Capitolo 33

4.4K 250 57
                                    

*Cole*

Dopo due settimane, è ormai già giunta l'ora di ricominciare a lavorare.
Scatoloni su scatoloni da riportare nei nostri alloggi sul set, tra cui vestiti ed accessori vari. Lottando sono riuscito ad accaparrarmi una cabina accanto a quella di Lili, per quanto in questo modo le cose possano cambiare.
Orari diversi, pause pranzo differenti, scene discordanti. Tutte cose per me irrilevanti fino all'anno scorso, quando conoscevo i miei colleghi, ma non mi faceva male perderli di vista per un paio di giorni.
A venticinque anni avere queste insicurezze mi fa sentire un adolescenze impaurito. Un ragazzino senza il coraggio di affrontare la realtà. Non saranno di certo un paio d'ore a farmi allontanare da Lili e, se il nostro amore è così solido come presupponiamo, allora non c'è niente di cui preoccuparsi. O almeno, questo è quello a cui mi piace pensare per ora. Continuo a tartassarmi il cervello con stupide ansie che agli occhi degli altri potrebbero essere sciocchezzuole da quattro soldi: inutili e non durature.

Cammino sull'umido terriccio del set, diretto alla mia piccola cabina. Non so esattamente cosa fare una volta là, ma al momento non ricordo quando dovrei ricominciare a girare.
-Jughead Jones, è il nostro turno.- La voce dolce di Lili mi fa subito voltare. Mi guarda con quei suoi bellissimi occhi giganti e quel sorriso che lei soltanto possiede. Comincio ad avvicinarmi a passi lenti verso di lei, indossando nuovamente quel cappellino di lana un po' sgualcito.
-Sei pronto per un'altra dolce scena tra Jughead e Betty?- Dice, prima che cominci a camminarle accanto. Indossa un cardigan rosa molto grazioso. Se Roberto seguisse i fumetti, Betty dovrebbe essere un maschiaccio, ma non è di vitale importanza.
Mi fermo e mi piazzo davanti a lei.
-Preferirei un altro tipo di "dolce scena".- Dico sorridendo beffardo ed avvicinandomi a lei molto lentamente cercando di sembrare un minimo sensuale, forse fallendo miseramente. Lei scuote il capo sorridendo e mi tira una pacca sul petto per farmi indietreggiare. Rido anch'io quando comincia a camminarmi davanti, facendo volteggiare la sua bionda coda di cavallo, quasi come se volesse sfidarmi.
-Sei bellissima.- Le grido alle spalle immaginandomi il suo sorriso finto disperato.

Sento rintronare nelle orecchie le parole "azione" e  "stop" almeno un centinaio di volte, ma sono abituato ed ormai è diventata musica per le mie orecchie.

Alla sera, inutile dire che sono sfinito. Non sono più abituato a questi regimi ed il mio corpo ha bisogno di tempo. Camila si avvicina a me saltellando.
-Andiamo a mangiare qualcosa al buffet?- Mi sorride dolcemente. Non avevo valutato questa opzione, anche perché pensavo che ci fosse anche Lili.
-Se vuoi aspettiamo Lil.- Mi fa sapere. Annuisco, sperando di poter andare anche con lei.

Il buffet è quella cosa che quando tu desideri ardentemente una pizza con salsicce, patatine, ananas e tonno, te la ritrovi davanti senza problemi. Ogni cosa possibile da mangiare è presente, ed è proprio accanto alle cabine del cast e dello staff.
-Come va Cole? È da un po' che non parliamo.- Mi chiede la mora. Se Lili è la prima persona che si accorge del mio stato d'animo, Cami è la seconda. Non sfugge mai niente a queste due ragazze.
-Lavoro, stanchezza e voglia di un'altra vacanza.- Le rivolgo un mezzo sorriso sbilenco, mentendo parzialmente.
-Sono state davvero delle belle vacanze.- Dice, alludendo alle mie meravigliose vacanze e agli enormi cambiamenti che sono avvenuti.

Lili ci raggiunge mezz'ora dopo con la borsa in spalla, quando io e Camila stiamo parlando di tutto ciò che ci è successo negli scorsi tre mesi. Ha il viso stanco, gli occhi spenti ed i capelli un po' più scompigliati. Il suo sorriso si illumina solo quando ci vede. Dopo che saluta Camila, la faccio rifugiare sotto al mio braccio.
-Mi fate vomitare.- Dice la mora sorridendoci con un filo di malinconia, pensando al suo ragazzo Ian che l'aspetta a Los Angeles. Sia io che la guerriera ridiamo.
-Allora, mangiamo?- Propongo davvero affamato. Lili sembra improvvisamente riprendersi.
-Sposerei un hamburger in questo momento.- Comincia a dirigersi verso il buffet, lasciando me e Camila alle spalle.
-Sostituito da un panino.- Affermo scuotendo il capo rassegnato.
-Succede Sprouse.- La mora mi tira una pacca sulla spalla sinistra e si dirige correndo dalla sua bionda amica.

Mangiamo ogni cosa possibile e non siamo ancora completamente soddisfatti. Lili sembra essere rinata da tutto quel ben di Dio e mi chiedo se la cosa che le è mancata di più dal set non sia quella benedizione del buffet. Salutiamo Camila che esausta si assenta per prima, poi io e Lili ci dirigiamo verso i nostri alloggi.

-Domani andrò a casa di Mads a dormire, ma per stasera mi faccio bastare il divano della cabina.- Mi informa quando ormai siamo arrivati davanti alle nostre.
-Anch'io farò così.- Le dico, prima di aprire la porta e varcare la soglia. Lei mi segue, senza dire nulla. Le sorrido maliardo.
-Non ho specificato di quale cabina stessi parlando.- Lascia la borsa in un angolo e mi bacia, come poche volte aveva fatto prima. Forse è stupido pensarlo, ma è come se mi dicesse "ne avevo bisogno".
Di certo non mi tiro indietro, nonostante la stanchezza. Mi spinge fino ad un mobiletto infondo alla cabina, senza allontanarsi dal mio corpo, come se desiderasse fare questa cosa da tutto il giorno. Una parte di me vorrebbe soffermarsi a guardarla, un'altra parte vorrebbe sdraiarsi sul divano ed osservarla respirare sul mio petto, mentre l'ultima parte non vuole assolutamente smettere quello che sta facendo.

Quando le sue mani giungono ai miei capelli, è come se perdessi la testa, come se la stanchezza si fosse volatilizzata. Si allontana da me, ma sono comunque felicissimo.
-Che ne dici di starcene un po' sul divano?- Ritrovo i suoi occhi stanchi e mi dico che è la soluzione giusta per entrambi.
Mi stendo sul divano e lei si posiziona davanti a me, con la sua schiena contro al mio petto. La cingo in vita con un braccio ed affondo la testa tra il suo collo ed i suoi capelli profumati, dopo averle sciolto la coda di cavallo. Il suo respiro regolare ed il suo profumo di shampoo mi destabilizzano, ma penso di aver trovato il mio posto. Mi sento bene con me stesso e, per una volta, giusto. Il mio posto nel mondo è qui, avvinghiato a lei, mentre la sento respirare sotto alle mie braccia. Mi sento come se potessi sconfiggere un drago che la tiene prigioniera in un castello, anche se, come ha detto lei in passato, le principesse al giorno d'oggi si salvano da sole. Non ha tutti i torti, lei ci riuscirebbe, ma io non esiterei a risparmiarle la fatica.

Sono giusto in questo momento, e sarò giusto insieme a lei. Niente insonnie, niente problemi inesistenti, niente insicurezze. Lei è come l'altra parte della bilancia, quella che ti tiene in equilibrio quando senti che stai per rompere la libra a causa del tuo peso.
Sdolcinato, forse, ma in perfetto equilibrio.

Riesco ad addormentarmi solo quando sento il suo respiro farsi più lento e regolare e non credo di poter desiderare un sonno più bello.

Nitido || SprousehartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora