Capitolo 28

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<<Christian?>> sussurro ancora fra le sue braccia. Non lo avevo più rivisto dopo il nostro scontro quel giorno durante la corsa.

Lo stesso giorno in cui Luke mi obbligò a non parlarci.

E ovviamente io cosa avevo fatto? Avevo obbedito come un cagnolino. Ugh che nervi. Non sopporto di dover pensare a lui in ogni momento. E non sopporto l'influenza che ha su di me. E perché tutto mi ricorda quelle maledette tempeste grigie che contornano il suo viso?!

<< Catherine! Non ti avevo più vista da quel giorno. >>. Gli faccio un sorriso tirato.
<< Si, sono successe un po' di cose da quel giorno >> dico ammiccando al fatto di non essere stata raggiungibile quando ricevetti una sua chiamata il giorno dopo.

L'unica cosa che mi creava problemi era Luke a dire la verità. Ed eccomi che ripenso a lui. Tipico.

<< Si, beh anche io dato che fino a ieri sono stato in Spagna >> mi sorride comprensivo, e io ringrazio il cielo per non aver fatto figure non avendolo richiamato.

Torno alla realtà sbattendo un paio di volte le palpebre e mi rendo conto di essere ancora fra le sue braccia e mi ritrovo ad arrossire leggermente. Anche lui sembra essersi reso conto della situazione dato che sorridendomi comprensivo mi lascia andare.

<< Beh, ti devo ancora un caffé. Che ne dici? >> mi domanda mordendosi il labbro inferiore. È davvero un ragazzo attraente ma non è Luke. Se fosse stato lui a fare questo gesto, probabilmente ora sarei in brodo di giuggiole.

Ma perché no? In fondo vuole solo essere gentile e non vedo il motivo per respingerlo. Di nuovo fra l'altro. Metto in mostra il mio sorriso migliore e vedo i suoi occhi illuminarsi.

<< Certo >> rispondo ancora sorridente, non mi farebbe male avere un amico. Ma poi mi ricordo di Jess e dei miei zii. Merda. Oggi non posso proprio.

<< Emh... Chris, possiamo fare domani verso le 5:00 p.m. al bar qui all'angolo? Oggi proprio devo scappare, problemi famigliari. >> gli rivolgo uno sguardo dispiaciuto. Lui per tutta risposta continua a sorridere per poi spostarmi dietro l'orecchio una ciocca di capelli.

A questo gesto abbasso lo sguardo e arrossisco leggermente, nessun maschio si era preso tanta confidenza con me. A parte Luke. E Trevor.

Il mio stomaco si contorce al suo nome, ma faccio finta di non pensarci mentre attendo la risposta di Christian. Mossa che non tarda ad arrivare.
<< Certo Cat, ci vediamo domani okay? Il mio numero è sempre quello. >> sorride tranquillo.

<< Certo, lo stesso vale per il mio >> e detto questo me la svigno per evitare altre situazioni imbarazzanti. Saluto al volo le Myle e inizio a correre verso casa pregando tutti i santi di non incontrare Luke per strada.

La fortuna sembra essere dalla mia parte dato che arrivo a casa sana e salva senza averlo incontrato o intravisto. Ma nonostante questo una brutta sensazione inizia ad impossessarsi di me nel momento in cui vedo Adam appostato alla porta di casa mia.

Perfetto, potrebbe andare meglio. Il suo capo è chino, e non appena lo alza il fiato mi si mozza in gola. Un grande livido nero intorno all'occhio, il labbro spaccato e una brutta ferita sul sopracciglio destro. Sta ansimando, non so cosa sia successo ma mi prega con gli occhi di aiutarlo.

Sto per correre verso di lui quando un altra figura stravaccata sul terreno appena dietro Adam attira la mia attenzione. E il corpo di Luke che giace a terra incapace di muoversi senza emettere lamento mi devasta in tutti i sensi.

Corro verso di loro cercando di ottenere una spiegazione ma appena li raggiungo anche Adam si lascia andare sul terreno. I suoni mi giungono attutiti mentre suono il campanello ansiosamente, e respiro di sollievo quando noto Jess comparire sulla soglia.

Il suo sguardo dapprima confuso si posa su di me, poi sulle due figure ai miei piedi, e posso vederla spalancare appena gli occhi prima di precipitarsi da noi. Io affianco a Luke che gli accarezzo la fronte sussurrandogli di non lasciarmi, Jess su quello di Adam che piange mentre compone il numero dell'ambulanza.

Adam apre appena gli occhi, e con il fiato che gli rimane sussurra a Jess di non chiamarla, anzi no, la implora.

Dopo avergli lanciato uno sguardo d'intesa vado in cerca di William, il maggiordomo, in modo che ci aiuti a trasportare i corpi dei ragazzi sui nostri rispettivi letti.

Fall in love {-DoNotFallInLove-}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora