Mugello: Issues

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"Cause I got issues
You got 'hem to
So give them all to me
And I'll give mine to you."

Era stato soltanto dopo un secondo posto in gara, che aveva accettato di buon grado solo perché Andrea aveva chiesto il tutto per tutto alla sua Ducati e la vittoria se la meritava in tutto e per tutto, che Caterina aveva potuto tirare il fiato, il circo mediatico era stato il solito delirio e ringraziava qualsiasi divinità esistente per essere riuscita a scampare all'intervista tipica del Mugello con Sky sport, anche se non doverla sopportare in quel fine settimana voleva semplicemente dire rimandarla al gran premio di Misano. 

Il fatto di non aver vinto offuscava il suo umore ma non era il solo artefice del suo volersi chiudere nel suo motorhome e passare il resto del pomeriggio a sfogare rabbia repressa contro un sacco da boxe. C'era una sola tradizione che lei e suo padre avevano mantenuto nonostante tutti i problemi che lei aveva avuto con la sua famiglia, e quella tradizione era il Mugello, dalla prima volta che ci erano stati non avevano mancato un appuntamento, neppure una volta che aveva iniziato a essere parte della rosa dei piloti in pista. Era l'unico punto fermo nella sua relazione con i suoi genitori, al Mugello suo padre ci sarebbe stato, e invece no. Suo padre, in occasione del suo primo podio in Italia in classe regina, aveva deciso di scomparire nel nulla e non rispondere nemmeno al cellulare. Voler colpire qualcosa forse non era la reazione più appropriata a una situazione simile, forse qualcuno più incline ai sentimentalismi di lei avrebbe pianto e si sarebbe disperato. Da parte sua, i suoi piani per la serata erano del buon vino e una sessione di allenamento per rilassarsi, trasformare la tristezza in rabbia era l'unico modo per esternarla e poi metterla da parte e ricominciare a ignorarla.

Era nel bel mezzo del mettere in atto il suo piano, un bicchiere di vino già in tavola e i guantoni da boxe appoggiati poco lontani, quando la quiete del suo motorhome era stata interrotta da un insistente bussare alla porta. La riminese aveva sospirato pesantemente, chiunque fosse la stava disturbando in un momento abbastanza delicato della sua giornata, aveva aperto la porta scorrevole solo per ritrovarsi davanti un Jorge Lorenzo che sembrava essere passato attraverso un tritacarne. Se non fosse stato che aveva riconosciuto l'espressione del maiorchino come una che aveva visto troppe volte anche sul suo volto, probabilmente si sarebbe limitata a voltarsi e chiudersi la porta alle spalle, ma invece si era costretta ad aprire bocca "Jorge, è successo qualcosa?" No, dai? Sei un genio, chissà come mai è venuto a cercarti con la faccia di qualcuno a cui è morto il cane altrimenti; le aveva fatto notare la parte più sarcastica della sua mente, zittita prontamente dalla voce di Jorge.

"Mi ha mollato. Ha detto che non può stare con qualcuno che rischia la sua vita per lavoro..."

Ouch, brutta storia, ma del resto comprensibile, non tutti comprendevano lo stile di vita di un pilota dopotutto "Non sa cosa vuol dire fare la nostra vita Jorge."

"L'avevo scelta per quello, non avevo bisogno di altri casini nella mia vita." 

Caterina aveva alzato gli occhi al cielo, prima di spostarsi di lato e fargli cenno di entrare "Aggiungo un bicchiere e ne parliamo d'accordo?"

"Stai suggerendo di ubriacarci mentre discutiamo dei nostri problemi? Sai che ci sono un migliaio di motivi per cui non è una buona idea vero?" 

"Be', io ho una bottiglia di vino aperta che mi aspetta. Quindi? Entri o meno?" 

Jorge aveva scosso la testa, prima di passarle a fianco e entrare nella stanza "Grazie dell'ospitalità." Aveva mormorato, andandosi a sedere al tavolo.

La domanda era da quando lei si fosse ritrovata a condividere il vino e a chiacchierare dei suoi problemi con qualcuno che non si aspettava le sarebbe mai stato simpatico, Jorge era diverso da come appariva in televisione, soprattutto dopo una gara andata male e un paio di bicchieri di vino... il maiorchino era più simile a lei di quanto non sembrasse, entrambi avevano dovuto combattere con le unghie e con i denti per il loro posto ed entrambi chiedevano a sé stessi la massima dedizione a quello sport.

Una vita ai 300km/h ||Valentino Rossi|| [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora