Capitolo 31

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Per un'atmosfera più piacevole, quando nel capitolo nomino "Hymn for the weekend" dei Coldplay, fate partire il brano che vi lascio qui sopra. Buona lettura!

*Cole*

-Vado a darmi una rinfrescata.- Mi fa sapere lei non appena entriamo in casa. Io annuisco, porto la mia roba in camera e torno nella sala principale. Accendo il camino ed apro le finestre per rinfrescare  l'ambiente: in questa casa non ci viene mai nessuno se non io una volta ogni tanto, perciò l'odore di aria viziata si sente molto.
Mi guardo intorno ed è proprio come l'ultima volta. Mi metto le mani sui fianchi e non sapendo cosa fare nell'attesa, comincio ad osservare dei vecchi CD su uno scaffale altrettanto vecchio. Sono tutti di mio padre e la maggior parte appartengono agli anni settanta ed ottanta, con qualche eccezione per degli album di artisti più recenti, sicuramente appartenenti a Dylan.  Soffio per togliere un po' di polvere e trovo un disco con una custodia trasparente. Sopra ci sono scritte in indelebile delle lettere tremolanti che formano la parola "casuale". Non so a chi appartenga, la scrittura maiuscola mi impedisce di capirlo, ma provo ad inserire il CD nel lettore per lasciarmi sorprendere.
Schiaccio play e dopo svariati secondi di silenzio che mi hanno lasciato credere che qualcosa non funzionasse, ecco che comincia un brano degli anni ottanta dei The Police: "Every breath you take". Per un paio di istanti mi soffermo ad ascoltarli, ma poi decido di passare al brano successivo, incuriosito dal contenuto. La canzone seguente mi trasporta però agli anni duemila, con i The Fray. Capisco che i creatori di questo album sono mio fratello oppure la sua ragazza, perché molte volte mi hanno parlato di questo gruppo.

La cronologia dei brani non ha alcun senso logico nemmeno in quelli successivi, ma sono veramente belli, orecchiabili e famosi.
-È fantastico questo CD.- Mi fa sapere la voce di Lili alle mie spalle. Quando mi volto mi soffermo ad osservarla. Indossa dei pantaloncini neri ed una corta maglietta bianca che lascia intravedere il suo reggiseno in pizzo, del medesimo colore. Le sue gambe paiono non finire più, mentre è ferma sulla soglia della porta che divide il soggiorno dalla mia stanza. Forse resto a bocca aperta nel contemplarla, perché sorride a scuote il capo imbarazzata.
-Dylan ha davvero degli ottimi gusti musicali.- Continua avvicinandosi al lettore della musica, facendomi indietreggiare di un paio di passi. Ci passa una mano sopra per togliere un ulteriore strato di polvere, mentre io resto accanto a lei, ancora con lo sguardo perso sul suo profilo.
-Scommetto che lo ha obbligato la sua ragazza ad ascoltare questa musica.- Dico, avvicinandomi ancora un poco a lei. Voglio sentire il suo buon profumo fresco di shampoo.
Lili schiaccia ancora il tasto per passare alla canzone successiva ed ecco che arriva "Hymn For The Weekend" dei Coldplay.
-Questa canzone è la vita!- Esclama girandosi verso di me con gli occhi lucenti ed un sorriso smagliante. Mi prende per mano e mi porta al centro del salone. Comincia a muoversi a ritmo e cerca di trasportarmi insieme a lei. Io resto immobile, un po' in imbarazzo, ma continuo a sorridere come un'idiota.
-Lasciati andare.- Mi sussurra, avvicinando il suo corpo al mio, in modo sempre più spensierato e felice. Il suo intento non è quello di ballare in modo sensuale, ma le sue movenze non curate, ma pur sempre ammirevoli, non mi dispiacciono affatto. Lentamente la mia mano si posa sul suo fianco sinistro e subito dopo segue l'altra. Lei continua a muoversi a tempo e così comincio anch'io. Cerco di sciogliermi e divertirmi insieme a lei. Mentre le note della canzone continuano ad accompagnare i nostri movimenti e le nostre risate, le sue delicate mani si spostano sul mio collo e poi sul mio capo.
Sempre più vicini, sempre più desiderosi l'uno dell'altra. I miei capelli ormai sempre scompigliati, ora lo sono ancor di più a causa sua. Sorridiamo ed entrambi guardiamo i nostri sorrisi. È fantastico finalmente ritrovarsi da soli, uno in compagnia dell'altra.

Ad un dato punto le note non sono più così forti, forse perché mi sto concentrando solo su di lei, avendo già perso il controllo delle mie mosse già da un po'.
Al momento del ritornello, decido di fare quel gesto che nella settimana precedente mi è mancato terribilmente. Quel gesto che vorrei compiere tutta la vita solo e soltanto con lei.
La bacio, perché mi sembra la cosa giusta da fare in questo momento.
La bacio, per farle sentire quanto mi sia mancata l'aria in sua assenza e per farle comprendere i miei sentimenti non ancora svelati.
Non le ho mai detto che sono innamorato di lei, non le ho mai detto che quel sentimento che all'inizio sembrava banale è ora qualcosa che forse nemmeno io riesco a controllare.

Lei intensifica il mio gesto ed io non posso fare a meno di sorridere come un'idiota, come ormai mi sono abituato a fare in sua presenza. Entrambi barcolliamo fino al divano del salone. Nessuno dei due si tira indietro e a me non passa nemmeno per la testa l'idea di farlo. Mi siedo perciò sul sofà e lei sulle mie gambe. Non sento il suo peso su di me: è come se tutta l'aria intorno a noi si fosse d'improvviso alleggerita.

Lei si allontana lentamente dal mio viso, forse per riprendere fiato o semplicemente per guardarmi. Con le dita sfiora i miei capelli neri, ed i suoi occhi viaggiano su di loro. Un'altra canzone a me sconosciuta comincia a riecheggiare per la stanza.

Timida come la sua mano tra i miei capelli, la mia scende fino al lembo più in basso della sua t-shirt bianca. Giocherello e prendo tempo, aspettando quel suo sorriso che non tarda ad arrivare. La sua mano poi si sposta sulla mia camicia e comincia a sbottonare uno dei cinque bottoni neri che la tengono chiusa.
Poi un altro.
Ed un altro ancora.

Molto lentamente, come se ad ogni bottone in più mi chiedesse prima il permesso di andare avanti.
Alla fine la mia camicia rimane aperta e le sue dita vagano sul mio petto e sul mio addome, fredde come lame, ma delicate come piume.
Io comincio perciò a far scivolare la mia mano destra sotto la sua maglietta bianca ed i miei polpastrelli sentono la pelle nuda e morbida del suo ventre. Forse la faccio rabbrividire perché impercettibilmente i suoi muscoli si contraggono per un istante. Sfilo la mano confuso, con la paura di non averla fatta sentire a suo agio. Lei la prende nella sua e si avvicina al mio orecchio.
-Continua.- Sussurra, facendomi sorridere di nuovo. Quando riprendo a toccare la sua pelle, lei si avvicina alle mie labbra e lascia su di esse tanti piccoli baci leggeri.

Continuiamo così: lentamente gustiamo l'amore che ci unisce, scambiandoci gesti che ci fanno sentire bene.

-Lili.- Dico flebilmente sulle sue labbra. Lei non risponde, ma si allontana leggermente.
-Sono innamorato di te, lo sai?- Le faccio sapere, osservando  la sua sagoma illuminata dalla luce fioca delle fiamme del camino, ormai quasi spente.
-Ed io lo sono di te.- Mi risponde, dedicandomi il più grande sorriso che io abbia mai visto comparire su quel suo volto lucente.

Diamine quanto amo questo capitolo.
Le parole dei Coldplay in questa canzone mi sembrano perfette per descrivere al meglio la scena! Spero vi sia piaciuto il capitolo, fatemelo sapere.
A presto!!!

Nitido || SprousehartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora