Mugello: Smoke and Mirrors

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Il fine settimana del Mugello era un po' come essere a Woodstock con cinquant'anni di ritardo, l'aria veniva infestata dal rombo dei motori dal venerdì mattina e le cose non cambiavano fino alla domenica sera, per i piloti italiani era praticamente impossibile mettere il naso fuori dal proprio motorhome o dai box, a meno che non si volesse avere a che fare con le orde di giornalisti che vagavano per la pit lane. In pochi, di solito i più giovani o quelli meno conosciuti, si avventuravano per le colline che circondavano la pista con un cappuccio a coprirgli il volto; lei stessa lo aveva fatto per anni. Dopotutto dopo aver passato la maggior parte degli anni in mezzo a quel casino, con suo padre o con i suoi amici non aveva mai fatto troppa differenza considerando che alla fine si ritrovava sempre a perderli di vista e a passare nottate in bianco chiacchierando con questo o quello sconosciuto, anche una volta diventata pilota a tutti gli effetti non si era mai tolta l'abitudine di sgattaiolare fuori e mischiarsi con la folla in festa. 

Aveva osservato gli spalti dalla finestra del suo motorhome per un'ora, chiedendosi quanto Max l'avrebbe odiata se avesse usato il solito trucchetto che usava da anni per andarsene senza essere notata. Era venerdì, la mattina dopo la aspettavano le prove, ma uscire in quel momento avrebbe voluto dire riuscire a tornare indietro abbastanza in fretta da dormire almeno cinque ore, e per qualcuno come lei erano già tante, abbastanza per affrontare due tranche di libere e le qualifiche. 

Cappuccio nero calcato sulla fronte e mani in tasca, la riminese si era avviata verso i fan in festa con un sorriso sulle labbra, poco da fare, nessuna gara era come il Mugello, nemmeno il suo Gran Premio di casa poteva competere. Si era intrufolata nel gruppo senza che nessuno facesse troppo caso a lei, e se l'alcol che stava circolando di mano in mano era un indizio, nessuno sarebbe stato abbastanza lucido da cercare di riconoscerla. Si era accesa una sigaretta mentre passeggiava tra gli appassionati di moto, il rombo di motori di ogni tipo che risuonava come musica nelle sue orecchie. Aveva scambiato qualche convenevole con l'occasionale possessore di moto d'epoca o di chopper così incredibilmente modificati da non sembrare nemmeno più moto da strada, ma piuttosto opere d'arte. Quello era il suo ambiente, in mezzo alle persone che non potevano parlare di moto senza che i loro occhi brillassero di una passione forte quanto la sua, in una situazione simile tutto sembrava azzerarsi, le differenze di età, il sesso... non era importante nulla se non quei bolidi a due ruote; chi poteva biasimarla se quello era l'unico posto in cui sentiva di potersi lasciare andare?

Aveva vagato per qualche ora, partecipando a cori improvvisati e a Trivia improponibili sul mondo delle moto tanto per passare il tempo prima di riprendere il percorso che portava ai motorhome, sapeva di doversi fare notare il meno possibile se voleva riuscire a sgattaiolare nel suo senza dover passare per le guardie, perché a quel punto Max lo sarebbe sicuramente venuto a sapere, e la sua vita sarebbe diventata esponenzialmente più complicata di quanto già non fosse; e lei non aveva, davvero, bisogno di altri problemi.

"Scusa?" La voce femminile che aveva richiamato la sua attenzione l'aveva fatta sobbalzare e portarsi una mano al petto, rischiare gli infarti a ventiquattro anni non era nella sua lista delle cose da fare. Si era voltata lentamente, attenta a fare in modo che il suo volto fosse ancora coperto dalle tenebre mentre osservava la ragazzina davanti a lei. Poco più bassa di lei, magra, capelli neri, non poteva avere più di vent'anni, ma lei faceva abbastanza schifo quando si trattava di indovinare l'età delle persone, magari era completamente fuori strada.

Aveva sospirato, tirando fuori una sigaretta dal pacchetto e accendendosela velocemente "Dimmi." Aveva detto alla fine con tono piatto.

Sulla faccia della ragazza si era aperto un sorriso che l'aveva fatta preoccupare, la gente normalmente non reagiva a quel modo al suo essere scorbutica "Sei Caterina Maggioli vero?"

Una vita ai 300km/h ||Valentino Rossi|| [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora