Capitolo 6

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*Cole*

Il fantastico e impeccabile Kyle ha già conquistato l'amore di tutto il cast. Con il suo sorrisetto compiaciuto e con i suoi muscoli perfetti, tutti gli occhi sono puntati su di lui. Sono un adulto, e come tale dovrei cercare di fare la persona matura e perciò dovrei riuscire a parlargli, ma non è nei miei piani al momento. Mi limito a restare impassibile e a sorridere quando gli altri cercano di inserirmi nella conversazione. Lili ha ragione: rovino l'atmosfera per un paio di capricci infantili. All'esterno la pioggia comincia a scendere velocemente ed i lampi ed i temporali accompagnano la fine della nostra cena.
«Quante volte a settimana ti alleni KJ? Hai un bel fisico», commenta Kyle.
«Anche tutti i giorni, spesso mi alleno con Cole.»
Il pallone gonfiato mi guarda stupito e confuso, come se l'idea che mi alleni non fosse plausibile. Vorrei picchiare il mio amico per avermi messo in mezzo a questo discorso, ma evito di commentare e abbasso nuovamente lo sguardo.
«Qualcosa non va, Kyle?», chiede Lili, come se fosse irritata. La guardo stupefatto.
«No, nulla», le risponde lui, sorridendole e mostrandole tutti i suoi denti bianchi. Lei non ricambia il sorriso, ma cerca il cameriere per chiedere il conto.

Usciti dal ristorante, la pioggia è molto violenta.
«È proprio forte la pioggia stasera », commenta inutilmente il biondo. Lui apre l'ombrello e invita la ragazza dagli immensi occhi azzurri a rifugiarcisi sotto. Lili gentilmente rifiuta e si rifugia sotto al mio. Kyle sembra confuso ed è come se sul suo volto siano dipinte innumerevoli domande a cui non sa dare risposta. Il mio sorriso è enorme, mentre Lili sembra aver cambiato totalmente umore.
«Dovresti essere meno triste, sai?», dico, alludendo alla frase che mi disse poche ore orsono.
«Disse il ragazzo che non sorrise per tutta la sera». Incrocia le braccia al petto, come fa sempre.
«Mi hai detto di chiamarti quando non sarei stato più "depresso", no?- Le dico, facendola sorridere. Dopodiché alza il capo, mi guarda e ride.

*Lili*

Dopo aver salutato Kyle, tutti si dirigono nella propria stanza, me compresa. Mi tolgo il vestito, mi sistemo per la notte e mi butto sul letto. Pensavo di andare d'accordo con Kyle, ma invece si è rivelato solo un ennesima delusione. Guardava Cole come se fosse un alieno, come se fosse stupido. Non sopporto chi tratta male i miei amici, ma d'altronde da queste poche ore passate insieme, ho capito che anche le cose in comune erano veramente poche. Mi rigiro nel letto più volte, ma non sono per nulla stanca. Lo schermo del cellulare sul mio comodino si illumina, perciò decido di afferrarlo. È un messaggio su Whatsapp, da parte di Cole:

"La bambina amava più Zack o più Cody?"

Con il sorriso sulle labbra rispondo:

"Lo sa solo la bambina."

Mi manda un emoji triste.

"Qualcuno ha problemi a dormire?", mi scrive subito dopo. Guardo l'ora: è l'una e mezza del mattino.

"Sto solo pensando troppo.", rispondo.

"Non essere triste, okay? D'altronde era solo un pallone gonfiato", cerca di tranquillizzarmi, facendomi nuovamente sorridere.
Dopo alcuni minuti di messaggi decidiamo entrambi di farci trasportare in un bel sonno profondo.

Mi sveglio verso le otto del mattino perché l'aereo per Vancouver parte alle dieci e mezza. Raggiungo gli altri in sala colazione e tutti hanno un viso stanchissimo. Mi posiziono al tavolo dopo aver preso una tazza di caffè fumante e grazie ad una misteriosa forza superiore riesco a non addormentarmi sul posto.
«Andiamo scansafatiche, il bus parte tra poco», ci incita Casey, cioè l'unica persona pimpante nella sala.

Nonostante il nostro volo fosse in ritardo di due ore e mezza e nonostante le cinque ore di viaggio, finalmente possiamo ritornare nelle nostre abitazioni. Sono ormai le sei del pomeriggio quando Cole si posiziona nell'auto per accompagnare me, Mads e KJ a casa. Il rosso è quello che abita più vicino, perciò Cole lo scarica subito davanti a casa sua. Il viaggio fino all'appartamento mio e di Madelaine è relativamente breve.
«Siamo arrivate fanciulle», scherza il moro, posteggiando nel vialetto di casa nostra.
«Vuoi restare a cena? Sei il benvenuto», lo invita Mads, dal sedile posteriore.
«Tranquille, torno nel mio regno.»
«Sprouse, ora entri in casa, ti nutri e poi torni al tuo nido oscuro», ribatto io, con un largo sorriso serrato. Lui ride ed accetta, alzando le mani in segno di resa. Apro il portone e subito un buon odore di ciliegia mi invade le narici. L'appartamento è restato fresco nonostante il viaggio. Mads si dirige in cucina, mentre io afferro la giacca di Cole e l'appendo sull'attaccapanni.
«Se vuoi rinfrescarti sai dov'è il bagno, fai come se fossi a casa tua», gli dico. È esausto, si vede dal suo viso.
«Ti pentirai di averlo detto, sai?», dice, guardandomi maliziosamente. Scuoto il capo disperata e le nostre strade si dividono: lui si dirige in bagno, mentre io aiuto la rossa con la tavola.
«Sta bene?», domanda lei, con il volto corrucciato.
«Cole? Perché lo chiedi a me?»
«Sembra che tu sia l'unica con cui si apre maggiormente, mi chiedevo se ti avesse detto qualcosa», ammette preoccupata. Scuoto il capo: so che è stanco, ma non so perché è sempre giù di morale e probabilmente l'unica persona che lo sa è Cole stesso. Ma diamo davvero questa impressione? Che Cole parli solo con me? Non credo sia così. Credo solo di fare le domande giuste al momento giusto. Il moro ha solo bisogno di qualcuno con cui parlare, con cui aprirsi. Se qualcuno insistesse un po' di più e si interessasse maggiormente al suo stato d'animo, lui cercherebbe di farsi capire, per quanto ardua può sembrare questa missione. Quindi perché non insisto? Ho per caso paura di sapere la verità? Ma perché mai dovrei averne?

Pochi istanti dopo ci ritroviamo tutti e tre davanti al televisore con tre scodelle di cosce di pollo ordinate al ristorante all'angolo. Amo le cosce di pollo, le amo da morire. Io e Cole protestiamo per vedere i cartoni animati, mentre Mads subito dopo aver finito la sua cena si addormenta tranquilla sul sofà.
Guardo lo schermo del televisore ed osservo la piccola principessa che combatte per guadagnarsi la libertà e penso a quanto sia cambiato il cinema: una volta senza il principe azzurro le principesse sarebbero state condannate ad una morte certa, mentre oggi hanno tutte un grande coraggio. Mi piace di più la versione odierna, ovviamente.
«Voglio essere una principessa», dico a braccia conserte.
«Di punto in bianco?», domanda Cole guardandomi e sorridendo.
«Sì, una volta non esistevano queste principesse coraggiose.»
«Non è che non esistevano. In passato avevano la certezza che il principe azzurro sarebbe arrivato, perciò non si sforzavano di combattere. Ora come ora non hanno più certezze, quindi lottano per sopravvivere.»
Resto ammaliata dalle sue parole: così serie, su una conversazione che pareva frivola. Ora ci guardiamo entrambi.
«Allora sì, voglio veramente essere come loro», ripeto, annuendo alla mia decisione.
«Facciamolo. Domani Lili Reinhart diventerà una principessa.»
«Ah sì? Come?», chiedo incuriosita.
«Mettiti un bel vestito svolazzante, per il resto faccio io», conclude, guardando nuovamente lo schermo del televisore.

Scommetto che sapete che cosa succederà in seguito...
Fatemi sapere se vi sta piacendo questa Fanfiction, a presto!🌸

Nitido || SprousehartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora