Eravamo in viaggio da circa tre ore, Steven guidava e io ascoltavo la musica, pensierosa; riflettevo sul mio futuro e su quel viaggio che mi avrebbe portata in una nuova città. Continuavo a chiedermi ripetutamente come sarebbe stato senza la mamma, il nonno e Steven.
Ero andata a New York solo una volta in tutta la mia vita, durante le vacanze di Natale del 2004. Con me e la mamma vennero anche i nonni, e per quell'occasione ci ospitò la famiglia di Louise. All'epoca ero una bambina vivace e spensierata di cinque anni. Fu una settimana indimenticabile, New York era addobbata in festa: le luci, le vetrine colorate, lo zucchero filato e i regali di Natale... L'amica d'infanzia di mia madre ci riservò una splendida accoglienza, mostrandoci con entusiasmo Brooklyn e Manhattan, rimasi colpita da molti particolari di quell'immensa città, tra cui gli alti grattacieli.
I suoi figli invece, Yvonne e Mathieu, erano diversi dalla madre, meno ospitali e più introversi, somigliavano al padre sia fisicamente che caratterialmente. Entrambi parevano avere in comune la stessa ostilità nei miei riguardi. Yvonne era la classica bambina con la pettinatura in ordine, l'abito perfetto e un sorriso finto a decorarle il viso. Era più grande di me e mi ignorò spudoratamente per tutta la settimana, quasi come se fossi invisibile, infatti di lei ricordavo poco o niente.
Mathieu, invece, era molto più pestifero di sua sorella. I capelli neri e lunghi erano sempre arruffati, i suoi occhi scuri, come la pece, erano in netto contrasto con la pelle bianca e quasi cadaverica del viso. Era silenzioso e apparentemente tranquillo, ma dentro sembrava covare una rabbia innaturale per un bambino della sua età. Gli piaceva giocare a baseball e infatti i suoi pantaloni, tempestati spesso di macchie di fango, facevano impazzire Louise.
In quei giorni la mamma decise di affidarmi ai due bambini, ma finii per passare il mio tempo irrimediabilmente con Mathieu, sua sorella non voleva saperne nulla di me. Trascorsi così le ore libere a giocare con il secondogenito di Louise e alcuni ragazzi che abitavano nei dintorni. Essendo la più piccola, ero incuriosita e affascinata da tutti loro e mi sarebbe piaciuto fare parte della piccola squadra di baseball, ma gli occhi scuri e vispi di Mathieu mi fissavano con costante aria di sfida, intimorendomi. Quando mi permetteva di giocare con loro, finivo puntualmente per dargliela vinta. Non riuscivo a stare ai suoi ritmi, Mathieu era davvero quello che si poteva definire una "piccola peste".
«A cosa pensi? É da circa un'ora che sei silenziosa, devo preoccuparmi?» In effetti non era da me restare in silenzio per ore.
«In realtà pensavo alla famiglia di Louise. Quando sono stata da loro, Louise si è mostrata molto gentile nei miei confronti, i suoi figli, al contrario, erano davvero odiosi.»
«Da quello che mi ha detto tua madre, adesso frequentano l'università.»
«Così sembra...»
Steven rise divertito.
«Beh dai, almeno non ti toccherà sopportarli in casa.»
«Questo è vero, ma forse Yvonne è cambiata con gli anni. Sarebbe bello avere un'amica a New York. Non confondermi, tu sei unico, però mi piacerebbe conoscere qualcuno gentile che sappia mettermi al mio agio, un po' come te!» Ridemmo e pensai a come sarebbe stato se accanto a me, in quella nuova esperienza, ci fosse stato anche lui.
«Sono sicuro che incontrerai tante persone, magari persone che condividono la tua stessa passione...»
«Lo spero!»
Non ero molto brava a socializzare, forse perché troppo diffidente e spaventata da possibili delusioni. Da piccola, i miei compagni di classe non perdevano occasione per deridermi sulla questione "eroe". Ci avevo provato, davvero, a stringere amicizia con altre bambine della mia età, ma nessuno sembrava comprendermi come Steven. Non sarebbe stato facile a New York senza di lui, ma speravo sul serio di potercela fare, speravo di poter conoscere qualcuno che mi facesse sentire capita e non giudicata.
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La Ragazza che cuciva sogni
ChickLitCome spiegheresti a una bambina che suo padre non è un eroe, ma semplicemente è fuggito abbandonando lei e sua madre? Per otto anni quella bambina ha atteso invano il ritorno del suo eroe, credendo a una menzogna... Belle è una diciottenne tremend...