Capitolo 25

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Una volta rimasto in boxer davanti ai miei occhi raggiunge il letto e continua a guardarmi con quel suo maledetto ghigno stampato in faccia.

D'altra parte io non riesco veramente a staccare gli occhi dal suo fisico maledettamente perfetto, con quelle linee così marcate che vorrei percorrere e sentire sotto le mie dita, con quella V così pronunciata che sparisce sotto i boxer bianchi che ora indossa, così aderenti e sensuali che gli conferiscono un non so cosa di puro, angelico, quando tutti sanno il contrario.

Mi fa cenno di venire vicino a lui, con quel sorriso da finto innocente e poi finalmente parla.

<< Vieni qui, Angelo >>. La sua voce così maledettamente roca e perfetta sfida la mia coscienza a non cadere nel peccato. Forse dovrei andarmene, si dovrei decisamente scappare da questo diavolo che si presenta davanti ai miei occhi sotto forma di Angelo, ma non posso.

Ipnotizzata come sono dal suo corpo e dalla sua voce, non credo di riuscire a considerare l'idea di tornare a villa Collins, anzi, percorro qualche centimetro e mi avvicino di più a lui ma mi fermo a qualche passo dal letto, ancora esitante di quello che potrebbe succedere se mettessi veramente piedi su quel letto.

Mi scruta con attenzione, punta le sue iridi grigie nelle mie, sento che riesce a leggere la mia anima, che riesce a vedere la mia incertezza, preoccupazione ma anche desiderio ed eccitazione. È così strano volermi concedere completamente a lui? Permettergli di farmi quello che vuole? Voler spegnere la mente senza pensare alle conseguenze? Perché è proprio quello che vorrei fare.

Spegnere tutto e non pensare, spegnere tutto e scordarmi anche il mio nome. Non so come, ma Luke riesce davvero a manipolare tutti i miei pensieri, riesce a spegnermi con il suo tocco, mi rende schiava con la sua voce, mi fa bruciare di desiderio.

E solo ora il nitido pensiero del fatto di essere debole mi balena in mente. E per me è come uno schiaffo in pieno viso. Tremendo. Perché so cosa vuol dire esserlo. Perché so cosa significa pagarne le conseguenze. E mi fa tornare indietro con la mente. Ai miei demoni.

Alla mia vita passata. A quello che mi ha reso questo. Sono consapevole di essere rotta dentro. So che non potrò più essere aggiustata.

La mia vita è costantemente condizionata dai miei demoni. Fa parte del mio carattere. Tutte le mie idee conducono li. E io... non posso. Non posso lasciarmi andare con Luke. Non posso essere spezzata più di quanto lo sono già. E io sono innamorata di Luke. E sono debole per lui.

Potrebbe spezzarmi ancora di più in un solo piccolo gesto. Un soffio. E io non voglio. So che è da vigliacchi nascondersi. Ma è quello che riesco a fare meglio. Mi nascondo.

E scappo. scappo.
Arretro improvvisamente indietro. Non mi ero resa conto del fatto che Luke si fosse alzato. So che ha capito che qualcosa non va. Riesce sempre a leggermi dentro... No,no,no.

<< Cathy? >>. Cathy. No no no. Quel nome no. Quel nome no.
Mi irrigidisco improvvisamente. Il cuore batte all'impazzata, i sensi sono all'erta, i muscoli tesi pronti a correre. A scappare. A correre.

Ed è quello che faccio. Corro giù dalle scale e mi dirigo verso la porta. Le urla di Luke mi arrivano attutite, il sangue che pulsa nelle orecchie è il suono dominante. Apro la porta di ingresso. E corro per la strada.

Luke continua ad urlare ma io non sento niente. Non mi importa se stiamo in alta campagna. Io continuo a correre per le strade deserte sfruttando la scarica di adrenalina che ho in corpo. Fortunatamente ho un ottima memoria fotografica. Ricordo bene la strada del ritorno.

Ma il rumore di un motore alle mie spalle mi fa intuire che Luke mi sta inseguendo. Ma perché cazzo mi sta inseguendo? Perché non lascia perdere? Perché non capisce, cazzo?

Valuto le mie opzioni. Se continuo a correre dritta mi raggiungerà, alla mia destra una discesa alla sinistra un piccolo bosco.

Opto per il bosco e mi immergo in quelle braccia verdi che per un po' mi proteggeranno e nasconderanno non solo da Luke, ma anche dal mio passato. Continuo a correre per qualche metro poi mi salta all'occhio un albero con un chiama molto folta. E salto su sfruttando i numerosi rami alla base.

Mi rannicchio vicino al tronco su un ramo particolarmente robusto, porto le ginocchia al petto e tolgo la suoneria al cellulare.

I minuti passano, il mio telefono vibra insistentemente e io sono ancora qui con lo sguardo perso nel vuoto a ricordare il motivo per cui non piaccio a me stessa.

Non mi ero neanche resa conto di star piangendo sino a quando una lacrima calda scivolo lungo la mia guancia per poi posarsi sulla mia mano sinistra.

Continuo a fissarla mentre cerco di spazzare via quei ricordi così vividi e dolorosi.

Non ho più pianto. Dal giorno in cui... beh Trevor ha fatto quel che ha fatto. Eppure prima non ero così. Perché sono cambiata?

In un'altra vita ora starei passeggiando sorridente per le strade, ammirando ogni più piccola cosa intorno a me, sorprendendomi delle più piccole cose a cui nessuno sembra dare troppa importanza.

Magari vorrei anche avere un ragazzo, chissà. Ma in questa vita continuo a scappare e a trovare rifugi. Come una codarda.

Devo trovare un modo per sfogarmi. Un modo per allontanare tutta la mia frustrazione.

E mentre questi pensieri occupano la mia testa, il vento inizia ad alzarsi facendo scuotere tutto intorno a me.

Mi rannicchio ancora di più contro l'albero e chiudo gli occhi, riaprendoli soltanto quando un volantino finisce fra le mie gambe.

Lo prendo e lo apro con curiosità per poi leggere l'annuncio.

Si, è proprio ciò che mi serve, dico sorridendo tra me e me

Fall in love {-DoNotFallInLove-}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora