Arte - 15

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ARTE
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• “Le figure che vivono nel marmo o sulla tavola dipinta conoscono della vita un solo squisito istante, eterno, in verità, ma limitato a una nota di passione o a una fase di serenità. Quelle che debbono la loro vita al poeta, hanno a miriadi le emozioni di gioia e di terrore, di coraggio e di sfiducia, di godimento e di sofferenza; le stagioni vengono e se ne vanno in una processione lieta o rattristante, e con i piedi alati o di piombo gli anni trascorrono a loro dinanzi. Esse hanno la loro adolescenza e la loro virilità, dall'infanzia raggiungono la vecchiezza. Invece è sempre l'alba per Sant'Elena, seduta alla sua finestra, quale la vide il Veronese. Attraverso la cheta aria mattutina gli angioli le portano i simboli del patimento divino, mentre una dolce brezza solleva i fili d'oro della sua fronte. Su quel poggio fiorentino ove giacciono gli amanti del Giorgione è sempre il fulgore del mezzodì reso così languido dai soli estivi, che la fine e nuda fanciulla può appena affondare nella vasca di marmo la sferica coppa di cristallo traslucida, e le dita affusolate del suonatore di liuto si posano quasi oziose sulle corde. È sempre l'ora del crepuscolo per le ninfe danzanti, lanciate da Corot fra le argentee praterie della Francia. Nel crepuscolo eterno si muovono quelle figure fragili e diafane, dai piedi bianchi e tremuli, che sfiorano appena l'erba rugiadosa su cui posano. Le figure che si avanzano nell'epopea, nella tragedia, nel romanzo, vedono, nel passare dei mesi travagliati, crescere e diminuire le lune novelle, osservano il progredire della notte; dalla sera al brillare della stella mattutina e dal sorgere al tramontare del sole, notano le fasi del giorno e il mutare delle sue luci e delle sue ombre. Per esse, come per noi, i fiori sbocciano e appassiscono, e la terra, questa dea dalle trecce verdi, come Coleridge la chiama, muta per diletto le sue vesti. La statua invece è concentrata in un attimo di perfezione: l'immagine fissata sulla tela è priva dell'elemento spirituale della crescenza e del cambiamento; e l'una e l'altra, se ignorano la morte è perché poco conoscono la vita; i segreti della vita e della morte appartengono a coloro, soltanto a coloro che subiscono gli effetti del susseguirsi del tempo, e a coloro che posseggono non soltanto il presente ma l'avvenire e che possono cadere da un passato di gloria o rilevarsi da un passato di onta. Il movimento, quel problema delle arti visibili, può soltanto manifestarsi nella letteratura. La letteratura ci raffigura il corpo nella sua velocità e l'anima nella sua irrequietezza.”

Citazioni di Oscar Wilde.☆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora