Capitolo 35

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Un raggio di sole si abbatte sul mio viso facendomi abbandonare le dolci braccia di Morfeo.

Provo ad aprire gli occhi, ma la luce è talmente intensa da costringermi a richiuderli. Passo le mani fra le lenzuola di seta cercando di rilassarmi quando un pensiero si fa strada nella mia mente.

Io non ho lenzuola di seta.

Ed apro gli occhi di scatto iniziando a far scivolare lo sguardo in quella stanza.

Solo in un secondo momento mi rendo conto di essere nella stanza di Luke. Ed un sorriso si fa spazio sul mio volto non appena ricordo cosa è successo ieri sera.

Sul comodino un bicchiere d'acqua ed una pastiglia mi attendono, e solo in quel momento ricordo vagamente di essermi ubriacata prima di venire qui. Ma la discussione con Luke aveva fatto passare la mia sbornia.

Con un sorriso da ebete ancora in faccia ingerisco la pastiglia e l'acqua per poi gironzolare per la stanza alla ricerca di qualcosa da mettere.

Una risata scappa dalle mie labbra non appena noto le mie mutandine appese sulla lampada sul comodino al lato destro nel letto, mentre il reggiseno nella medesima posizione su quello sinistro.

Recupero entrambi gli indumenti per poi adocchiare una maglietta semplice bianca su una sedia.

Può andare.

Così la prendo e la infilo constatando felicemente che mi arriva a metà coscia.

Esco dalla stanza e mi dirigo nella sala principale nel tentativo di trovare Luke è una stretta allo stomaco si impossessa di me non appena lo vedo in boxer in cucina mentre è intento ad armeggiare con il cellulare sorseggiando un caffé.

Persino di prima mattina il suo fascino rimane intoccabile, capelli scompigliati che lo rendono ribelle ma al tempo stesso adorabile, labbra carnose, petto in mostra. Una divinità insomma. E il pensiero di ciò che abbiamo fatto stanotte mantiene il sorriso sulle mie labbra.

Alza lo sguardo accorgendosi di me e vedo per un attimo il dubbio nei suoi occhi. Che abbia paura della mia reazione?
Ma notando il mio sorriso, rilassa le spalle e me ne rivolge uno a sua volta, capace di sciogliermi completamente.

Mi viene incontro in boxer ed io distolgo lo sguardo mordendo il mio labbro inferiore. Cerco di non spostare lo sguardo dai suoi occhi, ma mi è dannatamente difficile non farlo scendere giù, e lui deve notarlo perché il suo sorriso ben presto si trasforma in un ghigno malizioso.

Contrario a me, lui non esita a far scorrere lo sguardo lungo le mie gambe, poi si sofferma sul seno, sulle labbra, e infine nei miei occhi, il tutto mentre avanza verso di me.

<< Non te ne sei pentita... >> constata accarezzandomi un braccio nudo, e mentre i brividi si impossessano del mio corpo io non posso fare altro se non annuire.

Sorride e si avvicina ancora di più annullando la distanza fra le nostre labbra. Adoro baciarlo. Potrei seriamente farlo per ore ed ore, ma prima ho bisogno di risposte.

E per questo metto una mano sul suo petto e lo spingo leggermente indietro mentre lui, con il respiro irregolare, fa combaciare le nostre fronti.

Mi guarda intensamente negli occhi, quasi una supplica silenziosa la sua, ma non posso concederla. Ho bisogno di sapere perché. Ricambio lo sguardo a mia volta e lui sembra percepire.

Sospira rumorosamente, poi mi prende per mano e mi trasporta verso il bancone della cucina. Poi, con un movimento veloce, mi posiziona su di esso e mi invita ad aprire le gambe per poi posizionarsi in mezzo.

Si passa una mano fra i capelli, e mordicchia il labbro inferiore nervoso per poi riportare lo sguardo su di me.

<< Come già sai sono a capo di un gruppo non proprio... affidabile >> comincia e con lo sguardo lo invito a continuare.

<< Io e Adam inizialmente partecipavamo a gare... - lo guardo confuso e lui, accogliendo il mio sguardo, sospira - corse clandestine. >> continua a guardarmi negli occhi cercando una mia qualunque reazione.

Corse clandestine?

Cerco di non agitarmi e di restare calma, non voglio metterlo sotto pressione, quindi annuisco e lui continua.

<< Avevamo sedici anni quando  abbiamo iniziato. Inizialmente il tutto era per una questione di soldi e Karl ne aveva promessi molti. Karl aveva 20 anni ed era a capo di una squadra, diciamo, tutta sua >> si ferma un attimo, e punta il suo sguardo nel vuoto, quasi stesse cercando di non far prendere il sopravvento ai ricordi.

<< Perché? >> riesco a sussurrare con voce flebile mentre aspetto che finisca il suo racconto. Sospira rumorosamente.

<< Non abbiamo avuto un infanzia semplice >>

Abbiamo?

Deve aver notato il mio sguardo confuso perché continua.

<< io e mia sorella, Esme. >> un sorriso amaro si fa spazio sul suo volto mentre il mio cervello elabora le varie informazioni e mette a posto i pezzi mancanti del puzzle.

Esme...

Allora ecco chi era il nome che sussurrava durante il suo incubo.

Mia sorella.

Una strana sensazione di sollievo si fa spazio nel mio petto. Okay, ero gelosa di questa Esme prima lo ammetto... ma sapere che è sua sorella mi rincuora, e non poco.

<< Nostra madre è morta quando avevo circa nove anni. È stata uccisa da nostro padre... trenta coltellate. Una per ogni anno che erano stati insieme >> racconta, le mani strette ai lati delle mie gambe in due pugni.

Le mie mani corrono alla mia bocca per lo stupore mentre realizzo quello che ha appena detto.

<< E... e tuo.... padre? >> chiedo sempre in un sussurro mentre il mio corpo è scosso per lo shock.

Una sua mano corre sulla mia schiena nel tentativo di tranquillizzarmi, e posa un casto bacio sulle mie labbra facendomi calmare.

La cosa strana è che dovrei essere io a calmare lui. Ma non ci riesco, quando si tratta di Luke diventò così sensibile che ho necessariamente bisogno di protezione. Della sua protezione.

<< Quel bastardo si é ucciso poi davanti ai nostri occhi con un colpo di pistola. Tutto questo perché? Nostra madre era stata costretta a sposarlo. Non essendo nelle migliori condizioni in quel periodo i nostri nonni la promisero in sposa a quel bastardo di Cole Estern. Lei era giovane quando ci ha ricevuti, e tutta la famiglia era in festa. Ma come succede ogni volta che si verificano queste merde di matrimoni combinati, lei si è infatuata del fratello. Paul Estern. E una notte è caduta in tentazione del suo cosiddetto angelo custode, e Cole l'ha scoperta. E dopo averla considerata una puttana l'ha uccisa >>

Oramai sta girovagando per la stanza tormentandosi i capelli, e a quel punto faccio per scendere ed avvicinarmi a lui.

<< No ti prego resta lì >> mi supplica ed io mi blocco sotto quelle tempeste che ora sembrano maledettamente innocue.

<< Siamo stati affidati a Paul. Ti starai dicendo che siamo stati fortunati magari >> una risata isterica scappa dalle sue labbra ed io rabbrividisco non appena vedo le iridi grigie diventare nere. Le punta nelle mie e scandisce le parole.

<< Ma lui non era un angelo. Era un fottuto diavolo che ci ha trascinato all'inferno. >>










*SPAZIO AUTRICE*
Divido questo capitolo in due parti perché si è dimostrato abbastanza lungo. In ogni caso grazie sempre per il supporto e spero vi stia piacendo la storia. Premetto che da domani non credo riuscirò ad essere attivissima ma ci proverò lo stesso. Grazie ancora per tutto♥️

Fall in love {-DoNotFallInLove-}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora