Capitolo 38 (Epilogo)

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Cara Stephany,
È passato molto tempo ormai dalla tua morte. Ancora ricordo quando giocavamo insieme nel giardino di villa Collins, tutte e tre, felici e spensierate, nonostante i nostri caratteri non incrociassero la stessa vita.

Mi duole molto dirti che in questi anni non sono riuscita a venirti a trovare, non ho avuto il coraggio di dire addio a una sorella, anche se non di sangue, al contrario di Jess che si recava da te ogni anno, nonostante la ferita del petto fosse ancora, tutt'oggi, sanguinante.

Sai, credo che tu avessi ragione. Quando hai fatto quel discorso sui nostri libri preferiti dove le giovani protagoniste, dopo aver avuto un passato o presente burrascoso, trovano il loro principe azzurro, e vivono il loro cosiddetto " e vissero per sempre felici e contenti ", alias lieto fine.

Sinceramente prima che tu morissi, la mia vita era pressoché normale, come anche tu stessa hai potuto constatare.

Eri la prima che sosteneva le storie d'amore, fanatiche di quelle fughe romantiche. Ma avevi ragione quando hai detto che non avresti mai scelto di vivere tutto ciò rappresentato nei libri in prima persona.

Avevi sempre ragione, avevamo sottovalutato la sofferenza che si celava dietro ogni protagonista, e, se prima ero convinta di voler vivere come una di esse, ora non lo sono più.

Quando ho incontrato Trevor, pensai di poter vivere per davvero il mio "felici e contenti" ma non è stato così.

Credo che alla fin fine i miei desideri, per quanto sbagliati, siano stati presi in considerazione e avverati.

La mia vita è andata in frantumi, se prima quando mia madre ci ha lasciati stava cedendo, Trevor ha dato il colpo di grazia.

Mi era sembrato di entrare in uno di quei romanzi precedentemente citati, nel passato tenebroso e tormentato di una dolce e docile fanciulla.

Ma io non ero una di loro. Non credevo nell'amore dato che questa possibilità mi era stata strappata via, non ero docile ed indifesa, potrei anzi definirmi testarda e ribelle, non avevo nulla a che fare con loro.

Insomma, già l'inizio era sbagliato, la mia protagonista era sbagliata, ma ora parliamo del principe azzurro.

Che, diciamocelo, non è esattamente il principe senza macchia che ti viene a prendere su un cavallo bianco cercandoti per il mondo, seguendo il suono della tua voce.

No, possiamo dire esattamente il contrario. Due tempeste grigie al posto degli occhi, un tempo costantemente tormentati, tatuaggi sul suo corpo perfetto, un fisico scolpito e bello da togliere il fiato. E vestito sempre di nero.

Ironia della sorte penserai, di solito eri tu che fantasticavi sul famoso cliché del bad boy al liceo, io invece ero più la tipa da ragazzi "perfetti". E noiosi in pratica.

Sai, appena ho incontrato i suoi occhi sono stata ammaliata da quella bellezza oscura e profonda, da quelle tempeste tormentate che oggi mi hanno rapito con se è che hanno mandato a quel paese tutti i miei buoni propositi.

Mi sono innamorata. Sono caduta nella famosa trappola dell'amore. E non potrei essere più felice di averlo fatto.

Stavamo per essere separati, non per nostra scelta, ma per il passato del mio cavaliere, con il mantello nero in mostra a ricordare le tenebre che portava sempre con se. Le tenebre legate alla sua vita, al suo nome.

Si chiamava Luke Evans. Si, hai capito bene, si chiamava. Al passato. Perché? Beh, forse è meglio che inizi dal principio.

Una settimana dopo che Luke ha deciso di troncare i nostri rapporti per via del suo passato, Jess, che aveva dovuto affrontare lo stesso con Adam, ha iniziato a rievocare i ricordi delle nostre storie preferite.

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