Mondiale in vista.

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Ormai mancavano un paio di settimane alla fine della pausa invernale e Vale l'aveva invitata al ranch per la due giorni di gare su sterrato che rimandavano dalla prima volta che era stata a correre al Ranch. Era partita venerdì mattina arrivando a Tavullia verso le 11, Vale le aveva aperto con il solito sorriso che sembrava non perdere mai quando erano alla cava, la sorprendeva sempre vedere quanto poco Valentino fosse cambiato dal ragazzino che aveva visto vincere al Mugello nel '97, be' era diventato sicuramente più attraente, su quello non c'era molto da dire, ma non l'avrebbe mai ammesso davanti a lui.

"Oi Vale. Pronto a due giorni di sportellate?" Aveva chiesto con tono divertito e un sorrisetto insolente sulle labbra. Se la prima volta che aveva varcato quel cancello aveva provato timore riverenziale ormai gareggiare con Vale era diventata la norma e, anche se ancora la stupiva pensare a quanto fossero diventati amici, il timore riverenziale si era trasformato in semplice rispetto per le abilità dell'altro pilota.

"Ovvio. È una sfida che abbiamo lasciato sospesa per troppo tempo questa." Valentino aveva alzato le spalle conducendola verso il garage, era strano pensare a quanto fosse normale vedere la ragazza al ranch, certo non era la prima dei suoi rivali ad andarlo a trovare per provare la pista o anche solo per farsi due chiacchiere, ma nessuno era mai diventato parte integrante della routine dell'Accademy come invece aveva fatto Caterina.

La ragazza aveva parcheggiato la moto nel primo spazio vuoto che aveva trovato nell'enorme garage, accarezzando leggermente la scocca prima di tornare a voltarsi verso il marchigiano "Io prendo la solita e ti aspetto in pista. Non ci mettere troppo a prepararti." Aveva sorriso dandogli una pacca sulla spalla prima di incamminarsi verso il fondo del garage, andare al ranch già in tenuta da gara era un'abitudine ormai, prepararsi lì solitamente faceva solo perdere tempo, e poi passava così tanto tempo indossando la tuta con le protezioni che ormai non le sembrava più nemmeno così strano. Aveva portato la moto fuori dal garage, ringraziando il fatto che il sabato prima avesse fatto tutti i check di routine dopo l'allenamento e l'avesse ritirata a lucido, almeno le evitava di dover ricontrollare tutti i minimi dettagli. Aveva ricontrollato le gomme e il serbatoio per sicurezza prima di incamminarsi giù per la collina verso la cava.

Era dalla sua prima visita al ranch che non vedeva quella pista così silenziosa e vuota, e anche la prima volta che c'era stata non si era presa chissà quanto tempo per ammirarla, troppo nervosa all'idea di doverci gareggiare con Vale per godersi il panorama. I campi si estendevano a perdita d'occhio attorno al circuito, interrotti saltuariamente da qualche villetta di campagna. Il sole primaverile rendeva il tutto più luminoso, quasi fosse uscito da una pubblicità del mulino bianco, per quanto la sua città le piacesse e nulla potesse battere l'alba sul mare quando si parlava di tranquillità, non poteva negare che l'atmosfera che circondava il ranch fosse molto meno caotica di quella riminese, tutto sommato poteva capire perché qualcuno decidesse di costruire in un posto simile il suo piccolo angolo di paradiso.
Doveva essersi persa nei suoi pensieri per più tempo di quanto non pensasse perché la voce di Vale smorzata dal casco l'aveva colta alla sprovvista.

"Mi aspettavo fossi già in pista a girare." Il pilota la stava osservando da sotto la visiera con uno sguardo divertito.

"Sarebbe stato ingiusto riscaldare le gomme prima che arrivasi tu." Si era limitata a rispondere con un'alzata di spalle prima di salire in sella e dare gas varcando il cancello della pista. Vale l'aveva seguita qualche secondo dopo affiancandola facilmente, Caterina aveva sorriso quando le aveva messo le ruote davanti.
Fare bagarre rendeva il correre ancora più interessante e quando c'era Vale in giro ci si divertiva.

Quando erano entrati in assetto gara, le staccate folli che si moltiplicavano e il rischio cadute che aumentava esponenzialmente, si erano posizionati fianco a fianco sulla linea di partenza. Le regole erano sempre le stesse, 20 giri del tracciato centrale, ai sorpassi non c'erano limiti anche se di solito si evitava di rischiare di cadute, in vista mondiale quella era forse la parte più importante, nessuno di loro lo voleva iniziare con qualche infortunio; il Qatar era già faticoso quando si era in piena forma fisica correrlo con qualche problema lo rendeva un inferno.

Una vita ai 300km/h ||Valentino Rossi|| [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora