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Che cosa strana l'alcool.

Fisso il locale dal mio angolo remoto, guardo corpi muoversi attraverso il mio bicchiere quasi vuoto. Amo il senso di leggerezza, mi ero quasi dimenticata del rimedio che da ai muscoli tesi ed al fastidio che sento in mezzo al petto. Sono già al secondo, o forse terzo bicchiere, ma me lo merito: ho avuto una giornata difficile e non è ancora finita.

Mi manca Stefani.

Il pensiero mi coglie cosi alla sprovvista che mi scollo in un attimo un altro liquido appena ordinato. Tiro tra i denti l'aria e ignoro il mio istinto, blocco sul nascere il mio cuore. Ho persino la malsana idea di prendere il telefono, forse parlarci, ma si dev'essere sparsa la voce della mia visita e dei miei giri perché ho più di dieci chiamate perse.

La testa mi gira già, non sono ancora pronta a dare spiegazioni. Non voglio sentire la sua voce.

La giornata è stata impegnativa, snervante e lunga, mando giù l'ultimo sorso pensando ai miei piani e all'accelerata pazzesca che hanno subito.

Dopo aver visto i Vendicatori sono passata da Linda – alzo le dita per far arrivare un altro drink e mi strofino la faccia. Sono andata a casa dell'arpia e le ho offerto un lavoro. L'incredulità mi fa scuotere la testa, ridere e stringere i denti allo stesso tempo - perché malgrado tutto, ha accettato. D'altronde come poteva non farlo? Le si può dire di tutto, ma è stata la migliore coreografa che abbiamo mai avuto per il Night.

Ricordo balli provocatori e serate indimenticabili che persino biker di altri club menzionavano con nostalgia. E poi, ha una testa sulle spalle perché ha capito subito le mie idee, l'atmosfera che voglio creare per l'apertura.

Il grande spettacolo con ali nere, bianche e rosse.

E quando ho visto suo marito, non bastando, ho offerto un lavoro anche a lui. Assaporo altro liquido sulla lingua e mi convinco che sia davvero perché fa il contabile, e non perché sia bello da morire. Stef lo definirebbe "un angelo coi fiocchi", alto, moro e con le spalle larghe. Non c'è da sorprendersi che sia corsa a mettere giù il figlio per non lasciarci soli, per impedirgli di accettare.

Ma, solo uno stupido avrebbe rifiutato: paghiamo di più, gli orari sono flessibili e siamo a due passi, senza dimenticarci della giacca in pelle, del logo e dello status. Chissà, forse lei assaggerà la sua stessa medicina, le avance di groupie ipotetiche mi consolano più della coscienza che mi sussurra:

Linda sarà una Signora.

So già che il nuovo contabile diventerà in men che non si dica un Principiante, per poi passare allo status di membro effettivo. Deve solo fare le carte giuste, gestire bene i soldi e supportare i controlli di Rosa. Ho convinto persino lei a tornare, a riprendere gli incontri domenicali e ad organizzare assieme a me una grande festa per le riaperture. Ha acconsentito a tutto, tutto tranne che dirmi dov'è Kiddo.

Sei matta mi sussurro, ma ho una visione chiara. Ora so cosa voglio, so come far risplendere il Club.

Trascino i piedi fuori per prendere aria, per rilassarmi e non sbattere la testa contro il tavolo. Riempio i polmoni di ossigeno nel vicolo buio ed umido dietro il locale, di cui so la posizione, ma non il nome.

"Vuoi?" Mi dice un'ombra a due passi da me. Non riesco a vederlo bene in faccia, ma mi tende un pacchetto di sigarette ed accetto. Un vizio vale l'altro e mentre me l'accende, vedo il tatuaggio sulla sua guancia. La goccia che scende sotto l'occhio sinistro.

"Sinner." Dico sperando che il fumo appena ispirato calmi anche i miei nervi, che mi dia la spinta di fare quello che sono venuta a fare.

"Si." Risponde quasi contento, immagino faccia piacere essere riconosciuti in una città non sua. "Ci conosciamo?" scuoto la testa perché è vero, non l'ho mai visto prima. Si avvicina, poggia il braccio sopra la mia testa e mi sussurra che potremmo condividere anche altro, e non solo una sigaretta.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 12, 2020 ⏰

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