Capitolo 35

20 1 0
                                    

SONO TORNATAAAAAAAA!!!!! In ritardissimo ma ci sono.

Nonostante sia iniziata l'Estate, (sto già morendo di caldo) non sarò molto presente perché dovrò studiare. (Ebbene sì. Ho tre debiti.)
I capitoli sono pronti però. 💪🏻

Va beh, vi lascio al capitolo.
[-5 CAPITOLI]

ElE🤦🏻‍♀️




Sento i suoni ovattati. Non so dove mi trovo. Apro leggermente gli occhi e vedo un angelo. Allungo le braccia e lo afferro. Il mio bambino. Assomiglia tantissimo a me. Ma che dico, è identico. L'unico pezzo di me rimasto. Il mio bambino. Lo accarezzo. È bellissimo.

-Amore mio non ti vedrò crescere, ma sappi che ti amerò comunque. Veglierò da qui su di voi. Fai compagnia alla mamma e amala sempre. Il mio ometto. La mamma e il papà ti amano già-

Mi sveglio di soprassalto. Era Josh. Erano i suoi pensieri e le sue parole.

Mi guardo intorno e quando mi accorgo delle pareti asettiche mi accorgo dove mi trovo: in ospedale. Per Josh. Dov'è?

Scoppio a piangere. Mi tocco la pancia e piango. Perché a me?!

Urlo con tutto il fiato che ho in gola. Se il cuore si potesse squarciare, il mio sarebbe diviso in tantissimi minuscoli pezzettini. Urlo fortissimo. Non mi accorgo di nulla se non dei dolori alla pancia. Nel frattempo entrano due dottori e un'infermiera. Urlo ancora e poi comincio a piangere. Cosa succede al mio bambino?

"Amore mio non lasciarmi anche tu, ti prego. Resisti per me" penso

-Signora deve stare tranquilla. Non fa bene né a lei né al bambino- dice un dottore

-Mi fa m..male. AHHHHH- cosa cazzo è stato?

Sento un bip incessante. "Ti prego piccolino. Resisti."

-Svelti, cesareo d'urgenza!- urla il dottore

Cazzo. Cazzo. Un attacco di panico.

-AHHHHH- urlo

-Tranquilla. Stia tranquilla-

Mi iniettano qualcosa e poi buio.

P.o.v. Cassidy

Le sento. Le urla le sento.

Mi dispiace un sacco per Julie. Sta soffrendo veramente tanto. Se potessi essere al posto suo, lo farei. Ma purtroppo non si può. Cazzo.

Adesso la stanno trasportando in sala operatoria per farla partorire. È prematura, sì ma rischia di perderlo. È meglio così.

Dopo un'ora e mezza circa Julie esce dalla sala operatoria. Corro subito dal dottore; non chiedo nulla che lui sta già parlando.

-È andato tutto bene, ma il bambino dovrà stare qua per almeno un mese e mezzo. È un miracolo che sia vivo.-

Annuisco e lo lascio andare. Mi accascio su una sedia e piango. Piango per il mio quasi nipotino, per Julie e per Josh.

Non se lo meritavano.

Qualche ora dopo...

P.o.v. Julie

Mi sveglio un po' intontita. Mi tocco la pancia e sento solo delle fitte. È piatta.

Dov'è il mio bambino?

Prima di urlare e farmi internare, schiaccio il bottone per chiamare un'infermiera. Dopo poco arriva.

-Dov'è il mio bambino?- chiedo

-È nell'incubatrice. È un miracolo che sia vivo.- mi sorride

-Senti dolore?- chiede poi

-Un po'-

Mi inietta un antidolorifico e poi se ne va.

-Cosa ne sarà del mio ragazzo?- chiedo

-Dipende da te. Sei tu il suo parente più prossimo. Hai un paio di giorni per decidere- dice per poi andarsene

Scoppio a piangere. Chissà da quanto mi aveva inserito tra i parenti più prossimi.

Mi manca tantissimo. Cos'ho fatto per meritarmi tutto questo dolore?

Lo amo talmente tanto... Piango a dirotto fino ad addormentarmi e lo sogno. Sogno l'amore della mia vita. Il padre di mio figlio e l'unico ad avermi portato un po' di allegria nella vita.

Sogno di poterlo abbracciare e di baciarlo un'ultima volta. Quanto mi manca...

Il giorno dopo...

Oggi voglio provare ad alzarmi. Voglio andare a vedere il mio bambino.

Dalla porta entra Cassidy

-Hey-

-Ciao- rispondo

-Come stai?- ignoro la domanda. Non lo so nemmeno io

-Mi aiuteresti ad alzarmi?- chiedo

Mi aiuta a sedermi sul letto con le gambe giù.

-Sono passata a prenderti qualche vestito e altra roba, ci sono anche le ciabatte. Te le prendo-

Mi prende le ciabatte, le infilo e finalmente mi alzo. Se non ci fossero quei maledetti punti.

Usciamo dalla stanza e mi lascio guidare da Cassidy.

-Grazie Cass.-

-Figurati. Adesso andiamo dal piccolino. È bellissimo-

Memorizzo la strada: destra, sinistra, su due piani e poi a destra.

Lo vedo. Mi attira come una calamita. Lo riconosco. È lui.

Dentro la stanzetta c'è un'infermiera, mi fa entrare

-Purtroppo non lo può prendere ma può infilare le mani negli appositi spazi. Prima deve disinfettarle però-

Faccio tutto quello che mi chiede e poi mi avvicino.

-È la mamma?- mi chiede

Annuisco

-Sa già che nome dargli?- mi chiede

Annuisco. Me ne viene in mente solo uno.

You: The memory of a lifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora