Mugello: Issues (II parte)

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  "Yeah, I got issues
And one of them is how bad I need you"

Il risveglio della mattina dopo non era stato uno dei migliori. Le tempie le pulsavano, un po' per i postumi della sbornia e un po' per l'essersi addormentata ancora in lacrime, e il saporaccio che l'alcol della sera prima le aveva lasciato sul palato non era piacevole di prima mattina. Si era trascinata in bagno per lavarsi, ignorando l'immagine riflessa nello specchio prima di buttarsi sotto la doccia fredda.

Era riuscita a cambiarsi e a rifare le borse prima di decidersi, finalmente, a confrontare il suo riflesso. Occhi rossi, occhiaie, pelle eccessivamente pallida; aveva sospirato, passandosi una mano tra il nido di capelli che aveva in testa prima di afferrare gli occhiali da sole più ingombranti in suo possesso e uscire dal motorhome con il borsone in mano, la comodità del gareggiare in Italia era non dover prendere un aereo per arrivare al circuito e in quel momento non poteva esserne più grata.
Si stava trascinando verso l'hospitality con la stessa agilità di uno zombie quando era andata a sbattere contro qualcuno, certo che se magari invece di tenere gli occhi puntati sull'asfalto avesse guardato dove stava andando il problema non ci sarebbe stato.
Aveva borbottato qualche forma di scusa, senza preoccuparsi di controllare chi fosse il malcapitato contro cui era andata a sbattere, ma il 46 stampato sulla maglietta Yamaha lo rendeva abbastanza chiaro in ogni caso.

"Cate? Tutto bene?" Nel caso non fosse bastata la maglietta l'accento fugava ogni dubbio, soltanto lei poteva andare a sbattere contro Rossi proprio nel momento in cui sperava di non dover avere a che fare con nessuno.

"Benissimo, per quello ho addosso degli occhiali che nemmeno le star della disco negli anni '70." Aveva fatto un passo indietro, incrociando le braccia al petto prima di alzare lo sguardo da terra. Il sarcasmo era sempre la difesa migliore in situazioni simili, e ormai parlava per esperienza.

C'era da dire che ormai Valentino sembrava abituato al suo pessimo carattere, cosa non da tutti, e si era limitato a continuare a fissarla con l'espressione più neutra che gli avesse mai visto in volto. Strano, molto strano. Si era stretta nelle spalle, prima di scansarsi, con tutta l'intenzione di riprendere la sua strada verso l'agognata macchinetta del caffè; ovviamente però non aveva fatto in tempo a fare due passi prima di ritrovarsi a fare i conti con il pilota di Tavullia che, apparentemente, aveva deciso di seguirla. Pessimo umore, sentimenti repressi e mancanza di sonno... non c'erano possibilità che quella situazione finisse bene, non per lei almeno. Le sembrava strano che avesse lasciato perdere così tranquillamente in effetti. Aveva sospirato, infilandosi le mani in tasca e continuando a tenere gli occhi fissi a terra, non che si illudesse di poterlo far scomparire con la semplice forza del pensiero.
Quando le si era seduto di fronte la riminese aveva finalmente deciso di aprire bocca, più per sapere cosa voleva che per altro, non era particolarmente in vena di contatti umani in quel momento.

"Vale, smetteresti di seguirmi per favore? Sta iniziando a diventare preoccupante la cosa."

Il marchigiano aveva preso un sorso del suo cappuccino prima di stringersi nelle spalle "Dipende, hai deciso di dirmi come mai sei di un umore così pessimo?"

La riminese aveva alzato gli occhi al cielo "Dobbiamo tornare al discorso sul tuo non essere veramente un Dottore, tanto meno uno psicologo?" aveva borbottato con fare infastidito prima di prendere un sorso di caffè bollente "E soprattutto. Non credo siano fatti tuoi."

"È lì che sbagli. Mi sembrava di averti già detto che, che ti piaccia o meno, ormai sei parte del gruppo. Dovrai scendere a patti con il fatto che non siamo bravi a ignorare i problemi prima o poi."

Caterina aveva sbuffato una risata, massaggiandosi la radice del naso e permettendosi di prendere fiato per qualche secondo "Continuano a non essere fatti di nessuno se non miei. Non mi piace parlarne." Valentino aveva aperto bocca come per ribattere, ma lo aveva interrotto prima che potesse farlo "Ma dato che ho il presentimento che mi seguiresti come un'anima in pena per tutta la mattina se non te lo dicessi... mio padre non si è presentato alla gara di ieri per la prima volta dal '97." si era stretta nelle spalle sfoggiando un sorrisetto più falso di una banconota da tre euro "Non ci sono rimasta troppo bene, ma sopravviverò."

Una vita ai 300km/h ||Valentino Rossi|| [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora