Capitolo 10°

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Poco dopo quel bellissimo abbraccio facemmo una passeggiata.
"Katrin..." dice rivolgendo lo sguardo verso di me.
"Si dimmi!" esclamo continuando a guardare avanti.
"Ehm... immaginiamo che io venga da te e ti dica ciao. Tu cosa mi risponderesti?"
"Beh ti rispondo con ciao!" dico sorridendo come se la risposta fosse ovvia.
"Esatto... E immaginiamo che me ne esco con una frase stupidissima che neanche una piramide userebbe."
"Tipo?" dove vuole arrivare?
"Tipo... che ne so, 'Fa freschetto eh? '"
"Ma... siamo a fine maggio e fa caldissimo."
"Per questo neanche una piramide la userebbe."
"Benji... non fa una piega!" esclamo ridendo.
"Uhm... Supponiamo che ti offra da bere ma qualcosa di leggere senno pensi male."
Ma perché tutte queste cose... voglio vedere proprio dove vuole arrivare, magari tutto questo giro di parole e magari vuole dire una cavolata.
"Perché dovrei pensare male?"
"Non so magari pensi che voglio farti ubriacare."
"Beh si, potrei pensarlo se me ne offri più di qualcuno."
"Vabbè allora ti offro una coca-cola."
"Con ghiaccio perché fa caldo."
"Se volessimo esagerare si, anche con ghiaccio." Ridacchia.
"E la fetta di limone, ci sta d'incanto! E magari anche uno di quei ombrellini colorati. Oh li adoro troppo!" rispondo fiera di quello che ho detto.
"In pratica un carnevale di Rio per una coca-cola."
Esatto, ora continua però che la cosa comincia a farsi interessante.
"E poi? Cos'altro supponiamo?" dico.
"Supponiamo che parliamo per tutta la sera, io bevo una birra e tu la tua coca-cola con ghiaccio, limone e tanto di ombrellino colorato."
"Si..."
"Scopri che sono simpatico. E magari, chi lo sa, saresti disposta ad uscire insieme a me una di queste sere."
"Si..."
"Supponiamo che ti porto in un piccolo locale in un vicoletto di Modena, con le sedie un po' scricchiolanti e le porzioni di cibo abbondanti."
"Si, col vino nelle brocche tutte scheggiate." Rido.
"Esatto, con le piante rampicanti che salgono fino agli appartamenti sopra di noi."
"Si, in pratica un perfetti quadro horror." Ridacchio.
"Esatto, e supponiamo che poi facciamo una passeggiata e ci ritroviamo al parco, davanti alla fontana dove ci siamo dati incontro tempo fa, l'aria un po' umida, appiccicosa perché mi pare di aver capito che non può fare freschetto in questo periodo giusto?"
"Giusto." MASCOLO NON STO CAPENDO DOVE VUOI ARRIVARE!
"E stiamo lì, insomma abbiamo mangiato bene, abbiamo bevuto, abbiamo riso. Sei bellissima... la granita al bar ci ha ghiacciato il cervello e ci sono pure i grilli che fanno un live tutto per noi." Sorride di nuovo calciando un sassolino.
Aspetta, aspetta, aspetta, ha detto sei bellissima?
"Si?" dico...
"Eh, metti caso che ti bacio."
"Mh?" mi baci?
"Quante probabilità ci sono che io poi abbia il profumo dei tuoi capelli riccissimi addosso?"
"Non saprei. Credo qualcuna?"
"E supponiamo che ci scambiamo i numeri e che nei giorni seguenti io ti chiamo, tu mi chiami, ci chiamiamo insomma, e scopri che... in fondo capisci che mi piace farti ridere perché quel sorriso è tipo la droga più pericolosa mai scoperta dagli scienziati con premi Nobel."
"Si..." ma cos... che cosa dolce... mascolo così mi tenti troppo.
"Quante probabilità ci sono che da lì in poi tu cominci ad innamorarti di me?"
"Più di qualcuna direi, anche troppe."
"Bene, perché altrimenti eravamo davvero nella merda sai?"
(Ditemi che non sono l'unica che non sta capendo dove vuole arrivare.)
"Perché?"
"Perché... io ho iniziato ad innamorarmi già dal 'Oh... certo tieni! ' che mi hai detto per farmi sedere accanto a te il primo giorno che ti ho vista."
Mi fermi di colpo... e lui fa qualche passo in più rispetto a me.
"C-che vuoi dire?"
"Che sono innamorato di te Katrin, tutto quello che ho detto ogni singola parola del mio discorso l'ho detta col cuore che batteva a mille perché sapevo che alla fine avrei dovuto dirti il senso di questa storia..."
"E il senso è ..." dico facendo segno di continuare. E lui ride iniziando a parlare.
"Il senso è che ti amo, che non sopporto il fatto che tu mi stia lontana, che detesto quando qualcuno ti parla o ti stuzzica per fare colpo su di te e che non vorrei vedere neanche una lacrima su quel tuo dolce viso perché il tuo sorriso è la tua arma più forte è la ragione del mio ed è la cosa per cui vivo."
Mi ama? Si è letteralmente dichiarato... posso sentire che tutto questo lo dice col cuore.
Lui vive del mio sorriso io vivo del suo, anche io non posso sopportare il fatto che le ragazze gli girino intorno sempre e non riesco, non tollero, che lui si faccia del male per me... per questo gli direi di starmi lontano ma il fatto e che lo amo anche io... e credo che le farfalle, anzi, gli elefanti nello stomaco e il cuore che batte forte siano provocati dalla sua presenza, dal suo sorriso, dai suoi occhi che mi immobilizzano e da quegli sguardi che mi fanno venire voglia di baciarlo e stringerlo forte per poi sentire che ricambia il mio gesto stringendomi ancora più forte perché è questo che vorrei succedesse sempre.
"Katrin... ti prego dimmi qualcosa... ok ho capito è stata una cavolata quella che ho detto lascia stare..." e continua a camminare.
Torno in me vedendo che va via e corro verso di lui.
"Aspetta Benjamin io..."
"Che c'è? Ho sbagliato non dovevo dirti tutto quello che pensavo e ..."
"Posso parlare?"
"Si..."
"Bene devi sapere che anche io non posso più tenermi certe cose dentro..."
"Cioè?"
"Tipo che ti amo più di quando una persona possa amare se stessa, che non riesco a starti lontana e questo mese senza i tuoi sorrisi e le tue battute con Fede, sono stati orribili, diventavo matta quando vedevo tutte quelle ragazze ronzarti intorno ma dovevo stare zitta perché non sono nessuno per allontanarti da quelle vipere... e poi... oddio, ringrazio il cielo che quel giorno tu sia venuto a sederti accanto a me in pullman perché anche se non sembrava avrei voluto tanto fare conoscenza con te ma non ho avuto il coraggio... voglio dirti che ti amo Benjamin e tutto quello che hai detto è stato fantastico nessuno mi ha mai detto tutto questo, forse perché nessuno mi ha mai colpito come te o semplicemente perché nessuno era TE!"
Avevo le lacrime che minacciavano di uscire, poi una ad una cominciarono a rigare il mio viso.
Il ragazzo mi guardò poi posò una mano sulla mia guancia asciugando le lacrime.
"Perché piangi ora?"
"Perché sono arrabbiata e felice allo stesso tempo e... e..."
Prima che potessi finire di parlare lui mi bacia e le lacrime smettono di rigare il mio volto.
Quel bacio, così dolce, lento che mi metteva sotto sopra l'esistenza e mi faceva provare mille emozioni tutte insieme e poi quelle labbra così morbide e carnose, belle, che rimarrei ore e ore a baciarle senza stancarmi mai.
Ci staccammo per prendere fiato e sorridemmo appoggiando le nostre fronti l'una contro l'altra.

Ora cosa succederà?
Allora fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo con una stellina o un semplice commento.
Spero vi piaccia.

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