67. Happy Birthday - III Parte

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Qualche secondo dopo, ci staccammo da quell'abbraccio fin troppo imbarazzante. Nessuno dei due riusciva più a controllare le emozioni, perché erano tante quelle che ci separavano, ma anche quelle che ancora ci univano. E io gli volevo bene al mio amico, così tanto che non volevo rinunciare a lui, che mi mancava ogni giorno, ma non potevo più ignorare i nostri problemi, c'erano ed erano evidenti.

«Resterai qui da noi a dormire o hai già preso una camera d'albergo?»

«Riparto stasera stessa, sono venuto solo per vederti qualche ora, ma non ho intenzione di fermarmi.»

Lo capivo, quella situazione non era facile da sopportare per nessuno dei due.

«Non sono venuto soltanto per il tuo compleanno, se è quello che ti stai chiedendo.» E per quale motivo allora? Per dirmi definitivamente addio? Non l'avrei accettato, non in quel giorno. «Quando sei tornata a Portland, Kristin mi ha visto stare male, quel bacio che hai dato a Mathieu mi ha ferito molto e lei ha percepito che qualcosa non andava in me. Così mi sono chiuso in me stesso, lei mi porgeva domande su domande, ma non riuscivo a dare una risposta. Il mio comportamento l'ha mandata in crisi e ha voluto prendersi una pausa dal nostro rapporto...»

«Mi dispiace, non volevo rovinare la vostra relazione» risposi assalita dai rimorsi.

«Belle, lasciami finire questo discorso, ti avevo già scritto come mi sentivo, ma avevo la necessità di vederti. Se sono qui oggi è perché ci tengo a voltare pagina, credevo di potercela fare, però la realtà non è sempre come la si vuole immaginare. Da solo non posso farlo, ho bisogno del tuo aiuto. Ho bisogno che tu sia sincera con me. Basta rimandare, non facciamoci ancora male, non roviniamo più il nostro legame...»

Ero confusa dalle sue parole, la sua email era stata chiara, mi diceva di voler voltare pagina, ma forse non ci era riuscito, forse la distanza non lo aveva aiutato a fare quel passo, forse aveva davvero bisogno di me.

«Cosa, cosa posso fare?»

«So che per te non è stato facile, che sono stati mesi difficili. So che avrei dovuto lottare di più per questo sentimento e che ora è troppo tardi. Lo so benissimo, Belle. Ti ho persa, ti ho lasciata andare, era quello che volevo. Non posso più soffrire, quindi...» lasciò la sua frase in sospeso.

Mi accarezzò il viso dolcemente, fece scorrere la sua mano lungo i bordi delle mie gote e sui capelli che mi nascondevano una parte dello sguardo. Mi guardò con i suoi occhi lucidi, il suo amore mi penetrò fin dentro il cuore, sfiorandolo con delicatezza, come solo lui sapeva fare. Il respiro si fece più corto quando il suo naso si scontrò con il mio. Sentii il suo profumo invadermi i polmoni e le sue labbra entrare in contatto con le mie.

Cosa stava facendo? Era un modo per dirmi addio?

Il mio corpo si irrigidì all'istante, impedendomi di respirare normalmente, il cuore prese a battere in maniera irregolare, prima lentamente, poi più velocemente. Nella mia mente si fece largo un ricordo: il nostro primo bacio, dato proprio davanti a quel cancelletto, quel cancelletto testimone delle nostre emozioni e poi un'altra immagine entrò prepotentemente nella mia testa. Il volto di Mathieu, i suoi occhi carbone innamorati, il suo modo di baciarmi, di stringermi di farmi sentire viva e amata.

Cosa stavo facendo? No. Non potevo farmi baciare da Steven, non potevo. Amavo Mathieu, lo amavo con tutta me stessa.

La bocca di Steven continuò a lambire la mia, ma ero troppo rigida, ero troppo ferma, non potevo lasciarmi andare, non potevo baciarlo. Improvvisamente udii la porta alle mie spalle spalancarsi, ma quando mi staccai dal mio amico, era ormai tardi per rimediare. La bomba era esplosa, assieme ai miei sentimenti contrastanti. Mathieu mi fissava dall'alto con un'espressione disgustata. Volevo spiegargli che si sbagliava, che quel bacio mi aveva colta di sorpresa, ma non ebbi il tempo.

«Che idiota che sono stato, tu avevi già deciso. Avrei dovuto capirlo prima che non ero il prescelto. Direi che questa volta ci sei riuscita davvero...»

Lo guardai scossa e incapace di reagire, sulle sue labbra si dipinse un sorriso amaro.

«Riuscita davvero? Non capisco, di che stai parlando?» domandai asciugando una lacrima che si era fermata sul mento.

«A spezzarmi il cuore» rispose secco, e mi sembrò di sentirlo davvero quel cuore sgretolarsi in mille pezzi taglienti.

«Non è come pensi, lasciami spiegare...»

«Non c'è niente da spiegare, hai detto tu stessa che il prossimo bacio lo avresti dato al tuo futuro fidanzato. Beh, auguri, formate una coppia perfetta. Sono io quello di troppo in questo momento, ma tranquilli, continuate pure, tolgo il disturbo!»

Mi alzai di scatto, pronta a chiarire immediatamente quella situazione, ma Mathieu mi precedette e senza aggiungere altro si scaraventò fuori, scontrandosi con violenza contro il mio corpo. Lo vidi uscire dal cancelletto che lo separava dalla strada, varcare il vialetto e afferrare dalla tasca dei jeans le chiavi della macchina. Non ebbi il tempo di spiegare. La golf nera sgommò veloce sull'asfalto, facendo un gran rumore. Dov'era diretto?

«Mathieu...» sibilai con gli occhi annebbiati, non poteva andarsene...

«Vieni, lo seguiamo con la mia macchina.» Steven agguantò la mia mano, invitandomi a correre dietro al ragazzo dal cuore spezzato, ma lo bloccai lasciandolo perplesso.

«Smettila di mettere la mia felicità al primo posto!» gridai furiosa, ero davvero arrabbiata con me stessa, perché per colpa della mia maledettissima indecisione stavo pugnalando ancora una volta i due uomini che amavo.

«Belle, so benissimo che vuoi raggiungere Mathieu, te lo leggo negli occhi.»

«Non me ne frega niente di quello che ci leggi. Capisci che sono stufa di rimandare sempre tutto? Capisci che non posso costringerti a potarmi da lui? Sarebbe troppo, è una follia, e per una volta vorrei che tu non pensassi solo a ciò che è meglio per me.»

«Ma è per colpa mia se ora stai perdendo il ragazzo che ami...»

Deglutii a fatica, cercando di ingoiare quel nodo che mi stringeva la gola e mi impediva di respirare.

«Steven, tu sei altrettanto importante per me. Non volevo che andasse così, non volevo distruggere il tuo rapporto con Kristin, non volevo far scappare anche Mathieu da me, ma a quanto pare ciò che desidero non conta. Non siamo pedine, non stiamo giocando purtroppo a nessuna partita. Le emozioni che sto avvertendo adesso sono devastanti, ma non voglio che tu te ne vada senza chiarire il significato di quel bacio.»

«Ci siamo già detti tutto quello che c'era da dire, volevo chiudere questa situazione con un bacio, perché è iniziato tutto così ed è così che doveva finire.»

Mi avvicinai a lui, appoggiando il viso sul suo petto, avevo bisogno del suo abbraccio caldo e protettivo.

«Avresti potuto scegliere un'altra maniera per dirmi addio» sussurrai con tristezza.

«Forse, perdonami.»

«Non sono arrabbiata con te, ma per la mia totale incapacità di gestire i sentimenti.»

Sentii Steven sorridere per quella mia considerazione.

«Sono un disastro anch'io» disse sincero.

«Il tuo non era un addio definitivo, non ti perderò, vero?» chiesi percependo tutto il dolore posarsi sul mio stomaco.

«Me lo chiedi ogni volta, perché hai così tanta paura? Il mio era un addio a quel che potevamo essere e che mai saremo. Per il resto posso dirti che sarò sempre il tuo migliore amico.»

Mi baciò il capo e finalmente mi strinse forte a lui, potevamo voltare pagina insieme, iniziare un nuovo capitolo della nostra vita, come avevamo sempre fatto in passato, quando volevamo liberarci di qualcosa che faceva male. Io e lui, sempre uniti, come amici e compagni di vita. Steven, l'amico speciale della porta accanto, il mio passato e il mio presente. Stretti in quell'abbraccio, che sapeva di addio, lasciai spazio alla speranza, all'illusione che non ci saremmo mai più allontanati.

La Ragazza che cuciva sogniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora