Era una serata film come tante altre a casa sua, l'intero gruppo seduto nel suo salone a mangiare pizza e bere birra, nulla di nuovo per nessuno, erano rituali che portavano avanti dall'adolescenza e dubitava qualcosa li avrebbe fatti cambiare.
Lei e Emilio stavano passandosi una palla da tennis che aveva visto giorni migliori da un capo all'altro del divano mentre discutevano su quale film guardare. Gli horror sembravano sempre andare per la maggiore nonostante lei non fosse una grande fan del genere"Regaz." aveva aperto bocca dopo mezz'ora di bisticci su quale Saw guardare "Ma se ci dobbiamo vedere uno splatter, guardiamoci Grindhouse di Tarantino che almeno è un classico. Perché ci dobbiamo vedere il quarto episodio di Saw che non è nemmeno bello quanto il primo?"
"Ancora?" il tono di Lucia le aveva fatto alzare gli occhi al cielo "Possibile che si finisca sempre a guardare quella roba?"
"Non chiamare roba i film di Tarantino." aveva ribattuto Francesco con tono stizzito.
Caterina aveva sospirato afferrando al volo la pallina da tennis prima di rispedirla al mittente, se iniziavano a litigare non la finivano più e non avrebbero di sicuro visto un film, ma non aveva voglia di fare da paciere e quindi che litigassero pure.
La questione stava andando avanti da quasi un'ora quando il suo cellulare aveva preso a squillare, si era alzata dal divano a malincuore, afferrando l'apparecchio prima di lasciare la stanza."Pronto?"
"Cate sono Max, hai da fare?"
Caterina si era accigliata, cosa poteva volere da lei il suo manager alle dieci di sera? Aveva sbirciato in sala dove ancora stavano discutendo il valore culturale dei film splatter "Ho tempo di parlare. È successo qualcosa?"
"Presente che tu e Rossi avevate il presentimento che qualcuno stesse mettendo il naso nei fatti vostri?"
Caterina aveva annuito lentamente appoggiandosi alla porta "Ovvio che ho presente. Come mai sta tornando fuori questo discorso?" si era decisa a domandare qualche secondo dopo passandosi una mano sul volto. Considerando la situazione tra lei e Rossi aveva accantonato l'argomento ormai.
"Perché ho il sospetto che il problema sia Jarvis."
"Intendi Lin Jarvis?" il suo tono aveva assunto una lieve nota di panico "Il grande capo all'interno dei box? Quel Jarvis?"
"Conosci molti altri Jarvis?"
Caterina aveva scosso il capo arrendendosi all'evidenza. L'unico Jarvis che conosceva, che non fosse l'intelligenza artificiale creata da Tony Stark, era Lin "Purtoppo no. Come mai questo sospetto?"
"Perché oltre a me e Menegalli sarebbe l'unico con il potere di fare una cosa simile. I meccanici di sicuro non possono invitare gente nei box senza avvisare, ancora meno hanno abbastanza potere decisionale per influenzare la scelta delle ombrelline per i piloti."
"Si ma... ci dev'essere qualcun altro che abbia quel genere di potere." non riusciva veramente a credere che Lin avesse fatto una cosa simile, ma in realtà... aveva ripensato a Le Mans, la felicità del manager nonostante uno di loro fosse caduto, adesso che Max le aveva fatto notare quanto ascendente avesse il manager Yamaha tutto sembrava avere più senso.
"Nessuno che lavori a stretto contatto con voi, soprattutto nessuno che si sarebbe preoccupato della nomea Yamaha se foste stati beccati."
Caterina aveva annuito lentamente lasciandosi andare a un sospiro "Grazie della dritta Max. Ci vediamo tra tre giorni per i test a Brno."
"Fammi il favore di non fare casini."
"Nemmeno io sono così stupida da mettermi contro il capo supremo della Yamaha. Ci tengo al mio posto nella Factory." poi ormai lei e Rossi non avevano più nulla da spartire, litigare per qualcosa che era passato, stava mentendo a sé stessa, passato o meno non le andava giù che qualcuno mettesse il naso nei suoi affari "Anche se in realtà un paio di paroline con lui dovrei scambiarle, giusto per fargli capire che la mia vita privata non è affar suo. Dici che ci sono ancora un paio di scuderie decenti che potrebbero considerare di farmi firmare un contratto nel caso qualcosa andasse male?"
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Una vita ai 300km/h ||Valentino Rossi|| [COMPLETA]
FanfictionCaterina è nata a Rimini con la passione dei motori, cresciuta tra piste per le minimoto e piste per moto vere, non è una sorpresa che faccia parte della famiglia disfunzionale dei piloti del campionato motociclistico. Il suo numero? 97. La sua pas...