Le Mans: Scontri.

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Caterina era scappata dai box come scappava da tutte le situazioni che la portavano al di fuori della sua zona sicura, non credeva veramente a quello che aveva detto a Valentino. Alla fine della giornata si sarebbe sempre fidata di lui, era difficile non farlo quando il pilota di Tavullia con il suo modo di fare e il suo sorriso contagioso le era entrato sottopelle e le aveva fatto provare cose che non provava da anni.
Si era passata una mano sul volto con un sospiro, lo sguardo ferito che aveva visto negli occhi di Valentino quando aveva insinuato che sarebbe stato in grado di pugnalarla alle spalle le aveva fatto male, fin troppo per qualcuno che, come lei, si autoproclamava allergica ai sentimenti. Dargli un'altra possibilità sarebbe stato cosi semplice, le riusciva quasi difficile guardarlo negli occhi e comportarsi come se tutto fosse normale, come se l'averlo visto con Linda non avesse scalfito il suo cuore che ormai pensava essere si pietra. Si era seduta sugli scalini che portavano al suo motorhome, accennando un sorriso e un saluto alle telecamere che l'avevano inquadrata per qualche secondo.
Ignorare tutto quello che era successo con Vale era stato facile finché erano in due paesi diversi, finché non aveva dovuto fare i conti con quegli occhi così azzurri che la catturavano persino attraverso lo schermo di un televisore, figurarsi quando ce li aveva davanti; ora che erano di nuovo costretti a condividere i box però tutto sarebbe stato più difficile, e se lo sarebbe dovuto aspettare.
Sperava il suo comportamento fosse stato abbastanza per allontanarlo una volta per tutte, perché sapeva che non sarebbe stata in grado di resistergli, e un po' si odiava per quella debolezza; un po', a dire il vero, odiava anche lui per il suo essere così dannatamente genuino e carismatico allo stesso tempo. Aveva lasciato cadere il capo all'indietro, poggiando la nuca all'entrata del suo motorhome e chiudendo gli occhi, quei quattro giorni sarebbero stati un inferno da gestire, c'erano poche cose cose che Caterina trovava attraenti più di un uomo in sella a una moto, in generale, ma se la persona sulla moto era Valentino Rossi... be', faceva fatica a pensare a qualcosa di più attraente; si era alzata in piedi, infilandosi le mani in tasca e scuotendo la testa mentre si avviava verso la conferenza stampa, sarebbe stato un lungo fine settimana.
Aveva preso il suo posto al tavolo dopo aver salutato il Dovi e Crutchlow, Marc le aveva restituito la tessera per il motorhome prima di sedersi accanto a lei, si era lasciata sfuggire un sospiro di sollievo quando accanto a lei aveva preso posto Andrea, lei e il forlivese non parlavano spesso, ma in quel momento lo preferiva all'avere accanto un altro italiano.
Le domande di routine erano passate in fretta, finché si parlava di specifiche tecniche rispondere era semplice. Le domande dai giornalisti l'avevano lasciata stare fino a quel momento e lei e Marc erano impegnati a commentare sottovoce una delle risposte di Zarco a proposito della pista quando una voce che chiamava il suo nome l'aveva fatta voltare verso i giornalisti annuendo leggermente.

"Caterina, abbiamo notato la fasciatura al polso, come è successo? Ma soprattutto, ti senti pronta per la gara di domenica?"

Caterina si era avvicinata al microfono, poggiando i gomiti sul tavolo "Sono caduta allenandomi a Rufea con Marc e Alex." Aveva ammesso con un mezzo sorriso sulle labbra "Ho lussato la spalla sinistra e il polso è slogato, ma ho già avuto il nullaosta per correre domenica. Mi sento pronta per la gara in ogni caso."

I giornalisti avevano annuito mentre lei tornava a rilassarsi sulla sedia, il resto della conferenza stampa era volato, a parte per le solite domande imbarazzanti dai social media di cui tutti loro avrebbero fatto a meno.
Erano stati lasciati andare dopo le solite foto di routine, e lei aveva appena fatto in tempo a uscire dalla stanza prima di trovarsi affiancata da Marc.

"Vieni a cenare all'hospitality Honda?"

Caterina aveva scosso la testa "Marc, apprezzo il gesto, ma devo lavorare con il mio team, e tu devi fare lo stesso. Non ho bisogno di una guardia del corpo."

Lo spagnolo l'aveva guardata per un paio di secondi prima di annuire "Per favore non fare nulla di stupido." Aveva concluso prima di allontanarsi, lasciandola finalmente sola.

Una vita ai 300km/h ||Valentino Rossi|| [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora