10 luglio 2004
LukeLa porta di casa viene sbattuta con una forza alquanto disumana. È lui, lo sa. È oggi è anche peggio.
Ma come può un bambino di appena 11 anni riuscire a proteggerla? Proteggerla dal mostro cattivo che nelle favole lei tanto odia?
L'ha sentito anche lei. Certo, come evitarlo? Impossibile. E allora la sente tremare, e la guarda con tenerezza. Quanto vorrebbe riuscire a trasmetterle un po' di sicurezza. Ma come? Lui anche è terrorizzato. Ma non può lasciare che se la prenda con lei.
Si gira un ultima volta a guardarla. I boccoli castani le scendono morbidi sulle spalle, le labbra rosse che tremano di paura e quegli occhi da cerbiatta terrorizzati grigi, così simili ai suoi.
<< Esme... >> sussurra piano, quasi come se solo il suo nome potesse scatenare l'inferno. Quell'inferno che ormai conosce bene.
I passi si abbattono sulle scale violenti, gelidi, terrorizzanti alle orecchie di Esme ma anche alle sue. Sa cosa succederà di li a poco, e sa anche che non può permettere alla sua sorellina di guardare.
<< Nell'armadio con Jop, non lo lasciare. Non fare rumore...>> sussurra ancora, la voce tremante mentre fissa gli occhi pieni di lacrime dell'unica persona che gli rimane. Non può perdetela, no. Non anche lei.
E così, vedendo i movimenti impacciati della sorella, la spinge delicatamente dell'armadio con lo scoiattolino di peluche, Jop, che per lei é diventata un ancora di salvezza.
Jop è l'ultimo regalo che le donò sua madre prima di morire. 30 coltellate. Di fronte a loro.
Lo custodisce così meticolosamente che é riuscito a non farlo scoprire a Mr. Paul. Mr. Paul. La causa di tutto questo.
Anche Il bambino aveva un oggetto speciale legato a lei. Un anello. L'anello del giorno del suo matrimonio. Glielo aveva dato il giorno prima di morire. Lei sapeva che sarebbe successo. E se ne è andata. Non ha mantenuto la promessa di restare sempre al loro fianco.
Chiude l'armadio e apre piano la porta della loro cameretta, se così può essere definita. Una soffitta con due materassi improvvisati e qualche coperta. Questo il luogo in cui sarebbero dovuti crescere. Ma scherziamo?
Luke era solo un bambino. È vero. Ma per la sua età era molto intelligente. Afferrava le cose al volo, capiva ciò che succedeva e quando si é ritrovato il sangue di sua madre tra le mani... sapeva. E avrebbe tanto voluto morire.
Un bambino che pensa di raggiungere la madre volendosi uccidere, è davvero questo il mondo? Un luogo così sporco e crudele che spinge un essere così innocente a pensare a tutto ciò?
Ma poi guardava Esme. Come poteva anche solo pensare di lasciarla sola? Come poteva solo immaginarlo? Da sola con Mr. Paul per tutto questo tempo... non ce l'avrebbe fatta. E non per sua volontà.
Un brivido scorre lungo la schiena del bambino dalle tempeste grigie mentre una bottiglia si abbatte al suolo distruggendosi, scagliando alcuni vetri ai suoi piedi.
Nell'ultimo periodo è sempre peggio, pensa la piccola creatura mentre affronta il suo destino.
Resta sulla soglia della cucina mentre le urla irate dell'uomo squarciano l'aria. Il mostro si presenta al suo cospetto, ma non ha corna rosse o occhi e zanne giganti, è solo un uomo.
E il piccolo Luke non riesce a decidere se ciò è meglio o addirittura peggio. Chi ha detto che l'uomo è incapace di fare del male? Come può un uomo far del male ai propri simili, credersi superiore, e trattare i più deboli come... animali? Oggetti? Anche peggio.
Si gira, gli occhi lucidi e rossi, pupille dilatate, denti in mostra in una smorfia di rabbia, nelle mani una bottiglia di squallida vodka, nell'altra il cappello ormai deforme.
E vedendo lì quei maledetti occhi le torna in mente il suo angelo. Che lo ha mandato all'inferno.
La nostra colpa è avere i suoi occhi... questo i due giovani avevano compreso. Gli ricordavano la loro madre. E questo fece perdere completamente la testa all'uomo che iniziò a gettare a terra una bottiglia dopo l'altra prima di prendere il bambino per il colletto e alzarlo su.
Un ghigno malefico sul suo volto, ma lui era anche succube. Non aveva molte colpe. Solo i suoi occhi.
La bambina era un problema. Era come lei. Il suo angelo della pazzia. E doveva essere eliminata no? Nessuno poteva anche solo assomigliarle.
I pensieri del viscido dovevano essere stati percepiti da Luke, il quale continuava a divincolarsi impotente davanti alla statura dell'uomo di fronte a lui.
<< Dov'è?? >> un urlo straziato al quale solo il silenzio diede una risposta. Uno schiaffo volò e il bambino cadde a terra.
<< Non ti voglio in mezzo >> gli disse sbattendolo fuori al gelo.
Il suo unico pensiero era Esme. E dopo aver tentato una via per raggiungere l'interno, iniziò a battere disperatamente i suoi piccoli pugni alle porte dei vicini, sperando che questi gli credessero, sperando in un miracolo, in un angelo.
E Mrs Lurple arrivò.
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Fall in love {-DoNotFallInLove-}
ChickLit{Completata}; Nel suo passato, Catherine detta Cat, ha dovuto affrontare i demoni peggiori che le potessero capitare. Il ragazzo misterioso che tormenta i suoi incubi e la madre con i suoi amanti che l'ha abbandonata in tenera età contribuiranno a r...