Capitolo 1

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Cerco il solito pantalone e la solita camicia dentro la mia cabina armadio: oggi non è proprio giornata, mi sono svegliato con un mal di testa allucinante e la mattinata si prospetta ancora peggio quando mi ricordo che ho una riunione alle 9.

Prendo un completo al volo e mi vesto il più velocemente possibile, poi scendo in cucina dove trovo Kate intenta a pulire i vetri
"Signorino Daniel, la colazione è nel forno ancora calda, il caffè è al solito posto."
"Grazie Kate, penso che mangerò qualcosa più tardi e chiamami Daniel"
Kate è la mia domestica ma più che altro la reputo come una seconda mamma; da quando la mia è morta lei ha preso praticamente il suo posto, anche se non mi chiama mai per nome.
"Si signorino" lascio perdere e corro in garage a prendere la macchina.
Prendo l'ascensore per il sotterraneo ma sembra che ci metta un'infinità di tempo, chiamo la mia assistente e la informo del mio ritardo, poi faccio lo stesso con mio padre.

Io e lui lavoriamo insieme nella K enterprise.

Appena arrivo in azienda, corro in ufficio a prendere la documentazione e volo in sala riunioni, sempre con il mal di testa che mi perseguita.

Dopo un' ora e mezza, la riunione è finita e finalmente posso andare a fare colazione, sto morendo di fame.

Esco dall'azienda, attraverso la strada ed entro nel solito bar, ordino una brioche alla Nutella e un caffè: si ho 24 anni e amo letteralmente la Nutella.

Pago e torno in ufficio, mentre sono nella hall mi ricordo della mia segretaria con cui sono andato a letto ieri sera; sarà meglio licenziarla.

"Marta fra due minuti vieni nel mio ufficio"

"Certo Daniel, arrivo"

Chi le ha dato il diritto di chiamarmi per nome?

Si sarà fatta un migliaio di film su di noi per un'unica uscita insieme.

Dopo poco arriva spalancando la porta e senza nemmeno bussare.

"Dimmi pure"

"Uno: prima di entrare si bussa. Due: non ti ho dato il permesso di chiamarmi per nome e tre:.." non mi lascia finire

"Ma siamo una coppia, come dovrei chiamarti? Signor Kel?" e scoppia a ridere

"Frena, frena. Io e te non stiamo insieme." dico serio

"Scherzi vero?" chiede tornando seria

"Non scherzo affatto. Te l'ho detto il giorno che ti ho assunta e non faccio favoritismi."

"Ma ma.. Io.." balbetta

"Ma tu niente. Entro due ore devi essere fuori dall'edificio."

Se ne va in lacrime ma diciamocela tutta, non era di certo una brava ragazza... Pensava che così facendo mi avrebbe impietosito.

You: The memory of a lifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora