Capitolo 17

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Mi dirigo verso la porta silenziosamente e guardo attraverso lo spioncino.  Adam?
Cosa ci fa qui a quest'ora?

Le opzioni ora sono due. Far finta di non esserci ed essere ammazzata da Jess o farlo entrare per capire il motivo di questa visita. Voto per la seconda.

Apro lentamente la porta.
<< Adam? Cosa ci fai qui? >>
Alza lo sguardo su di me. Le occhiaie sono evidenti, gli occhi rossi e lucidi trasmettono una tale tristezza da far stringere il mio cuore. Come ha fatto a ridursi così? Non sarà mica fatto spero.

Altrimenti può dire addio alla relazione con Jess. Lei odia particolarmente tutta la gente che fa uso di quella roba. Non perché sia una di quelle ragazzine pure, assolutamente no.

Per colpa dell'erba ha perso sua sorella. Come biasimarla del resto. Anche io stessa ci rimasi malissimo. Stephany era una sorella anche per me.

La sorella che tempo fa mi è stata tolta. Per un attimo, scene delle nostre avventure scorrono nella mia mente. Ricordo ancora quando ci definivamo le tre moschettiere, eravamo inseparabili, niente ci poteva dividere.

Tranne la morte. Quell'episodio ci sconvolse completamente. Jess era distrutta. D'altronde aveva perso sua sorella gemella, colei che si vantava di essere nata dieci minuti prima e che la faceva innervosire, colei che la difendeva con i denti, con lei che le regalava un peluche ogni volta che litigavano, con lei che io definisco essere la sua stella polare.

Mi risveglio dai miei pensieri non appena odo la voce di Adam.
<< Ho bisogno di parlarti, ti prego. Sto impazzendo >> un sussurro. Nulla di più. Che riporta alla luce il lato più sensibile di me.

Mi scosto per permettergli di entrare, dopodiché ci dirigiamo verso il salotto. Lo faccio accomodare sul divano in pelle bianca e vado a preparare un tè.

Una volta finito, mi siedo sulla poltrona di fronte e aspetto che sia lui a parlare. Non voglio mettergli fretta. So che se Adam è venuto qui, ci deve essere un motivo ben preciso dietro.

E mettergli pressione potrebbe tirar fuori il suo lato difensivo. Conosco bene queste emozioni, io stessa sono così. Quindi attendo, lo guardo in silenzio e aspetto.

Si passa una mano fra i capelli biondi e fa scorrere i suoi occhi azzurri da un lato all'altro della casa. Non vuole guardarmi negli occhi. Sospira rumorosamente per poi iniziare.

<< Jess mi sta facendo impazzire >>
Subito i miei sensi scattano e presto completamente attenzione su ciò che ha da dirmi.

<< Anche se non la vedo da poco mi manca. Mi manca il suo sorriso che regala a tutti tranne a me. Mi manca la sua testa cocciuta, mi manca il suo modo di rispondermi, mi mancano i suoi occhi, il suo naso che si arriccia quando ride, le sue labbra così perfette, i suoi baci, le sue carezze, le notti con lei, il suo fatto di essere gelosa... mi manca cazzo. Ora è... gelida. Un pezzo di ghiaccio. E non capisco il perché. Voglio sapere il motivo. Voglio capire perché non viene più al locale. Perché non esce più come prima. Perché non risponde ad un mio insulto. Perché i suoi occhi sono spenti. Perché sta sempre seduta in quel maledetto parco senza far nulla. Perché sembra che per lei tutto non abbia più un senso. E soprattutto, perché cazzo sento un vuoto all'altezza dello stomaco sapendola ridotta così >>
conclude guardandomi intensamente.

Accidenti... non lo avrei mai detto. Questa non è sicuramente una cotta come pensavo. Sono convinta che questo sia... amore. Sincero, così vero, reale, forte, bello quanto distruttivo.

Ha notato anche lui questo cambiamento in Jess? So perfettamente il perché di questo suo comportamento.

Ormai è da 9 anni che è così. Una volta l'anno. Un periodo l'anno. Il dolore che la consuma di nuovo. Ed a tutto si aggiunge anche suo nonno e la sua malattia.

Quanto può sopportare un essere umano in fondo? C'è un limite a tutto, e Jess è forte ma non indistruttibile. So che in questo periodo la di deve lasciare da sola.

Ho imparato a mie spese. Muoio dalla voglia di starle vicino e consolarla ma me lo ha detto lei stessa. Stammi vicina dopo e non durante. Ti prego.

E io ho mantenuto la promessa che mi ha fatto sigillare quel giorno.
Adam continua a guardarmi con occhi supplichevoli.

Mi chiede di soddisfare la sua curiosità, di aiutare a capire il suo dolore. E lo voglio fare, vorrei che qualcuno ci fosse stato anche per me.

<< Lo sai che non è una semplice cotta vero? >> gli chiedo. Il suo sguardo vacilla. So che ha un conflitto interiore. So che sta riflettendo su queste parole. So che è indeciso fra due opzioni: difendersi o affrontare? Me lo domando spesso anche io.
<< Si >> sussurra.
<< Allora sai cosa devi fare >>. Si alza e si dirige verso la porta.

Posa una mano sulla maniglia e si gira a guardarmi. Sorride. Un sorriso sincero. Non il solito ghigno che lo accompagna da quando lo conosco.

<< Grazie Cat >>. E non posso fare a meno di sorridere anche io.

Fall in love {-DoNotFallInLove-}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora