boston è stato con me tutto il giorno, mi segue silenzioso guardandosi in giro con le mani in tasca, il suo gilet in pelle nera con dietro il logo degli Angels attira non pochi sguardi. Non so se mi sento più insignificante ad uscire con Stef o con lui, le ragazze lo guardano e sghignazzano. È un bel ragazzo, coi suoi capelli medio lunghi e il suo viso candido potrebbe essere in qualche gruppo musicale o in qualche squadra di nuoto, questo, unito all'aria da cattivo ragazzo che cavalca una moto deve sembrare il connubio perfetto per le altre.

Ho già comprato tutto quello che mi serve, sia per il pranzo dei ragazzi che per la cena di stasera, ora stiamo cercando un tavolo con una bella tovaglia da sistemare sul portico, ho deciso che non ceneremo sull'isola come al solito, ma fuori. Fa già caldo e sistemando qualche lucina colorata e il pannello divisorio dalla parte del signor Nelson riuscirò a creare una bella atmosfera intima, è un'occasione speciale.

"Allora preferisci quello nero o quello marrone?" Chiedo a nessuno, perché lui si è già allontanato, e davanti al reparto elettronica e sta fissando i portatili. La ragazza dietro il bancone chiacchera allegra girandosi i capelli biondi tra le dita, non penso si sia nemmeno accorta che non la sta ascoltando. "Quello marrone sì, penso anch'io." Dico a me stessa afferrando lo scatolone vicino al tavolo in legno, lo trascino e provo a sollevarlo verso il carrello ma è più veloce di me, me lo strappa dalle mani e lo sistema in basso.

"Vuoi un computer?" chiedo mentre ci spostiamo verso gli scaffali con le tovaglie.

"Lo sai usare?" sembra sorpreso, come se ci volesse una laurea. Alzo le spalle disinvolta e rispondo che non è poi così difficile, ne ho uno vecchio a casa che non accendo mai e poi una volta che hai imparato sono tutti uguali.

"Se vuoi ti mostro." Dico mentre faccio passare un po' di stoffe tra le dita, penso che la prenderò bianca. È semplice ma elegante e ha il bordo ornato da un leggero pizzo.

"Si." Risponde deciso, e sorrido.

"La signora al liceo ha detto che posso prendere il diploma online, senza frequentare, basta avere un computer." Mi sforzo di tenere gli occhi sulla busta che ho tra le dita, mi sorprende sempre di più, le cose che gli escono dalla bocca alcune volte mi danno i brividi.

"Sei andato a chiedere da solo?" sono quasi pronta a congratularlo ma poi scuote la testa.

"Mi ha accompagnato Jake." Annuisco tornando indietro verso la ragazza che non lo ha mollato un secondo con lo sguardo. È meno allegra ora che ci sono io, e cerco di non arrabbiarmi troppo quando risponde a ogni mia domanda guardando lui, aspettando che le dica qualcosa. Lui tiene gli occhi fissi sul suo acquisto e mi lascia fare la transazione, passa la sua carta di credito a me e non a lei, e si tiene a due passi di distanza quando la cassiera mi porta la scatola e lo scontrino.

"Siete fratelli?" Azzarda speranzosa e ne ho abbastanza, mi sento anche un po' offesa, non sono alla sua altezza?

"No. È il mio fidanzato." Rispondo nervosa e la vedo arrossire, non aggiunge altro dopo quello, Boston invece sorride. Immagino mi sia grato per aver fatto cessare le attenzioni nei suo confronti.

"Voglio anche uno di quelli." Mi sussurra indicandomi i cellulari.

"Ma ne hai già uno, no?" tira fuori il suo modello vecchio e capisco subito perché voglia quello di ultima generazione, sul suo può ricevere solo chiamate e messaggi, è il modello più semplice che esista, in bianco e nero, che non si scarica mai.

Lo aggiungiamo al carrello e cerco di non farmi tormentare dalle domande quando mi chiede di insegnargli come si usa anche quello, sono di buon umore oggi. Non è uno al passo coi tempi, tutto qui; la accetto come scusa mentre torniamo a casa.

Tutto o nienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora