Of crashes and broken bones

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Era stata una giornata lunga e faticosa, come lo erano sempre le giornate che conducevano al GP di Misano del resto. Vivere in apnea tra allenamenti, stunt pubblicitari e interviste ormai sarebbe dovuta essere la norma, ma in realtà nonostante il suo inizio stagione da paura rimaneva una degli ultimi arrivati sul grid e, se non altro, quella classificazione solitamente le permetteva una vita più tranquilla di quella che invece avevano i veterani dello sport o, in ogni caso, gli aliens.
Non se ne lamentava, ma l'ennesimo pomeriggio passato su una moto da cross a Cavallara l'aveva lasciata distrutta e abbastanza dolorante, niente cadute, almeno per quella volta, ma i suoi muscoli risentivano delle settimane in cui non aveva toccato la moto da cross.
Si era buttata sul divano, troppo stanca anche solo per pensare di mettersi a cucinare, e aveva acceso la televisione con tutta l'intenzione di passare la serata a fare zapping nella vana speranza di trovare qualcosa che catturasse la sua attenzione.
Stranamente non ci aveva messo molto a trovarlo, se non altro perché la notizia era su qualsiasi telegiornale sportivo. Valentino Rossi non avrebbe corso Misano per una frattura di tibia e perone dovuta a una brutta caduta facendo enduro.
Si era passata una mano sul volto, lei e Vale non si sentivano tutti i giorni, entrambi troppo immersi nel loro lavoro e forse anche troppo cresciuti per comportarsi come fidanzatini alla prima cotta, ma per lo meno si sarebbe aspettata una telefonata di cortesia in una situazione simile. Aveva sospirato prima di afferrare il suo cellulare e cercare in rubrica il numero di Uccio, considerando la situazione probabilmente chiamare il manager era la soluzione migliore.

"Caterina?" Uccio le aveva risposto al secondo squillo, il tono di voce stanco di chi doveva aver passato le ultime ore a cercare di sistemare una situazione che, prima di Misano, era a dir poco disastrosa.

"Uccio. Come sta Vale?" Aveva chiesto mentre si alzava dal divano per infilarsi nuovamente le scarpe da ginnastica che aveva calciato via nemmeno mezz'ora prima. Non poteva evitarsi di essere preoccupata, non quando l'unica notizia disponibile era tutto tranne che rassicurante, una frattura simile avrebbe potuto significare che il campionato era ufficialmente chiuso.

"A letto imbottito di antidolorifici e calmanti. Lo dovrebbero operare in nottata."

Caterina aveva annuito, scordandosi per qualche secondo del fatto che il marchigiano non potesse vederla. Era molto combattuta tra l'essere preoccupata per Valentino e il volergli urlare contro, ma alla fine sapeva che, come la maggior parte dei piloti, anche Rossi non poteva fare a meno di allenarsi in moto e quel genere di allenamento era sempre pericoloso, anche per loro che in moto ci passavano buona parte della loro vita.
"È una frattura scomposta?" Ormai conosceva le procedure mediche per le fratture, nessun pilota poteva evitarsi almeno qualche viaggio all'ospedale durante la propria carriera e le ossa rotte erano straordinariamente comuni nel loro sport.

Aveva sentito Uccio sospirare dall'altro lato della linea e le era bastato quello per capire che la situazione non fosse delle migliori, ma poteva immaginarselo, Valentino non era tipo da saltare una gara di casa a meno che non fosse costretto. Aveva scosso la testa, infilandosi la giacca di pelle prima di riprendere a parlare "Capito, siete all'Infermi?" aveva chiesto poi, incastrando il cellulare tra l'orecchio e la spalle mentre recuperava le chiavi della moto e il casco.

"Lo stanno per portare ad Ancona." aveva smentito Alessio "Al momento siamo a Urbino. Forse ti conviene raggiungerci direttamente lì." 

"Sì, credo sia meglio. Fammi sapere dove vi mettono quando arrivate, vorrei evitare di dover litigare con la reception come l'ultima volta." Aveva assentito prima di uscire di casa e accendersi una sigaretta. Probabilmente avrebbe passato un'altra nottata in ospedale, sperando di riuscire a convincere Uccio ad andare a casa per dormire. Lei e il marchigiano si erano salutati prima di chiudere la telefonata.
Si era passata una mano tra i capelli con un sospiro, poggiandosi al muro di casa sua e chiudendo gli occhi per qualche secondo, non ci voleva un infortunio simile prima di Misano e non solo per la stagione di Rossi, ma anche perché senza di lui in pista l'attenzione sarebbe stata catapultata su Dovizioso e su di lei e ne avrebbe volentieri fatto a meno, conosceva i tifosi italiani più di quanto volesse e, nonostante fosse sempre bello correre in casa, i tifosi di Vale potevano essere incredibilmente simili a degli ultras, soprattutto in Italia.

Una vita ai 300km/h ||Valentino Rossi|| [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora