Capitolo 1 - Prima

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*Lili*

Stesa sul divano della modesta casa di mia madre, ripenso agli ultimi avvenimenti affrontati pochi giorni or sono. Non è un passeggiata dover traslocare dalla propria abitazione, dover buttare al vento anni di vita ben costruita poiché la persona che credevi ti amasse, non lo faceva davvero.
Io e Brian potevamo prendere le nostre cose, trovare un confortevole appartamento a Vancouver e vivere la nostra vita insieme. Fortunatamente tutto è crollato, prima che fosse troppo tardi. O forse mi sto solo auto convincendo perché il nodo alla gola che ho in questi giorni non accenna a trasformarsi in gioia per la mia nuova carriera.
La luce pomeridiana del sole entra timida dalla grande finestra del salotto. Ho le ossa indolenzite e mi sento molto debole. Oggi è il grande giorno: sono elettrizzata all'idea di incontrare il cast di Riverdale. Nonostante abbia già preso contatto con Camila Mendes, che interpreterà Veronica Lodge, gli altri sono per me ancora persone sconosciute, magari precedentemente viste in televisione, oppure sui vari social network.

Dopo una veloce doccia calda e dopo una frettolosa merenda, decido di coricarmi nuovamente sul divano. Faccio respiri profondi, per convincermi che andrà tutto bene. Tutto questo viene interrotto dal fastidioso suono del mio cellulare. Sul piccolo schermo compare nitido il nome "Brian Rove" e tutta la mia buona volontà di ignorarlo scompare nel nulla. Il nodo alla gola non può essere ancora più grande di così, giusto? Decido di premere la cornetta verde.
«Lils», dice subito, senza riflettere. Odio quel soprannome, ma decido di tacere, come al solito.
«Stai bene?». La sua voce è insicura, imbarazzata e in un qual modo pentita. Mi mordo il labbro inferiore per impedire a me stessa di combinare cazzate.
«Sì», rispondo, con il tono più neutro possibile: non sono brava a mascherare le emozioni.
«Abiti da tua madre ora?»
«Cosa t'importa?», chiedo, sperando con tutta me stessa che non venga a cercarmi.
«Volevo chiederti scusa», continua, cambiando discorso. Nella mia mente me lo immagino in piedi al centro della stanza, imbarazzato che si passa una mano sul retro del capo. Scaccio l'immagine dalla mente, scuotendo la testa.
«Devo andare Brian.»
Prendo il cellulare tra le mani e schiaccio la cornetta rossa, in modo da non cadere nuovamente nella sua banale trappola: altre patetiche scuse e avrei potuto lasciarmi andare. Chiudo gli occhi ed una lacrima scivola sul mio viso, seguita da molte altre. I singhiozzi accompagnano il dolore.

___

L'ora prestabilita per l'incontro giunge velocemente, decido di indossare un corto abito bianco in pizzo, con sotto un costume, perché sull'invito era "altamente consigliato". Prendo borsa e chiavi e fatto un comodo chignon saluto mia madre e mi dirigo alla meta.

Parcheggio l'auto in un posteggio molto affollato e per uscire dal veicolo devo fare i salti mortali. Mi soffermo poi ad osservare l'enorme casa corrispondente all'indirizzo scritto sull'invito. È grande due volte quella di mia madre, è candida e contornata da maestosi alberi. Non sono molte le abitazioni vicine, perciò il silenzio regna sovrano. Se fosse notte potrei dire di essere stata catapultata in un film dell'orrore.
«Dentro dev'essere proprio bella.»
Sento una voce alle mie spalle e mi volto all'istante. Un ragazzo, notevolmente più alto di me, dai corti capelli biondo cenere e dagli occhi verdi, mi si avvicina con un sorriso. Subito lo riconosco, ma d'altronde, chi non lo riconoscerebbe? Cole Sprouse, il mio collega che interpreterà Jughead Jones, mi si avvicina e mi porge la mano.
«Devi essere Lili». Ricambio la stretta ed anche il sorriso.
«E tu Cole». Pur di sembrare stupida, cerco di far finta di non conoscerlo: chi non ha mai visto Zack e Cody quando era piccolo?
Cole ed io ci incamminiamo e cominciamo a chiacchierare e a far battute, come se ci conoscessimo da molto tempo. La sua risata inoltre è molto contagiosa. Mi sento a mio agio e conosco questo ragazzo da poco più di cinque minuti: questo mi fa sperare che anche tutto il resto del cast possa essere così socievole.
Arrivati alla porta d'entrata lui bussa rumorosamente. Ad aprirci è Roberto Sacasa, il produttore dello show, che ci guarda sorridente. Dopo le dovute presentazioni, l'uomo ci guida alla sala principale, dove sono sedute tre persone che parlano allegre. Subito collego i volti ai profili sui social media. Camila si alza per prima e mi abbraccia forte: sapevo che non ci sarebbe stato imbarazzo tra di noi. Un ragazzo molto muscoloso e dai capelli castani si alza per secondo.
«KJ Apa, piacere». Mi rivolge un largo sorriso e ricambio, presentandomi allegra. KJ abbraccia Cole: evidentemente i due si sono già conosciuti in precedenza. Una ragazza dai capelli rossi, Madelaine, si alza a seguire, dopodiché ci sediamo tutti sul sofà ed ascoltiamo il discorso del produttore. Durante il monologo osservo attentamente i miei nuovi colleghi: sembrano tutti così felici e spensierati, rilassati e tranquilli. Noto che Cole, di fronte a me, spesso si passa una mano tra i capelli biondi e ci gioca, poiché dei ciuffi ribelli gli ricadono sulla fronte. A questo gesto sorrido: sembra quasi comico. Quando mi accorgo di essermi soffermata troppo sul biondo, decido di concentrarmi nuovamente sul discorso di Roberto.
«Bene ragazzi, ora vi lascio un po' di tempo per conoscervi meglio. Avevo invitato altri componenti del cast, ma sfortunatamente non sono potuti venire. Vi lascio a disposizione il buffet e la piscina idromassaggio, per qualsiasi cosa non esitate a chiamarmi».
Sacasa conclude il suo discorso e si assenta per un istante.
«Mi piace il fatto che ci sia un buffet a mia disposizione», dico, senza riflettere. Tutti scoppiano a ridere ed io mi sento bene, come non lo ero ormai da giorni.
Finalmente forse potrò considerarmi davvero felice, dopo gli ultimi giorni di tristezza. Spero di poter ritrovare la gioia con questo cast e spero di poter dimenticare gli avvenimenti negativi. Forse finalmente potrò sentirmi parte di qualcosa e non essere solo "la ragazza di Brian Rove". Sento che Riverdale mi potrà donare un brandello di luce in questo periodo di oscurità.

Nitido || SprousehartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora