Rimini: Shattered Glass

511 30 31
                                    

Il ritorno a Rimini era stato traumatico, non c'era altro modo per descriverlo. A partire dal fatto che i suoi amici si erano fatti trovare sotto casa sua pretendendo spiegazioni, che lei aveva dato sebbene fosse molto reticente a farlo, fino ad arrivare alla programmazione che Max le aveva sottoposto per le seguenti settimane. Aveva dato per scontato che quella sarebbe stata la sua vita prima del Mugello, ma iniziava a rendersi conto che le due settimane in Spagna non avevano fatto nulla per prepararla allo stress fisico e mentale a cui intere giornate passate tra palestra e interviste l'avrebbero sottoposta.
Stava osservando il cielo di Rimini tingersi delle sfumature rosate tipiche del tramonto, la sigaretta che si consumava lentamente tra le dita, quando Elisa si era palesata accanto a lei. Il resto del gruppo se n'era andato poco prima, ma sapeva la sua amica non si sarebbe accontentata del riassunto di quello che era successo che aveva presentato al resto della combriccola.

"Quando ti ho chiamata venerdì..." La sua amica si era fermata, come se stesse ponderando quali parole utilizzare prima di riprendere "Sei stata molto restia a parlare di lui. Come mai?"

"È una domanda stupida. Sai benissimo che non te ne ho parlato perché Vale mi avrebbe sentita altrimenti." Aveva alzato gli occhi al cielo con finto fare esasperato prima di prendere un tiro dalla sigaretta, il sapore di tabacco misto a menta che le invadeva le papille gustative "Ha fatto un casino con Marquez, è venuto a chiedermi scusa e mi ha portato il caffè... che credo sia l'unico motivo per cui l'ho fatto entrare."

La sua amica aveva stretto le labbra con fare incerto "Sicura?" Aveva chiesto qualche secondo dopo "Perché l'ultima volta che ne abbiamo parlato eri scappata in Spagna pur di non vederlo. Il caffè non sarebbe bastato."

Caterina si era stretta nelle spalle "Mi riesce difficile essere arrabbiata con lui." Aveva ammesso alla fine "Dovresti esserne contenta, eri tu quella che mi diceva di parlarci."

"Di parlarci. Per evitare di appesantire l'ambiente di lavoro nei box, non di tornarci insieme."

"Infatti non ci sono tornata assieme. Altrimenti sarei a Tavullia a divertirmi e non qui ad avere questa discussione con te." Le aveva fatto notare con il tono di chi constatava l'ovvio "Invece sono a Rimini, ho due settimane così piene di impegni che quasi rimpiango la mia scelta di carriera, e la prossima volta che vedrò Rossi sarà alla Cava con i ragazzi dell'Academy."

"Sabato. Hai deciso che quella è una buona idea, ne sei sicura."

"Non sono mai sicura di nulla io." Aveva ribattuto con un sorrisetto sulle labbra "Ma se mi serve per staccare da due settimane di impegni sono più che disposta a passare sopra a quello che è successo e ad andare alla Cava."

La sua amica aveva sbuffato una risata "Max lo sa?"

Caterina aveva annuito lentamente, espirando il fumo in una nuvoletta grigiastra che era stata portata via dal vento "Certo che lo sa. Ormai è inutile cercare di nascondergli quello che faccio. Anche perché lo verrebbe a sapere in ogni caso."

"Non ci provo nemmeno a farti cambiare idea, tanto non mi ascolteresti."

"Effettivamente ho un serio problema ad ascoltare i pareri altrui." Aveva sorriso, spegnendo la sigaretta nel posacenere "Se ti dicessi che stranamente è ricomparsa sul grid una delle ombrelline con cui sono finita a letto e, sempre per puro caso suppongo, è stata la mia ombrellina a Le Mans. Tu cosa penseresti?"

"L'hai chiesta tu per far ingelosire Valentino?"

Caterina aveva scosso la testa "Non mi ricordavo nemmeno come si chiamasse."

"Allora mi sembrerebbe molto strano." Aveva assentito Elisa, inclinando la testa di lato "C'è da dire che non so come funzioni l'assegnazione delle ombrelline ai piloti."

Una vita ai 300km/h ||Valentino Rossi|| [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora